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Incertezza sui mercati valutari e delle materie prime in vista del referendum in Grecia

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Jul 3, 2015, 23:40 GMT+00:00

La giornata di venerdì ha visto un andamento incerto sui mercati valutari e delle materie prime, dovuto alla chiusura anticipata per la celebrazione della

Incertezza sui mercati valutari e delle materie prime in vista del referendum in Grecia

La giornata di venerdì ha visto un andamento incerto sui mercati valutari e delle materie prime, dovuto alla chiusura anticipata per la celebrazione della festa dell’Indipendenza negli Stati Uniti. Molti degli attori principali si sono, inoltre, tenuti ai margini in vista del referendum greco del 5 luglio. Le preoccupazioni degli investitori aumentano a causa dell’incertezza e della mancanza di una soluzione.

Secondo un documento del Dow Jones, un accordo sarà raggiunto entro 48 ore dal referendum. Qualora dovessero vincere i “no”, il giorno dopo, il primo ministro greco Alexis Tsipras dovrebbe recarsi a Bruxelles per firmare l’accordo.

Una vittoria del “no” dovrebbe, inoltre, contribuire a sostenere la coppia EUR/USD, che si è mossa al ribasso per tutta la settimana. Un simile esito potrebbe, poi, avere un effetto spillover sugli acquisti per la coppia GBP/USD. Dato che, il dollaro Usa si muoverà probabilmente al ribasso a seguito della vittoria dei “no”, i contratti future sull’oro con scadenza ad agosto stipulati sul Comex potrebbero trovare supporto, conducendo a un rialzo di breve periodo e caratterizzato da coperture short.

I contratti future sul greggio con scadenza ad agosto sono stati sotto pressione e hanno concluso la settimana nettamente in ribasso. La pressione sui prezzi del greggio è stata determinata dalle notizie sull’aumento della produzione degli Stati Uniti e sulla notevole possibilità che si raggiunga un accordo sul nucleare con l’Iran.

Negli Stati Uniti, l’aumento della produzione ha provocato una sorprendente crescita delle scorte degli Usa. Le otto settimane consecutive di calo dei depositi sono giunte al termine durante la scorsa settimana, quando l’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia ha dichiarato che le forniture sono aumentate di 2,4 milioni di barili a fronte di un calo stimato a 1,9 milioni di barili.

Gli investitori temono, inoltre, che l’abrogazione delle sanzioni contro l’Iran permetteranno alla Repubblica Islamica di attrarre gli investimenti esteri. I nuovi fondi saranno utilizzati per modernizzare l’industria petrolifera iraniana. Quasi subito, l’Iran potrà, quindi, piazzare sul mercato 1 milione di barili di greggio al giorno. Tale risultato potrebbe raddoppiare in sei mesi, contribuendo all’eccesso di offerta globale.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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