Nella giornata di oggi, dopo due sessioni relativamente tranquille per quanto concerne i dati, il Fomc pubblicherà la tanto attesa decisione sulla
Nella giornata di oggi, dopo due sessioni relativamente tranquille per quanto concerne i dati, il Fomc pubblicherà la tanto attesa decisione sulla politica monetaria del mese di giugno.
I mercati ipotizzano che la Fed manterrà il sentiero dei tassi di interesse annunciato a marzo. Una manovra restrittiva nella giornata di oggi pare scontata: le probabilità si attestano, infatti, poco al di sotto del 100%.
Prima delle decisione sulla politica monetaria e delle previsioni economiche del Fomc (che potrebbero avere un impatto di gran lunga maggiore sul dollaro e sulla propensione al rischio della manovra stessa), verranno pubblicati i dati sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio per il mese di maggio. I mercati danno ormai per certo un innalzamento dei tassi. Ci si chiede, quindi, quanto negativi debbano essere i dati perché gli investitori riconsiderino la possibilità di una manovra restrittiva da parte della Fed. Una lettura negativa provocherebbe certamente uno shock. Le previsioni economiche del Fomc potrebbero, infatti, venire corrette al ribasso.
La Fed ha trascurato la debolezza dell’economia nel primo trimestre. I mercati si chiedono, quindi, se la banca centrale degli Stati Uniti adotterà una posizione più da falco nel secondo trimestre. Gli indicatori non hanno ancora mostrato una svolta convincente.
Ammesso che i dati sugli Stati Uniti confermino o superino le aspettative, la Fed dovrà comunque prendere in considerazione la scarsa pressione inflazionistica, rivedendo le sue proiezioni sul 2017 e sugli anni successivi. Una correzione al ribasso delle previsioni sull’inflazione solleverebbe, infatti, dubbi su un’altra possibile manovra restrittiva nel corso dell’anno. I mercati avranno trenta terribili minuti per analizzare l’annuncio dell’innalzamento dei tassi, prima che la presidente della Fed, Yellen, intervenga alla conferenza stampa del Fomc. A ogni modo, qualora il Fomc avesse adottato una posizione da colomba, il danno sarebbe già stato fatto.
Sarebbe sorprendente se la Fed intimorisse i mercati, specialmente se si considerano le questioni che l’amministrazione Trump deve affrontare e i loro effetti sull’economia. Ciò parrebbe suggerire che Yellen tenterà di rassicurare i mercati, senza badare all’impatto delle previsioni economiche e della decisione sulla politica monetaria. Yellen potrebbe, inoltre, fornire indicazioni sul riequilibro del bilancio della Fed.
Nel Regno Unito, l’andamento della sterlina è influenzato dai dati sull’inflazione pubblicati nella giornata di ieri e dal mantenimento della carica di primo ministro da parte di Theresa May. I dati sull’occupazione, diffusi nella mattinata di oggi, potrebbero avere un impatto pari a quello delle cifre di ieri. La Banca d’Inghilterra ha trovato nella debolezza delle proiezioni sull’occupazione una giustificazione per mantenere l’attuale politica monetaria, nonostante il rimbalzo dei prezzi al consumo e i rischi per il Regno Unito derivanti dall’inflazione.
Dati positivi potrebbero portare a chiedersi se la Banca d’Inghilterra manterrà la sua politica monetaria fondata sulla neutralità. Tuttavia, data l’incertezza del quadro politico e, in particolare, dei negoziati sulla Brexit, la Banca d’Inghilterra non ha alcuna ragione per modificare la politica monetaria.
Nel resto dell’Europa, la giornata è tranquilla: i dati sono, infatti, limitati a quelli sulla produzione industriale dell’Eurozona per il mese di aprile. Difficilmente la lettura produrrà effetti rilevanti. L’attenzione dei mercati è, infatti, concentrata sugli Stati Uniti: sui dati e sulla Fed.
L’indice del dollaro spot ha perso lo 0,04% per toccare quota 96,934. La sterlina ha guadagnato lo 0,16%, portandosi a 1,27745$. Tuttavia, prima della pubblicazione dei dati di oggi, la valuta britannica si è mossa in ribasso, trascinata dall’aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione nel mese di maggio.
L’andamento del dollaro dipende dalla decisione delle Fed, quello della sterlina dai dati diffusi in mattinata. A ogni modo, non si devono trascurare gli sviluppi politici nel Regno Unito.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.