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La FED e la Banca d’Inghilterra assumono il controllo del dollaro e della sterlina. Durerà?

Da
Bob Mason
Pubblicato: Jun 16, 2017, 14:21 GMT+00:00

Negli ultimi giorni, Trump deve avere imparato alcune lezioni importanti. In primo luogo, il presidente degli Stati Uniti non ha alcun controllo

La FED e la Banca d’Inghilterra assumono il controllo del dollaro e della sterlina. Durerà?

Negli ultimi giorni, Trump deve avere imparato alcune lezioni importanti. In primo luogo, il presidente degli Stati Uniti non ha alcun controllo sull’andamento del dollaro e dell’economia. Il rimbalzo della valuta degli Stati Uniti deriva, infatti, dai toni da falco assunti dalla Fed, motivata dalle condizioni del mercato del lavoro. Secondariamente, Trump ha appreso che non deve svegliare il can che dorme. Era, infatti, chiaro che il presidente degli Stati Uniti sarebbe stato inevitabilmente indagato. I tweet dalla Casa Bianca non hanno certamente aiutato Trump. Qualora le ingerenze della Russia venissero dimostrate, la maggioranza degli esponenti del Partito Repubblicano potrebbe voltare le spalle Trump, esclusi ovviamente quelli che l’hanno già fatto.

È interessante notare come l’andamento del dollaro non sia stato influenzato dalle notizie riguardanti le indagini su Trump. C’è una ragione. Il totale fallimento di Trump e della sua amministrazione nell’attuazione delle misure di crescita promesse durante la campagna elettorale, compresa la riforma del sistema tributario. Apparentemente pronte ad essere approvate alla fine di maggio, a oggi tali misure paiono essere svanite nel nulla.

In passato, il pessimismo nei confronti dell’amministrazione repubblicana aveva diffuso il panico sui mercati. Ora, gli investitori non sembrano prestare troppa attenzione alle vicende che interessano la Casa Bianca. Qualora si dimostrasse che il presidente degli Stati Uniti ha intrattenuto rapporti con la Russia, si potrebbe verificare un nuovo effetto Trump, ma di diversa natura, con i mercati che si muovono in rialzo?

Potrebbe essere un rialzo del tipo di quello osservato a novembre del 2016. Tuttavia, questa volta, i mercati saluterebbero l’elezione di un presidente capace di governare. Attualmente, i repubblicani sono un partito diviso. Trump non è riuscito a dividere soltanto gli Stati Uniti, ma anche ad approfondire i contrasti all’interno del Partito Repubblicano.

Nel corso della settimana, le banche centrali sono state al centro dell’attenzione. Ai falchi della Fed si è aggiunto un inatteso livello di dissenso tra i membri del Comitato per la Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra. L’economia britannica si trova in gravi difficoltà, stretta tra l’aumento dell’inflazione e il declino della crescita dei salari. L’unico dato positivo è rappresentato dalla diminuzione delle richieste di sussidio di disoccupazione e dal tasso di disoccupazione. Tuttavia, è soltanto questione di tempo perché si verifichi un cambiamento, nella politica monetaria o nel sentimento.

Sia il dollaro sia la sterlina hanno ricevuto le attenzioni necessarie. Tuttavia, col passare dei giorni, ci si chiede se quanti puntano sul rialzo del dollaro possano veramente tenere le posizioni e sei mercati siano effettivamente in grado di trascurare i fattori geopolitici, in particolare quelli riguardanti Trump.

La giornata di oggi è priva di dati sul Regno Unito. Si dovrà attendere ancora un mese per vedere se l’inflazione e i consumi costringeranno il Comitato per la Politica Monetaria a innalzare i tassi. Il voto di 5 a 3 è stato certamente sorprendente. Il dissenso tra i membri del Comitato non costituisce una novità. Parimenti, non rileva che Karen Forbes, la promotrice del dissidio, lascerà il Comitato alla fine del mese. Difficilmente un nuovo membro voterà contro l’opinione della maggioranza.

