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L’accordo Sul Greggio Iraniano Apre Le Porte Ad Un Enorme Opportunità Di Investimento Energetico

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jul 16, 2015, 16:29 GMT+00:00

Questa mattina, il greggio WTI recupera parte delle perdite nella sessione asiatica postando un rincaro di 52 centesimi, tuttavia rimane al di sotto del

L’accordo Sul Greggio Iraniano Apre Le Porte Ad Un Enorme Opportunità Di Investimento Energetico
L’accordo Sul Greggio Iraniano Apre Le Porte Ad Un Enorme Opportunità Di Investimento Energetico

Questa mattina, il greggio WTI recupera parte delle perdite nella sessione asiatica postando un rincaro di 52 centesimi, tuttavia rimane al di sotto del suo recente range di trading per attestarsi su quota 51,93$. Il Brent segue le orme del WTI guadagnando 24 centesimi ed è scambiato a 57,63$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come nella sessione di mercoledì i prezzi del greggio abbiano postato i minimi degli ultimi tre mesi sulla scia di un eccesso delle scorte mondiali. Infatti, nonostante il calo delle scorte statunitensi mostrato dal rapporto di mercoledì, negli Stati Uniti le scorte commerciali di prodotti petroliferi e di greggio hanno raggiunto livelli record.

Mercoledì il greggio WTI chiude in prossimità dei minimi degli ultimi tre mesi afflitto delle persistenti preoccupazioni riguardanti la massiccia produzione di greggio mentre i trader hanno valutato l’ultimo rapporto settimanale sul scorte di greggio e l’impatto dell’accordo nucleare iraniano. Mercoledì il rapporto EIA relativo alla settimana conclusa il 10 luglio ha mostrato un calo di 4,3 milioni di barili delle scorte di greggio. Gli analisti interpellati da Platts avevano previsto un calo di 1,8 milioni di barili, mentre martedì l’America Petrolium Institute aveva mostrato un calo di 7,3 milioni di barili.

Il rapporto è stato leggermente “rialzista” ma ora che la situazione sembra essersi leggermente stabilizzata i trader stanno esaminando il livello, ancora elevato, della produzione degli Stati Uniti nonostante il costante calo delle uscite. Stando al rapporto EIA, le scorte di benzina sono aumentate di 100,000 barili, più o meno in linea con le aspettative del mercato, tuttavia, quelle dei distillati, che includono gasolio, cherosene e carburante per jet, sono aumentate di 3,8 milioni di barili.

Le scorte di greggio sono diminuite e la domanda della raffineria è aumentata, tuttavia, le prospettive restano quelle di un greggio a buon mercato poiché l’eccesso dell’offerta persiste. Stando al rapporto EIA, la scorsa settimana, le scorte di greggio hanno postato un calo di 4,3 milioni di barili poiché le raffinerie hanno potenziato il volume della produzione portandolo a livelli record.

Il greggio WTI posta un calo di oltre il 17% dai massimi di giugno mentre il Brent perde più del 15% poiché l’offerta rimane in eccesso di circa 2,5 milioni di barili giornalieri, inoltre, la prospettiva di un possibile ritorno del greggio iraniano nei mercati globali già dal 2016, ritorno dettato dall’accordo nucleare tra Teheran e sei potenze mondiali, grava sui prezzi del combustibile.

Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come l’Iran, dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), possiede alcune delle più grandi riserve mondiali di greggio mondiali. A tale proposito, ricordiamo come la nazione abbia esportato quasi 3 milioni di barili giornalieri di greggio prima di subire le sanzioni occidentali dettate delle sue presunte ambizioni nucleari, scenario che negli ultimi due anni e mezzo ha innescato un calo delle spedizioni iraniane di circa un milione di barili giornalieri. Inoltre, bisogna considerare che, oltre all’impatto che l’Iran potrebbe avere sui prezzi del greggio, il paese offre grandi opportunità di investimento poiché desidera modernizzare il settore petrolifero colpito dalle sanzioni. Teheran mostra un forte entusiasmo di fronte agli investimenti stranieri e desidera ottenere l’accesso alle nuove tecnologie legate alla catena energetica. Il potenziale per gli investimenti in Iran è enorme e tre quarti delle sue riserve tra gas e petrolio non sono state ancora prodotte e il paese è il terzo maggior produttore al mondo.

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