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Il rafforzamento del dollaro USA affonda il petrolio greggio

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Jun 11, 2016, 09:02 GMT+00:00

Venerdì, dopo aver raggiunto il massimo plurimensile a $ 51,67 la settimana precedente, i future sul petrolio greggio con scadenza a luglio si muovono in

Il rafforzamento del dollaro USA affonda il petrolio greggio

Venerdì, dopo aver raggiunto il massimo plurimensile a $ 51,67 la settimana precedente, i future sul petrolio greggio con scadenza a luglio si muovono in ribasso per il secondo giorno consecutivo. L’ultima quotazione è a $ 49,71, in ribasso di $ 0,85 (-1,68%). La rottura dei massimi del 2016 sarebbe imputabile proprio al rafforzamento del dollaro USA; le perdite sono comunque limitate in virtù di una forte domanda da parte delle raffinerie e a causa delle interruzioni ai rifornimenti a livello globale.
Il rafforzamento del dollaro ha inciso negativamente sui prezzi aumentando il costo delle importazioni per i paesi esteri, ma la forte domanda interna complessiva da parte delle raffinerie, a cui si aggiungono le interruzioni ai rifornimenti in Nigeria, hanno impedito un’accelerazione dell’ondata di vendite.
Nonostante il rafforzamento del dollaro, su Comex i future sull’oro con scadenza ad agosto recuperano terreno dopo la recente fiacchezza per salire a $ 1278,00, in rialzo di $ 6,10 (+0,48%). Il mercato è vicino ai massimi delle ultime tre settimane e si appresta a segnare la seconda chiusura settimanale su terreno positivo.
Dietro il rally di venerdì ci sarebbe invece la domanda di beni rifugio, in aumento già dalla scorsa settimana in seguito alla pubblicazione del rapporto ribassista sulle buste paga dei settori non agricoli e avrebbe ricevuto ulteriore supporto successivamente dalle dichiarazioni accomodanti rilasciate a inizio settimana dal presidente della Fed Janet Yellen, tali da frenare le aspettative per un imminente aumento dei tassi.
Intanto in Europa si diffonde il timore di una fuoriuscita della Gran Bretagna dell’eurozona subito dopo referendum del 23 giugno; gli investitori tornano pertanto ad interessarsi ai beni rifugio come lo yen giapponese e persino il franco svizzero.
Venerdì la coppia USD/JPY perde terreno per chiudere a 106,854, in ribasso di 0,266 (-0,25%), dopo che l’avversione al rischio diffusa sui principali mercati ha spinto in ribasso le valute dei mercati emergenti e facendo precipitare i rendimenti dei titoli del tesoro a 10 anni in Giappone Germania ai minimi storici. Il franco svizzero guadagna lo 0,2% attestandosi a 1,0885 contro l’euro, vicino ai massimi dall’aprile 2014.
Venerdì, con i rendimenti dei Bond tedeschi vicini allo zero, i venditori continuano ad accanirsi sulla coppia EUR/USD. L’oro si attesta a 1,1291 contro il dollaro, in ribasso di 0,0024 (-0,21%).
Venerdì affonda anche la coppia GBP/USD, dopo che un numero sempre maggiore di investitori si è convinto che i cittadini britannici voteranno per la fuoriuscita dell’eurozona. La sterlina è sprofondata dell’1,00% circa scivolando a 1,4324, in ribasso di 0,0131.
Per quanto riguarda gli altri dati del giorno, segnaliamo il dato preliminare sull’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, stabile a 94,3, leggermente sopra le previsioni ferme a 94,1. In giornata verrà reso pubblico il federal budget, previsto a -56,2 miliardi.
Con i rendimenti dei titoli del tesoro tedeschi a 10 anni scesi ai minimi storici a 0,011, e i titoli giapponesi su terreno negativo a -0,013, i trader sui mercati azionari europei si sono un po’ spaventati facendo precipitare le borse. Gli indici del dollaro hanno seguito in ribasso trascinati dal calo delle azioni del settore finanziario. A metà giornata i future su June E-mini Dow Jones Industrial Average sono in ribasso di 136 punti. I future su June E-mini S&P 500 Index perdono 17,75 punti (-0,84%) scivolando a 2096,50.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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