Simili sviluppo dovrebbero avere effetti negativi sulla sterlina. L’aumento dei prezzi al consumo nelle condizioni attuali e la neutralità della politica monetaria della Banca d’Inghilterra danneggiano l’economia. Il debito privato cresce, i salari si riducono e i consumi diminuiscono. A tutto ciò si deve aggiungere l’incertezza che continua a circondare il futuro del governo britannico e la Brexit. Ciò considerato, è molto probabile che la sterlina si muova in ribasso.

Negli Stati Uniti, l’abilità dei mercati di trascurare gli eventi di Washington inizierà a svanire. Per quanti puntano sul rialzo del dollaro, l’unico dato positivo è costituito dalla scommessa di Yellen, la presidente della Fed,  sulle previsioni di inflazione trainata dal mercato del lavoro, che continuano a sostenere la politica monetaria della banca centrale degli Stati Uniti.

I dati sul settore manifatturiero degli Stati Uniti, pubblicati nella giornata di giovedì sono risultati migliori delle previsioni, ma contraddittori in confronto alla lettura di aprile. Per il dollaro, il principale fattore di rialzo è stato costituito dai dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione. Ancora una volta, Yellen si è concentrata sul mercato del lavoro. La sensibilità degli investitori all’andamento del mercato del lavoro pare, se possibile, prossima ad aumentare.

Mentre la popolarità di Trump raggiunge i minimi storici e continua a scendere, i mercati possono riflettere su se e quanto l’incapacità dell’amministrazione repubblicana di attuare le misure proposte durante la campagna elettorale e le indagini in corso hanno influito sulla fiducia dei consumatori. Stando ai dati di maggio sulle vendite al dettaglio, i consumatori ne hanno abbastanza. La debolezza dell’indice della fiducia dei consumatori elaborato dalla University of Michigan suggerisce che i consumi continueranno a contrarsi, trascinando il dollaro in netto ribasso. L’indice del dollaro spot è riuscito a mantenere i guadagni di questa settimana, muovendosi in rialzo di appena lo 0,01% per raggiungere quota 97,442.

Nel Regno Unito, dopo le elezioni anticipate, Theresa May sta affrontando un simile declino di popolarità. Prima del voto, il gradimento nei confronti della primo ministro era a +10: nell’ultima settimana, è sceso a -34. Al contrario, secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da YouGov in questa settimana, la popolarità del laburista Jeremy Corbyn è salita da -42 a 0.

A ciò si deve aggiungere il declino dei consensi subito dal Partito Conservatore, la cui popolarità scende da +85 a +57, mentre quella del Partito Laburista aumenta da -25 a +6.

La responsabilità di questi risultati è, senza dubbio, di May. Se il Partito Conservatore subisse il voto di sfiducia e venissero indette nuove elezioni, vi è la netta possibilità di una vittoria dei laburisti. A ogni modo, per il momento, May è ancora primo ministro.

L’accordo tra conservatori e PUD pare essere stato raggiunto. Tuttavia, finché l’intesa non sarà stata vista, firmata e sottoscritta, la coalizione rischia di non formarsi. In tal caso, una soluzione possibile, ma poco probabile, vede i laburisti costituire un governo di minoranza. Dopo il rimbalzo dal minimo al di sotto degli 1,27$ di questa settimana, la sterlina cadrebbe nel limbo.

Ai mercati si prospetta una settimana interessante. Dopo la sconfitta dei partiti populisti, il quadro politico dell’Eurozona appare più stabile.

Sostenuta dalla speranza per l’annuncio dell’intesa tra Partito Conservatore e PUD, la sterlina ha mantenuto guadagni, muovendosi in rialzo per raggiungere gli 1,27831$. L’andamento della valuta britannica dipende dai progressi nel raggiungimento di un accordo tra i conservatori e gli unionisti democratici. La coalizione potrebbe ancora saltare, ma è poco probabile. I mercati sperano di non incorrere nell’ennesima sorpresa di quest’anno.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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