Il mercato del greggio WTI si muove nuovamente in ribasso nella sessione asiatica perdendo 46 centesimi, il combustibile è negoziato a 55.07$, i minimi
Il risultato del referendum mette in discussione la possibilità di mantenere una moneta unica. Lunedì mattina l’euro si muove in ribasso. Sempre lunedì, nelle prime ore della sessione asiatica i prezzi del greggio si muovono fortemente in ribasso poiché domenica la Grecia ha respinto una serie di misure di salvataggio proposte dai suoi creditori incrementando così le incertezze riguardanti un’eventuale Grexit.
“Con la Grecia in procinto di terminare le sue riserve e nessun fondo di salvataggio all’orizzonte, il paese sembra ormai prossimo all’uscita dalla zona euro” ha affermato Howie Lee di Philip Futures. In Cina, dopo il crollo della scorsa settimana, i mercati azionari hanno assistito all’adozione di nuove misure volte a supportare il mercato azionario che sembra minacciare la seconda economia mondiale. Lunedì i prezzi delle azioni hanno mostrato una forte instabilità come risposta alle misure adottate da Pechino.
I prezzi si muovono fortemente in ribasso prestando particolare attenzione alla elevata produzione statunitense poiché i trader anticipano il referendum della Grecia, tenutosi nel fine settimana, che potrebbe determinare la sua appartenenza all’Eurozona. I trader sono preoccupati per l’eccesso delle scorte globali e per il numero degli impianti statunitensi, aumentati per la prima volta dall’inizio dell’anno. I dati rilasciati giovedì hanno mostrato come il numero degli impianti di perforazione sia aumentato per la prima volta dopo 29 settimane di ribassi.
Anche la produzione della Russia e quella dell’Opec si attestano in prossimità di livelli record. Inoltre, il governo degli Stati Uniti ha sorprendentemente rilevato un incremento settimanale di 2,4 milioni di barili delle scorte di greggio commerciale.
Le preoccupazioni aumentano di fronte ad un possibile ritorno del greggio iraniano nel mercato globale. Infatti, nel corso della settimana, i negoziati tra le sei potenze mondiali e l’Iran volti a frenare le ambizioni nucleari del paese hanno visto le parti prolungare la scadenza al 7 luglio.
L’Iran respinge le accuse che vorrebbero la nazione sviluppare armi nucleari e per provarlo si è detto pronto a consentire all’International Atomic Energy Agency accesso ai suoi siti militari strategici. Il raggiungimento di un accordo potrebbe revocare le sanzioni che hanno costretto l’Iran a dimezzare le sue esportazioni.
In Cina, dopo il crollo della scorsa settimana, i mercati azionari hanno assistito all’adozione di nuove misure volte a supportare il mercato azionario che sembra minacciare la seconda economia mondiale. Lunedì i prezzi delle azioni hanno mostrato una forte instabilità come risposta alle misure adottate da Pechino. Un importante esperto dei mercati energetici ha mostrato come “L’incertezza della Grecia possa esercitare una pressione ribassista sul greggio, già influenzato dalle turbolenze dei mercati finanziari cinesi, dal recente aumento degli impianti di perforazione statunitensi e da un possibile incremento dell’offerta di greggio iraniano”.