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Il trading dello yen come valuta rifugio e le banche centrali provocano volatilità sul mercato Forex

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 9, 2016, 08:09 GMT+00:00

Speculatori e analisti si chiedono quanto a lungo possa durare. Nella mattinata di oggi, durante la sessione asiatica, il dollaro ha toccato quota 93,44

Il trading dello yen come valuta rifugio e le banche centrali provocano volatilità sul mercato Forex

Speculatori e analisti si chiedono quanto a lungo possa durare. Nella mattinata di oggi, durante la sessione asiatica, il dollaro ha toccato quota 93,44 dopo che i trader si sono mossi su beni rifugio come l’oro e lo yen a seguito del taglio delle previsioni sulla crescita globale da parte della Banca Mondiale. I trader sono rimasti in trepidante attesa fio alla pubblicazione del rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, diffuso nella giornata di venerdì scorso, che ha shoccato i mercati con soltanto 38mila nuovi posti di lavoro a fronte dei 160mila attesi. Dopo due settimane di dichiarazioni da toni da falco da parte dei membri della Fed, la completa inversione di questa settimana pare indicare che anche la banca centrale degli Stati Uniti sia stata sorpresa dai dati. Nella mattinata di oggi, la Cina ha contribuito al nervosismo dei mercati con i dati sull’inflazione, che hanno deluso le aspettative.

In Cina, nel mese di maggio, l’inflazione al consumo è aumentata del 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, meno di quanto gli analisti del mercato avevano previsto.

In base ai dati pubblicati nella giornata di giovedì, gli ordinativi industriali hanno mostrato segni di ripresa.

Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Nazionale di Statistica, l’incremento dell’indice dei prezzi al consumo si confronta con l’aumento del 2,3% registrato in aprile. Gli analisti avevano previsto che il tasso di inflazione sarebbe rimasto decisamente invariato. 

La minore crescita dell’indice è dovuta soprattutto al rallentamento dell’incremento dei prezzi dei generi alimentari. Nell’ultimo mese, questi sono aumentati del 5,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre sono diminuiti rispetto all’ incremento del 7,4% registrato ad aprile.

Un aumento dell’indice dei prezzi al consumo di circa il 3% è considerato un dato positivo e un pari incremento dell’indice dei prezzi alla produzione beneficerebbe gli investimenti delle imprese.

A meno che la Federal Reserve non sorprenda i mercati con l’annuncio di un innalzamento dei tassi, la politica economica della Cina rimarrà la stessa, con Pechino che preme sulle riforme strutturali dal lato dell’offerta. Le autorità di politica monetaria continueranno a utilizzare strumenti convenzionali per gestire la liquidità.

In Asia, la buona notizia della mattinata di oggi è stata la decisione della Reserve Bank of New Zealand di mantenere i tassi e la politica monetaria invariati. Dopo la decisione ha deluso le aspettative circa un taglio dei tassi di interesse, lasciandoli invariati, il kiwi si è mosso in rialzo, raggiungendo il massimo annuale a quota 0,7119. Solo qualche giorno fa, la Reserve Bank of Australia aveva deciso di non modificare né i tassi né la politica monetaria, in tal modo provocando un apprezzamento dell’Aussie ai massimi recenti. Nella mattinata di oggi, il dollaro australiano viene negoziato a quota 0,7481, in ribasso di 8 punti.

La sorpresa di oggi è rappresentata dallo yen, spinto in rialzo dalla domanda di beni rifugio. Contro un dollaro in ribasso, lo yen viene negoziato a quota 106,60, guadagnando 39 punti. Contro un euro in rialzo, lo yen acquista 28 punti per raggiungere quota 121,66, mentre i trader attendono delle risposte dalla Banca del Giappone. Per l’inizio del prossimo anno, lo yen si sarà apprezzato di circa il 20% sul dollaro, con la la politica dei tassi di interesse negativi attuata dal governatore della Banca del Giappone, Haruiko Kuroda, che non è riuscita a indebolire la valuta nipponica.

Conosciuto come il “cane pazzo” per il suo stile di trading aggressivo durante 50 anni di carriera nel mercato valutario, Wakabayashi ha analizzato i grafici di lungo periodo per predire il massimo storico dello yen ad aprile del 1995, la fine del suo periodo di rialzo all’inizio del 2012 e l’apprezzamento a quota 100 di quest’anno, quando la valuta nipponica era intorno a quota 120. Attualmente, Wakabayashi prevede che lo yen salirà a livelli non registrati dal gennaio del 2013 a partire da 107,66 dollari alla borsa di Londra.

Secondo Wakabayashi, presidente della Wakabayashi FX Associates Co., una società di servizi di informazione per gli investimenti di Tokyo, “Le valute non si stanno muovendo sui tassi di interesse, ma seguono un andamento ondulatorio. Come si può spiegare con i differenziali dei tassi di interesse la mossa da 121 a 105 yen quando il Giappone ha deciso di adottare i tassi negativi? Lo yen si apprezza anche con i tassi negativi perché attualmente è in una fase di rialzo.”

Nel corso di quest’anno, la valuta nipponica ha guadagnato circa il 12%, ostacolando gli sforzi della Banca del Giappone per portare l’inflazione al 2% con massicci acquisti di titoli e l’adozione dei tassi di interesse negativi.

Le divergenze di politica monetaria tra la Banca del Giappone e la Federal hanno fatto ben poco per impedire che,a maggio, lo yen raggiungesse i massimi degli ultimi 18 mesi.

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