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L’Italia vista dalla Germania

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: May 27, 2016, 16:20 GMT+00:00

La situazione del Bel Paese è sempre d’attualità. Sia nei suoi confini sia al di fuori. Appare interessante osservare il recente punto di vista tedesco in

L’Italia vista dalla Germania

La situazione del Bel Paese è sempre d’attualità.

Sia nei suoi confini sia al di fuori.

Appare interessante osservare il recente punto di vista tedesco in merito, prendendo spunto sia da un piano istituzionale, sia da un profilo tecnico.

In primis, acquistano rilevanza le considerazioni del ministro tedesco dell’economia, Wolfgang Schäuble, orientato a tracciare un quadro positivo del Bel Paese.

Così, a margine di un incontro con la stampa estera a Berlino, ha statuito: “Conosciamo la situazione dell’Italia e vediamo che compie notevoli sforzi anche per le riforme strutturali, sulle norme d’insolvenza e altro. Abbiamo l’impressione che sia sulla buona strada e ne sosteniamo il percorso”.

“Ne sosteniamo il percorso” rasenta la dimensione dell’incredibile, considerandone la fonte.

Una fonte solitamente coerente con il proprio Paese, da sempre molto critico verso l’Italia.

Dichiarazioni in tal senso testimoniano un cambio di rotta per la credibilità tricolore, in più o meno rapida ascesa davanti l’opinione pubblica internazionale.

Pur ammettendo che: “Le raccomandazioni della Commissione Ue non sono state ancora discusse in maniera approfondita , ma non ho sentito critiche al riguardo e anche io non ne ho fatte”, il Ministro si pone in maniera ottimista, invertendo un trend consolidato di alta tensione Berlino-Roma, laddove spesso Berlino vuol dire Bruxelles.

Da questi attestati di stima istituzionali, l’attenzione può spostarsi alla recente analisi sull’insolvenza delle aziende italiane, compiuta da Euler Hermes, società del gruppo Allianz, guarda caso dalle tinte teutoniche.

Secondo il report, le insolvenze delle aziende italiane diminuiranno dell’8%, nel 2016.

La stima riferisce di 13.500 casi: un ammontare doppio rispetto al periodo precedente la crisi, ma comunque un dato positivo da cui ripartire.

Il fenomeno è da ascriversi alla contrazione del credit crunch, favorendo l’innalzamento del ricircolo di capitale. Certo, la via per raggiungere gli standard comunitari è ancora lunga.

A beneficiare di una siffatta situazione dovrebbe essere il comparto manifatturiero, concludono gli analisti di Euler Hermes.

Interessante che il più grande detrattore sia recentemente diventato il più grande sostenitore.

Certo, piano con le parole e che l’Italia si goda il momento. Finché dura.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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