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L’Oro Incapace Di Rompere Al Di Sopra Della Resistenza Dei 1122$

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 29, 2016, 11:59 GMT+00:00

Giovedì il mercato aurifero si muove leggermente in ribasso perdendo parte del suo splendore. Dopo aver aperto a livelli elevati, infatti, i trader

L’Oro Incapace Di Rompere Al Di Sopra Della Resistenza Dei 1122$

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Giovedì il mercato aurifero si muove leggermente in ribasso perdendo parte del suo splendore. Dopo aver aperto a livelli elevati, infatti, i trader asiatici hanno avviato un massiccio sell off per prenotare i profitti, scenario che ha spinto il prezioso in prossimità dei 1114$. La mossa ha preso piede dopo che il metallo giallo ha postato un rialzo nel commercio elettronico sulla scia delle dichiarazioni che vedono la Federal Reserve adottare una certa cautela di fronte all’innalzamento dei tassi di interesse previsto per il 2016 a causa di un rallentamento dei mercati emergenti.

Le dichiarazioni hanno supportato il mercato aurifero, che in teoria dovrebbe beneficiare di tassi di interesse inferiori poiché i metalli preziosi non offrono rendimenti.

Tuttavia, i trader hanno osservato attentamente la resistenza situata in prossimità dei 1,122$ l’oncia, livello che il metallo non riesce ad oltrepassare. Stando a quanto dichiarato da Peter Hug, direttore commerciale globale presso la Kitco Metals una rottura al di sopra del suddetto livello sarebbe indubbiamente un segnale rialzista. L’oro chiude la sessione a 1.115,90$. Argento perde 214 punti ed é scambiato 14.235$ mentre il platino posta un calo di 15$ per attestarsi su quota 867.20$. Il prezzo del platino ha mostrato un costante declino negli ultimi cinque anni. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come lo scorso anno il metallo abbia perso il 26% per attestarsi in prossimità dei massimi della metà dei massimi postati nel 2011.

Prima della riunione Fed abbiamo assistito a numerose speculazioni che vedevano l’istituto di credito adottare un tono dovish di fronte alle turbolenze mostrate dal mercato azionario dall’inizio del 2016. Pur rilevando l’incertezza, i responsabili politici della Federal Reserve hanno dichiarato che la moderata crescita dell’economia statunitense e i forti numero del mercato del lavoro potrebbero essere ancora in linea con un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse.

I recenti eventi globali anno ridotto ma non annientato la possibilità di assistere ad un ulteriore innalzamento nel mese di marzo. Dall’inizio dell’anno, l’oro guadagna circa il 5%, tuttavia, la ABN Amro ha ribadito che la mossa non sembra essere destinata a perdurare.

Secondo la ABN le tetre previsioni per il metallo giallo relative al 2016 sono state dettate dalle continue lotte del dollaro statunitense di fronte ad una revisione ribassista delle aspettative dei tassi di interesse e delle prospettive di crescita economica degli Stati Uniti. Elementi che hanno indirettamente supportato il mercato.

“Se il sentimento degli investitori dovesse diminuire, le attività a basso rendimento come l’oro potrebbero assistere ad un incremento della domanda”. Inoltre la domanda cinese ha registrato un incremento rispetto al 2015 e la richiesta di gioielli potrebbe ancora aumentare.

Molti investitori hanno ipotizzato che il massiccio sell off dei mercati azionari globali postato all’inizio del 2016 avrebbe costretto la banca centrale statunitense a rivedere i progetti che vedevano un innalzamento del 4% dei tassi di interesse entro la fine dell’anno. Alcuni di questi investitori prevedono di tagliare le loro riserve auree poiché la Federal Reserve ha sollevato numerosi dubbi sul futuro dei tassi di interesse.

George Gero, vice presidente senior della RBC Capital Markets Global Futures ha dichiarato che “assisteremo ad un acceso dibattito cu quando e come la Fed innalzerà i tassi di interesse”.

Qualsiasi ritaldo nell’innalzamento dei suddetti tassi potrebbe beneficiare il prezioso poiché non pagando interessi e/o dividendi sarebbe indubbiamente avvantaggiato rispetto ad attività simili alle obbligazioni del Tesoro.

I contrastanti dati economici statunitensi hanno alimentato tale confusione. Nel mese di dicembre gli ordini dei beni durevoli degli Stati Uniti hanno registrato un calo del 5,1%, sollevando numerose preoccupazioni riguardanti la domanda, mentre la scorsa settimana le richieste per il sussidio di disoccupazione sono scese a 278,000 unità, scenario che mostra un continuo miglioramento del mercato del lavoro.

 

 

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