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Il mercato del petrolio ancora in difficoltà ma Goldman Sachs punta ora al rialzo

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 14, 2016, 08:07 GMT+00:00

Lunedì scende il prezzo del WTI e un brivido attraversa la schiena degli investitori. I nervi erano già allo stremo in vista della riunione del FOMC e

Il mercato del petrolio ancora in difficoltà ma Goldman Sachs punta ora al rialzo

Lunedì scende il prezzo del WTI e un brivido attraversa la schiena degli investitori. I nervi erano già allo stremo in vista della riunione del FOMC e della decisione della Banca del Giappone attesi in settimana. Il WTI recupera in giornata parte delle recenti perdite rimanendo però in ribasso di 44 centesimi, a 48,61; cede terreno anche il Brent che, dopo essere sceso al di sotto dei $ 50, scivola a 50,1. L’ondata di vendite rappresenta un’estensione del movimento ribassista dello scorso venerdì, quando il prezzo del petrolio era sprofondato di quasi il 3%; i mercati continuano infatti a monitorare lo squilibrio fra domanda e offerta, responsabile del calo dei prezzi degli ultimi due anni. Martedì mattina il mercato accusa un brutto colpo all’apertura dei mercati asiatici, quando il WTI acceduto cede un altro mezzo dollaro scivolando a 48,35, mentre il Brent scende a 49,87.

Nel rapporto settimanale sulle riserve di petrolio l’Agenzia di Informazione sull’Energia (EIA) segnala, in riferimento alla scorsa settimana, una flessione pari a 3,2 milioni di barili per un totale di 532,5 milioni, circa 400.000 barili in più rispetto al calo di 2,8 milioni previsto dagli analisti.
Dopo aver raggiunto il fondo a gennaio quando il barile è scivolato a $ 28, il mercato ha ora riguadagnato quasi l’80%, e sulle piazze si diffonde un clima di crescente fiducia sull’avvio di una nuova fase di ribilanciamento tale da spingere i prezzi in rialzo (anche se questo sentiment di mercato sembra essersi attutito leggermente lunedì).
Il rimbalzo dei prezzi è dovuto alle ulteriori interruzioni nella produzione in Nigeria, ai persistenti timori riguardo rispetto alla quantità di greggio che il Venezuela sarà nelle condizioni di produrre con l’economia del paese che continua a sprofondare nella crisi, e una nota di Goldman Sachs nella quale si sostiene che il problema dell’eccesso di offerta sul mercato del petrolio potrebbe essere giunto al termine.

Secondo Bloomberg, “mentre gran parte della flessione del prezzo del petrolio verificatasi nel 2014 potrebbe trovare giustificazione nel significativo incremento dell’offerta di petrolio, il più recente calo del prezzo riflette il calo di domanda a livello globale” sostiene la BCE in un articolo del bollettino economico di lunedì. “Sebbene il basso prezzo del petrolio possa ancora favorire un incremento della domanda aumentando il reddito disponibile nei paesi importatori netti di petrolio, questo potrebbe non compensare gli ampi effetti di un calo di domanda a livello globale”.
Questa analisi si inserisce nel dibattito della BCE su un possibile incremento delle misure di stimolo monetario per l’economia dell’area euro, visto che un utilizzo limitato degli impianti di condizionamento le conseguenti bollette meno care comportano un aumento del potere di acquisto dei consumatori. Il presidente Mario Daghi ha anche sostenuto che, così come lo è una bassa inflazione – il principale obiettivo della BCE – un calo del prezzo dell’energia potrebbe segnalare un’attività economica fiacca e la conseguente necessità di un intervento.

Il mercato del petrolio si appresta quindi a ritrovare un equilibrio tra offerta e domanda nel corso dell’anno, alla luce di un aumento della domanda favorito dalla crescita economica e di un arretramento dell’offerta dovuto al calo di produzione negli USA e una serie di interruzioni ai rifornimenti.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio nel rapporto mensile segnala, in riferimento al mese di maggio, una contrazione pari a 8 milioni di barili di petrolio greggio. Al contrario, nei mesi di marzo e aprile le riserve globali aumentano di 12 milioni di barili, e di 19 milioni nel mese di febbraio.
Il cronico eccesso di offerta sul mercato del petrolio nel mese di febbraio ha spinto i prezzi ai minimi degli ultimi 12 anni, ma il ridursi di tale eccesso ha favorito il rally che abbiamo osservato. Il prezzo di riferimento dell’OPEC per il mese di maggio è attorno ai $ 43,21 il barile, con un incremento di $ 5,35 rispetto al mese precedente. La crescita della domanda globale nel 2016 rimane invariata rispetto al rapporto del mese precedente a 1,2 milioni di barili al giorno, per una media giornaliera di 94,15 milioni di barili. La crescita della domanda del 2015 seggi si aggira attorno a 1,54 milioni di barili al giorno per una media giornaliera di 92,98 milioni di barili.

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