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Riusciranno i Paesi Occidentali e l’Iran a Raggiungere un Accordo in Giornata?

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jul 10, 2015, 13:41 GMT+00:00

La domanda che tutti i trader del petrolio si stanno facendo oggi è se i paesi occidentali riusciranno o meno a raggiungere un accordo sul nucleare con

Riusciranno i Paesi Occidentali e l’Iran a Raggiungere un Accordo in Giornata?
Riusciranno i Paesi Occidentali e l’Iran a Raggiungere un Accordo in Giornata?

La domanda che tutti i trader del petrolio si stanno facendo oggi è se i paesi occidentali riusciranno o meno a raggiungere un accordo sul nucleare con l’Iran. Anche se la data di scadenza è stata posticipata di giorno in giorno, le trattative e le attività diplomatiche sembrano muoversi sulla strada giusta. Questa mattina il petrolio greggio WTI guadagna 48 centesimi in scia al calo del dollaro e a un cambiamento degli umori dei mercati e si attesta a 53,27, mentre il petrolio Brent viene contrattato a 59,08; entrambi i prodotti petroliferi rimangono al di sotto della recente gamma di oscillazione media. Gli investitori sembrano ancora diffidenti riguardo la stabilità dei mercati azionari cinesi, che rischiava di propagarsi questa settimana sui prezzi del petrolio e delle commodity in generale, ma lo stallo nelle trattative per il programma nucleare iraniano potrebbe alleviare in maniera significativa la pressione sui prezzi del petrolio. Dopo aver fatto registrare giovedì il più forte incremento delle ultime due settimane, i prezzi del petrolio hanno guadagnato l’1,1%. I diplomatici coinvolti nelle trattative sostengono sia ormai troppo tardi per raggiungere un accordo entro venerdì mattina a Vienna, l’ultima possibilità per poter rientrare nella revisione di 30 giorni del Congresso USA. L’indice che misura il livello di volatilità del mercato di petrolio si è avvicinato ai massimi delle ultime 12 settimane.

Il rialzo del prezzo del barile serve a recuperare terreno rispetto alla seconda settimana consecutiva su terreno negativo verificatasi in scia al crollo della borsa cinese e allo stato di agitazione legato alla Grecia. Se verranno ritirate le sanzioni internazionali nei confronti dell’Iran, il quarto più grande produttore fra i paesi dell’OPEC, il paese intende dare un impulso alle esportazioni di petrolio greggio riconquistando le quote di mercato. L’Iran sta cercando di risollevare le esportazioni di petrolio, scese dai 2,5 milioni di barili al giorno del 2011 a 1 milione di barili nel 2014 proprio a causa delle sanzioni imposte dei paesi occidentali a causa del programma nucleare iraniano.

Secondo i dati diffusi mercoledì dall’Agenzia di Informazione sull’Energia, le riserve di petrolio greggio USA, il più grande consumatore di petrolio al mondo, sono aumentate per la seconda settimana consecutiva. Le riserve sono quasi 100 milioni di barili sopra la media degli ultimi cinque anni in questo stesso periodo dell’anno.

In giornata l’Agenzia Internazionale dell’Energia pubblicherà il rapporto mensile sul mercato del petrolio, mentre l’OPEC pubblicherà il proprio rapporto lunedì prossimo.

Il gas naturale si è mosso in rialzo, rimbalzando dopo una flessione dell’1,1% registrata mercoledì, per attestarsi a 2,738, in rialzo di cinque punti nel corso della sessione asiatica. Il mercato ha registrato una flessione immediatamente dopo la pubblicazione dei dati sulle scorte settimanali sulle scorte. Giovedì l’Agenzia di Informazione sull’Energia USA ha pubblicato il rapporto settimanale sulle scorte, segnalando un incremento pari a 91 miliardi di piedi cubi nella settimana conclusasi il 3 luglio, contro gli 84-88 miliardi previsti in un sondaggio Platts.

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