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Investire nei titoli azionari legati alla ripartenza, ecco quali

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 24, 2021, 08:58 UTC

Investire nei titoli azionari legati alla ripartenza per diversificare meglio il portafoglio azionario, ma guardando ad altre classi di attività.

titoli azionari

L’investitore dovrebbe vendere o tenere le sue partecipazioni nei titoli azionari in questa fase incerta, in cui una super inflazione rischia di far crollare il valore delle azioni a favore del comparto degli obbligazionari che invece salgono?

I fattori in campo sono di non facile interpretazione, anche perché non è chiaro se davvero l’inflazione crescerà in modo così robusto come alcuni analisti “vedono”.

Per l’investitore sarà utile, quindi, non agire d’impulso ma verificare tutti i segnali che giungono dai mercati. Perché nel caso di una forte vendita dei titoli obbligazionari, ad esempio, ciò potrebbe presentare delle opportunità nell’azionario.

All’opposto notizie negative legate all’impatto della Covid-19 sulle economie, potrebbe buttare giù alcuni settori.

In generale è il caso di tenere presente che i rialzi dei settori azionari si sono raffreddati, mentre ci troviamo in un quadro generale maggiormente ribassista, con la possibilità di investimenti interessanti “flash” in alcuni settori specifici.

Non andrà persa una visione più ampia, con una diversificazione in altre classi di attività, tra cui appunto i titoli obbligazionari, i titoli di Stato e i bond high yield favoriti dai rialzi di questi ultimi.

Le azioni cicliche

Con la ripresa dell’economia sono le azioni cicliche a beneficiare dei maggiori favori di una economia in ripresa generale. Di solito i titoli ciclici sono penalizzati e soffrono durante fasi di recessione economica, ma si espandono quando le economie riprendono la crescita.

Al netto delle criticità ancora presenti, questo è comunque una fase di ripresa delle attività. Le crescite maggiori si rilevano nei mercati emergenti, ma anche tra i titoli small cap delle economie sviluppate.

Intrattenimento, videogame e streaming

Lo scorso anno tra i boom che la pandemia ha generato, si è collocato ai primi posti il gaming online e in generale i videogiochi. Nonostante il venir meno dei blocchi agli spostamenti consente alle persone di uscire di casa, privilegiando quei settori legati all’intrattenimento all’aperto, i videogiochi online sono da tenere sotto osservazione.

Così come le piattaforme di streaming online legate al gaming come Twitch. Chi ha seguito il caso Superlega, avrà letto l’intervista rilasciata da Andrea Agnelli, il quale affermava che i nuovi competitor del calcio reale sono i videogiochi. Ebbene i numeri sembrano dargli ragione, le nuove generazioni sono più interessati ai videogame, assurti a veri e propri “sport”. Un settore che catalizza investimenti crescenti e che paga anche lautamente i nuovi campioni degli e-sport: prenderanno il posto dei calciatori?

Il comparto dell’intrattenimento all’aperto

Abbiamo accennato nel precedente paragrafo dell’intrattenimento all’aperto. Dopo oltre un anno di “chiusi in casa”, le persone vorranno riprendere a viaggiare, visitare luoghi, fare vacanze, ma anche incontrarsi da vicino per stringere alleanze commerciali e trovare nuove opportunità di crescita lavorativa.

In questa ripresa bisogna tenere conto di quelle società che sono pienamente coinvolte nell’intrattenimento all’aperto e nei viaggi e vacanze, in una sola parola: Turismo.

Quindi, compagnie del settore crocieristico, società quotate grandi organizzatori di viaggi, società con investimenti in catene alberghiere, villaggi vacanze e ristorazione.

Sull’orizzonte più ampio

Guardando ad un orizzonte più ampio, e quindi fino ad almeno al 2026-2027, si tenga presente il grande impulso che dovrebbe ricevere l’economia dagli investimenti delle grandi economie.

In particolare il settore infrastrutture (ferroviario, aeroportuale, porti, autostrade, reti idriche), ma anche il settore dell’energia con la necessità di rinnovarsi in chiave green. Anche al comparto automotive è richiesto un salto di qualità verso motori elettrici che nei prossimi decenni sostituiranno del tutto i motori a scoppio.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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