La notizia più importante di questa mattina è la decisione di Moody’s di declassare il rating sovrano della Cina. Questo è il primo declassamento della
La notizia più importante di questa mattina è la decisione di Moody’s di declassare il rating sovrano della Cina. Questo è il primo declassamento della Cina dal 1989.
La decisione ha provocato il crollo dei mercati cinesi, che hanno poi recuperato. A quanto pare, la propensione al rischio rimane stabile, con l’oro che si muove in ribasso e lo yen che si deprezza. Il Csi 300 ha recuperato le pesanti perdite subite a seguito del declassamento di Moody’s.
Da tempo, il debito della Cina è fonte di preoccupazione. Il governo di Pechino e la Banca Popolare Cinese hanno tentato di affrontare la questione, con la sovracapacità che persiste nel settore manifatturiero, il maggiormente colpito dai debiti. Tuttavia, la realtà è che il debito continua a crescere.
Le borse potrebbero sostenere il declassamento, ma le imprese cinesi potrebbero presto dovere affrontare un problema del tutto diverso. La decisione di Moody’s potrebbe, infatti, provocare un incremento dei costi di finanziamento per i prestiti esteri, con effetti sulla produzione, in particolare qualora lo yuan continuasse a muoversi in ribasso come conseguenza del declassamento, facendo aumentare il costo del credito.
A ogni modo, è troppo presto perché sui mercati si scateni il panico. Per ora, la preoccupazione dovrebbe continuare a diminuire. Nel breve periodo, le previsioni sull’economia mondiale e quelle sulla domanda di beni cinesi dovrebbero, infatti, rimanere positive.
All’apertura, i principali indici europei si sono mossi in ribasso. I mercati hanno, infatti, dovuto elaborare il declassamento della Cina, in attesa della pubblicazione dei verbali del Fomc. Intanto, il dollaro continua ad apprezzarsi, con l’indice spot che guadagna lo 0,07% per portarsi a quota 97,42. Tuttavia, questa non è una direzione definitiva, poiché i mercati devono sempre considerare gli sviluppi delle vicende in cui è coinvolto Trump.
Nella giornata di oggi, il dollaro sarà nuovamente al centro dell’attenzione. Tuttavia, la questione principale verrà posta dalla politica monetaria: si attende, infatti, la pubblicazione dei verbali del Fomc.
Nel corso della settimana, diversi membri del Fomc hanno rilasciato dichiarazioni, tra cui Kaplan e Harker che, titolari del diritto di voto, continuano a sostenere altre due manovre restrittive nel corso dell’anno. Probabilmente, la principale colomba tra i membri con diritto di voto è Kashkari, e ciò aumenta la preoccupazione per l’andamento dell’inflazione.
I verbali del Fomc dovrebbero mostrare toni da falco. Una tale conclusione è giustificata dalla dichiarazione del Fomc pubblicata all’inizio del mese. Al momento della riunione del Fomc, la turbolenze delle politica statunitense non erano, infatti, tanto preoccupanti quanto oggi. Le probabilità di un innalzamento dei tassi a giugno sono aumentate, nonostante i dati sugli Stati Uniti continuino a inviare segnali contrastanti dopo la flessione del primo trimestre.
Oltre alle previsioni sui tassi di interesse, di particolare importanza sarà il bilancio della Fed. Nelle ultime settimane, le dichiarazioni dei membri del Fomc sono state contraddittorie.
Nel primo pomeriggio, prima della pubblicazione dei verbali del Fomc, è previsto un intervento di Draghi, che porrà l’euro al centro dell’attenzione. I dati sul miglioramento della fiducia dei consumatori in Germania hanno spinto l’euro in lieve rialzo. Intanto, i mercati si preparano a un nuovo tentativo di trascinare la moneta unica europea in ribasso, qualora Draghi dovesse replicare alle dichiarazioni rilasciate da Merkel all’inizio della settimana. A ogni modo, potrebbero esservi delle sorprese. I dati sull’Eurozona continuano, infatti, a mostrare una solida crescita del settore privato, mentre il rischio politico va riducendosi.
Negli Stati Uniti, i dati sulle vendite di abitazioni esistenti dovrebbero muovere il dollaro prima della pubblicazione dei verbali del Fomc. Si prevede che il risultato segni una flessione, andando ad aggiungersi al declino subito dalle vendite di nuove abitazioni. Ciò porta a chiedersi se le imprese immobiliari stiano costruendo mentre la domanda si riduce. Negli ultimi anni, il settore immobiliare è divenuto un indicatore di particolare importanza della fiducia dei consumatori e delle condizioni del mercato del lavoro.
In attesa del discorso di Draghi, l’euro dovrebbe muoversi in ribasso. La moneta unica europea ha perso lo 0,06%, scendendo a 1,11768$. Il dollaro dovrebbe, invece, essere spinto i rialzo dai verbali della riunione del Fomc.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.