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L’indice dei direttori degli acquisti del settore privato spinge l’euro in rialzo, mentre il dollaro si deprezza

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Bob Mason
Pubblicato: Jun 23, 2017, 12:45 GMT+00:00

Dopo una settimana relativamente tranquilla, la giornata di oggi è ricca di dati: tra cui l'indice preliminare dei direttori degli acquisti del settore

L’indice dei direttori degli acquisti del settore privato spinge l’euro in rialzo, mentre il dollaro si deprezza

Dopo una settimana relativamente tranquilla, la giornata di oggi è ricca di dati: tra cui l’indice preliminare dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e di quello dei servizi per il mese di giugno di Germani, Francia, Eurozona e Stati Uniti.

I dati sulla Francia, pubblicati nella mattinata di oggi, sono stati contraddittori. L’attività del settore manifatturiero vede, infatti, un incremento, mentre quella del settore dei servizi declina, invertendo la tendenza osservata a maggio. Tuttavia, i dati veramente rilevanti per l’Eurozona saranno quelli dell’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero della Germania. La continua espansione dell’economia tedesca rimane, infatti, determinante per la ripresa dell’Eurozona.

Nonostante i dati sulla Francia, alla loro pubblicazione, l’euro ha sperimentato un rimbalzo. A ogni modo, il rialzo sul dollaro dipende più dal declino dell’interesse per la valuta degli Stati Uniti che dall’euforia dei mercati per i risultati dell’economia francese.

Il bollettino economico pubblicato dalla Bce in questa settimana ha dipinto un quadro ottimistico per il secondo trimestre. L’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero della Germania dovrà, quindi, essere positivo affinché i mercati continuino a farsi influenza della previsioni positive. Le ipotesi di un possibile rallentamento dell’economia degli Stati Uniti rendono, infatti, i mercati particolarmente sensibili agli indicatori negativi.

Per il momento, l’euro è riuscito a recuperare le perdite subite nella giornata di giovedì, guadagnando lo 0,18% per raggiungere gli 1,11725$. Al contempo, l’effetto della manovra restrittiva della Fed pare essersi esaurito. L’indice del dollaro spot perde, infatti, lo 0,23% per toccare quota 97,365. I rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti sono diminuiti a causa di una combinazione di fattori, tra cui la possibilità che la riforma del sistema sanitario non venga approvata, i dissensi all’interno del Partito Repubblicano e i dati sulle prime richieste di sussidio di disoccupazione, pubblicati nella giornata di giovedì. Tuttavia, i fattori che più hanno pesato sul dollaro possono essere individuati nel declino subito dal prezzo del petrolio nel corso della settimana e dalle prospettive negative.

Le previsioni di inflazione iniziano a influire negativamente sulle possibilità di una manovra restrittiva nel terzo trimestre e sul dollaro. A quanti puntano sul rialzo del dollaro, la giornata di oggi potrebbe offrire qualche speranza con la pubblicazione dell’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e di quello dei servizi degli Stati Uniti.

Nel corso del secondo trimestre, gli indicatori sono stati contraddittori, sollevando dubbi sull’effettiva materializzazione del tanto discusso rimbalzo. I dati di oggi, in particolare quelli sul settore dei servizi, dovranno mostrare un incremento dell’attività. I mercati saranno particolarmente attenti. Inoltre, la pressione dei prezzi e i nuovi ordini dovranno essere altrettanto positivi al fine di garantire un rimbalzo sostenuto del dollaro.

Mentre si discute sempre meno delle indagini sui membri dell’amministrazione Trump, l’attenzione torna a concentrarsi sul presidente degli Stati Uniti, il che non è mai positivo per il dollaro. Ancora una volta, i mercati potrebbero venire messi di fronte all’incapacità di Trump di attuare le sue promesse elettorali, nonostante la maggioranza repubblicana al Congresso. Il Partito Repubblicano è, infatti, diviso e, dopo l’avvio delle indagini, i sostenitori di Trump sono sempre meno.

Nel Regno Unito non verranno pubblicati dati particolarmente rilevanti. Tuttavia, con i negoziati sulla Brexit ormai avviati, il confronto tra intransigenti e moderati e la posizione assunta dalla Commissione europea sono fattori più che sufficienti per determinare l’andamento della sterlina, che guadagna lo 0,38% e sale a 1.27305$. Quella che appare come una prima intesa sullo status successivo al recesso dei cittadini nell’UE nel Regno Unito e dei cittadini britannici nell’Unione Europea indica l’avanzamento delle posizioni moderate: attualmente, il miglior risultato possibile per la sterlina.

Nel corso della giornata, il dollaro dovrebbe rimanere sotto pressione. Un ulteriore ribasso dipenderà dai dati che verranno diffusi nella giornata di oggi. L’indice dei direttori degli acquisti del settore privato dovrebbe permettere all’euro di mantenere i guadagni. Una Brexit moderata è positiva non soltanto per la sterlina, ma anche per l’euro.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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