La domanda della settimana è se il dollaro riuscirà a rimbalzare dai minimi degli ultimi dieci mesi, mentre le altre valute iniziano ad avvicinarsi a
La domanda della settimana è se il dollaro riuscirà a rimbalzare dai minimi degli ultimi dieci mesi, mentre le altre valute iniziano ad avvicinarsi a quotazioni abbastanza sconcertanti per le banche centrali.
Durante la sessione asiatica di oggi, i dati nettamente positivi sulla Cina hanno spinto in rialzo le valute dei mercati emergenti che, già negli ultimi giorni, avevano seguito un andamento positivo a spese del dollaro. Al contempo, lo yen si è mosso in ribasso.
Dopo l’apprezzamento del 3% sperimentato dall’AUD nell’ultima settimana, i verbali che la Rba pubblicherà nella giornata di domani saranno di sicuro interesse. Il rialzo del dollaro australiano è stato definito dalla Rba co,e un fattore di preoccupazione e uno dei motivi per rinviare ogni modifica alla politica monetaria nel breve periodo. Per l’economia dell’Australia, il commercio rimane, infatti, un fattore di fondamentale importanza.
Data la scarsità di dati rilevanti nella giornata di oggi, sarà difficile per il dollaro abbandonare la sua tendenza negativa. Il rialzo sperimentato durante la sessione asiatica deriva più dai livelli di supporto toccati dopo il netto deprezzamento nella prima metà di luglio che da un mutamento nelle opinioni dei mercati nei confronti della politica monetaria della Fed e dell’economia degli Stati Uniti. I dati sull’inflazione e le vendite al dettaglio, pubblicati nella giornata di venerdì, sono stati, infatti, deludenti.
I dati sugli Stati Uniti di oggi pomeriggio sono limitati all’indice manifatturiero dello Stato di New York per il mese di luglio. La lettura dovrebbe mostrare un declino dal miglioramento sperimentato dalla produttività a giugno. Soltanto un risultato migliore del previsto potrebbe stimolare gli acquisti di dollari. Oltre al dibattito al Congresso sulla riforma del sistema sanitario, i mercati hanno poco altro da prendere in considerazione.
Non sono previsti dati rilevanti sul Regno Unito. In attesa del tasso di inflazione di giugno, la cui pubblicazione è prevista per domani, la sterlina si mantiene a 1,30$. Nel pomeriggio di domani, Carney terrà un discorso, su cui si concentra l’attenzione dei mercati, soprattutto a seguito degli ultimi dati sul Regno Unito. Le letture hanno, infatti, generato confusione sulle prossime mosse della Banca d’Inghilterra in politica monetaria.
Per quanto riguarda l’euro, i mercati potranno analizzare i dati definitivi sull’inflazione di giungo, pubblicati nella mattinata di oggi. Un incremento del livello generale dei prezzi potrebbe spingere l’euro in ulteriore rialzo, prima dalla decisione della Bce sulla politica monetaria, prevista per la giornata di giovedì, cui seguirà la tradizionale conferenza stampa. I mercati si aspettano che, come minimo, la Bce inizi a parlare della progressiva conclusione del programma di acquisto di titoli con maggiore convinzione. Tuttavia, la giornata di giovedì potrebbe sorprendere i mercati, qualora la Bce decidesse di agire prima del previsto.
Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot guadagnava lo 0,10%, per portarsi a quota 95,252, spinto in rialzo dal deprezzamento dell’euro, che perdeva lo 0,11%. La sterlina è scesa dal massimo intragiornaliero degli 1,3117$, rimanendo invariata dopo il rimbalzo all’apertura della sessione europea. Il rialzo è stato stimolato dalla fiducia nell’atteggiamento da falco della Banca d’Inghilterra.
L’andamento dell’euro dipenderà dai dati di oggi e dalle aspettative circa la loro interpretazione da parte della Bce. Tuttavia, con Draghi che ha cambiato opinione in merito all’inflazione, ci si può attendere che l’euro recuperi le predite intragiornaliere subite durante la sessione asiatica. Il dollaro dovrebbe apprezzarsi fino alla chiusura. Tale rialzo deriverebbe più da un deprezzamento dell’euro che da notevoli acquisti come quelli osservati nella prima metà dell’anno.
Dopo il netto rialzo a seguito dei dati positivi sull’occupazione della scorsa settimana, la sterlina dovrebbe rimanere invariata. Ora, l’attenzione si concentra sulle possibilità di una manovra restrittiva da parte del Comitato per la Politica Monetaria più che su un rimbalzo dell’economia britannica nel secondo trimestre. Nel breve periodo, è, infatti, l’inflazione a costituire la questione di maggiore interesse per la Banca d’Inghilterra.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.