Ieri, nel corso della sessione statunitense, i prezzi del petrolio hanno fatto un balzo di oltre il 3%. La spinta in rialzo è stata determinata dai dati
Ieri, nel corso della sessione statunitense, i prezzi del petrolio hanno fatto un balzo di oltre il 3%. La spinta in rialzo è stata determinata dai dati d’inventario sulle scorte petrolifere che hanno evidenziato un dato di entità doppia rispetto alle attese e che è stato sufficiente ai rialzisti per spingere i prezzi del petrolio in rialzo al di sopra dei 47$, durante la sessione statunitense. Nella passata settimana, i prezzi del combustibile hanno mantenuto livelli deboli e persino le notizie di una probabile proroga dell’accordo sui tagli alla produzione, oltre la metà dell’anno corrente, non sono riuscite a entusiasmare gli acquirenti di questo strumento.
La ragione principale risiede nella continua e ampia produzione da parte dei Paesi che non fanno parte del cartello, quali la Libia, e anche nei continui incrementi delle scorte che di fatto annullano qualsiasi effetto sui prezzi determinato dai tagli alla produzione. Sarebbe necessaria la combinazione di una riduzione delle scorte insieme ai tagli alla produzione affinché i prezzi del combustibile facciano un reale passo avanti; quello che abbiamo visto ieri è stato un barlume di quello che potrebbe accadere in tale scenario. Nonostante il balzo, la tendenza ribassista resta intatta e un calo al di sotto dei 47$ potrebbe attrarre ulteriori venditori e forzerebbe gli acquirenti a rinunciare, pertanto i trader devono stare attenti.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.