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Riuscirà il dollaro a recuperare dopo l’ultimo deprezzamento?

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Jul 27, 2017, 16:37 UTC

La dichiarazione del Fomc ha avuto effetti in parte positivi. La Fed si è, infatti, mostrata ottimista circa l'andamento dell'economia degli Stati Uniti,

Riuscirà il dollaro a recuperare dopo l’ultimo deprezzamento?

La dichiarazione del Fomc ha avuto effetti in parte positivi. La Fed si è, infatti, mostrata ottimista circa l’andamento dell’economia degli Stati Uniti, spingendo in rialzo le borse e stimolando la propensione al rischio. Il lato negativo è nell’assenza di un impegno concreto sulla tempistica dell’avvio della revisione del bilancio della banca centrale, che era il dato più atteso dai mercati, rimasti ovviamente delusi. Il Fomc si è limitato ad affermare che il processo di revisione potrebbe iniziare non più nel corso dell’anno, ma presto. Un ulteriore elemento che ha pesato sul dollaro è stato il mutamento di linguaggio circa l’inflazione, che dovrebbe essere meno debole del previsto. Tutto ciò ha trascinato l’indice del dollaro spot in ribasso di ben lo 0,76%. Soltanto verso la chiusura, il dollaro ha sperimentato un lieve apprezzamento.

Nella mattinata di oggi, i mercati asiatici hanno coerentemente risposto alla dichiarazione della Fed. Inoltre, per determinare la tempistica dell’avvio della revisione del bilancio della Fed, si devono considerare le condizioni dell’economia. Tale affermazione assume particolare rilevanza alla luce della recente decisione del Fmi sulla correzione al ribasso delle previsioni di crescita degli Stati Uniti nel 2017 e nel 2018.

Affinché il dollaro torni a muoversi in rialzo, i dati della prossima settimana dovranno essere veramente positivi. In tal caso, i mercati sarebbero portati a considerare il mese di settembre come possibile avvio della revisione del bilancio della Fed.

Per quanto riguarda i dati sugli Stati Uniti, la settimana era iniziata relativamente bene. La fiducia dei consumatori per il mese di luglio segnava un miglioramento, mentre l’indice dei direttori degli acquisti del settore privato rimaneva stabile. Tuttavia, considerate le previsioni di crescita per il secondo trimestre, ben al di sotto delle aspettative, gli indicatori devono riflettere un’accelerazione della crescita all’inizio del terzo trimestre.

Per alcuni, la lieta novella è che Trump sta vincendo la guerra valutaria, con il dollaro che continua a deprezzarsi. Questo era uno degli obiettivi dell’amministrazione repubblicana. Tuttavia, la tendenza al ribasso del dollaro non è certamente frutto della pianificazione dell’amministrazione Trump. Il deprezzamento dipende, infatti, più dall’inchiesta che coinvolge Trump e i suoi collaboratori.

Un dollaro in ribasso e l’andamento positivo dell’economia globale dovrebbero offrire agli Stati Uniti migliori ragioni di scambio. Tuttavia, data l’elevata domanda di beni esteri, un aumento del costo delle importazioni potrebbe avere effetti negativi sui consumi. Tuttavia, vi è ancora molto tempo prima che i consumi incontrino una tale pressione dei prezzi, simile a quella verificatasi in Gran Bretagna.

I dati sulla bilancia commerciale – beni del mese di giugno, in pubblicazione nel pomeriggio, saranno di particolare interesse. Nei prossimi mesi, il continuo deprezzamento del dollaro deve, infatti, condurre alla riduzione del disavanzo commerciale. Nel pomeriggio, verranno diffusi anche i dati sugli ordini di beni durevoli per il mese di giugno. Il risultato fornirà indicazioni sulla domanda di beni statunitensi.

Fino alla diffusione dei dati nel pomeriggio, il dollaro dovrebbe muoversi in ribasso. Dopo la pubblicazione della dichiarazione del Fomc, i mercati hanno poco altro da prendere in considerazione. L’unico dato rilevante è l’indice Gfk della fiducia dei consumatori tedeschi per il mese di agosto.

Le banche centrali, come la Bce e la Rba, seguono attentamente l’andamento del dollaro. Il continuo deprezzamento della valuta statunitense ha, infatti, spinto l’euro a 1,17$ e l’AUD a 0,80$. Entrambe le valute si sono mosse in rialzo nonostante il tentativo delle rispettive banche centrali di ridurre le aspettative di un mutamento delle politiche monetarie. Per gli effetti che potrebbe avere sul commercio, l’apprezzamento di euro e AUD è motivo di preoccupazione per entrambe le banche centrali. Sia l’economia dell’Eurozona sia quella dell’Australia dipendono, infatti, dal commercio.

A meno di timidi segnali di ripresa da parte del dollaro, la tempistica dell’avvio della revisione del bilancio della Fed continuerà a essere al centro dell’attenzione dei mercati. Intanto, si dovrebbe riflettere sugli effetti del continuo deprezzamento del dollaro sulle politiche monetaria degli altri paesi, in particolare per economie fondate sul commercio come quelle di Eurozona e Australia.

Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot perdeva lo 0,36% per scendere a quota 93,339. Difficilmente, i dati odierni saranno tanto positivi da invertire la tendenza al ribasso. L’euro ha guadagnato lo 0,09%, portandosi a 1,1744$. Il dollaro potrebbe tornare ad apprezzarsi più grazie ad acquisti massicci che a una nuova interpretazione della dichiarazione del Fomc.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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