Nella tarda notte di mercoledì, il parlamento greco ha approvato tutte le misure di austerità imposte dai creditori europei. Ora, è il momento di salvare
Il biglietto verde è stato spinto in rialzo dalle dichiarazioni di Yellen sull’imminente aumento dei tassi di interesse negli Usa. Nel corso di una relazione al Congresso, Yellen ha sottolineato la posizione raggiunta nel corso della riunione della Fed sulla politica monetaria, secondo cui un innalzamento dei tassi si verificherà “a un certo momento dell’anno” qualora “l’economia evolva secondo le nostre aspettative”.
Le dichiarazioni di Yellen giungono dopo che il Libro Beige della Fed, ultimamente al centro dell’attenzione, ha mostrato una crescita dei dati della prima economia del mondo nei mesi di maggio e giugno, con tutti i 12 distretti bancari che attraversano una fase di espansione. La maggior parte degli analisti prevedono un aumento dei tassi dai minimi storici a settembre o dicembre. Nel corso della sessione asiatica, il dollaro viene negoziato a quota 97,40.
Nel corso della sessione, GBP si è mossa in lieve ribasso per venire negoziata a quota 1,5627 in vista dell’intervento di Mark Carney, previsto per la giornata di oggi. La Banca d’Inghilterra era intenzionata ad avviare l’aumento dei tassi, ma i deboli dati del rapporto sulla disoccupazione, pubblicato nella giornata di ieri, potrebbero costringere la banca centrale britannica a rinunciare a tale decisione.
Oltreatlantico, il dollaro canadese viene attualmente negoziato alla quota minima degli ultimi 6 anni. Sul biglietto verde, il Loonie è ora a quota 1,2933 e si sta muovendo vero il prezzo 1,30 a seguito della riduzione del tasso di interesse di riferimento decisa dalla Banca del Canada. La banca di Ottawa ha, infatti, tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base allo 0,5%, dichiarando che un’inattesa contrazione dell’economia ha provocato un eccesso di capacità e ha ridotto l’inflazione.
Durante la mattinata in Asia, il kiwi è stata la valuta più dinamica a seguito della pubblicazione dei dati sull’inflazione che, mancando le aspettative, hanno portato NZD a quota 0,6532 con un ribasso di 57 punti. La mossa del dollaro neozelandese si è verificata sulla scia di un netto calo dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari. La caduta dei prezzi è stata più forte per le aziende produttrici di latte e derivati, seguita alle fosche previsioni sui prezzi del latte, che, nel corso dell’ultima asta GlobalDairyTrade, svoltasi nella notte, sono crollati a minimi non raggiunti dal luglio 2009. Secondo AgriHQ, il risultato è stato “disastroso”, e dovrebbe provocare un aumento del debito del settore agricolo.
L’indice dei prezzi del latte REINZ ha perso il 5,5% nel trimestre conclusosi a giugno rispetto al trimestre terminato a maggio. Tuttavia, a oggi, l’indice segna un calo soltanto dello 0,3% su base annua. Durante la mattinata, l’Aussie ha subito un ribasso di 12 punti, venendo negoziato a quota 0,7368, a seguito del rialzo del dollaro Usa e in sintonia con il kiwi.