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I Membri Opec Non Riescono A Placare Le Questioni Interne Per Raggiungere Un Accordo

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Jun 3, 2016, 07:57 GMT+00:00

Tutto il trambusto intorno alla riunione Opec svanisce nel nulla poiché giovedì i membri del cartello non hanno raggiunto nessun accordo. Sul momento,

I Membri Opec Non Riescono A Placare Le Questioni Interne Per Raggiungere Un Accordo

Tutto il trambusto intorno alla riunione Opec svanisce nel nulla poiché giovedì i membri del cartello non hanno raggiunto nessun accordo. Sul momento, sebbene siano state rilasciate alcune dichiarazioni, il greggio ha reagito muovendosi in ribasso, ma nel corso della sessione recupera le perdite sulla scia del rilascio del rapporto settimanale d’inventario dell’EIA. Venerdì mattina entrambi i combustibili si attestano al di sotto dei recenti massimi, tuttavia, si trovano ancora in prossimità dell’estremità superiore del range di trading. Il greggio WTI é scambiato a 49,15$ e continua a lottare contro un dollaro forte mentre il Brent riesce a rimanere al di sopra dei 50$. Le scorte di greggio degli Stati Uniti diminuiscono per la terza volta in quattro settimane, scenario che ha attutito l’impatto della decisione dell’Opec di attenersi a una politica di libera produzione, rifiutando la proposta di adottare un nuovo massimale in uscita.

Reuters ha segnalato come l’Opec non sia riuscita a raggiungere un accordo sulla produzione durante la riunione di giovedì poiché l’Iran ha ribadito di voler innalzare i propri livelli di produzione sebbene l’Arabia Saudita, rivale di Teheran, abbia promesso di non invadere il mercato cercando di ricucire i rapporti all’interno dell’organizzazione.

Le tensioni tra il regno sunnita e la repubblica islamica sciita avevano rovinato alcune riunioni Opec, compresa quella del 15 dicembre, quando il cartello sembrava pronto a raggiungere un accordo sulla produzione per la prima volta dopo anni. I toni sono stati meno acuti giovedì, infatti, il nuovo ministro dell’energia saudita Khalid al-Falih ha mostrato come Riyadh abbia adottato una posizione più conciliante nei confronti dell’accordo e il suo pari iraniano Bijan Zanganeh ha ridotto le sue critiche verso Riyadh al minimo, mostrando uno scenario insolito.

In un raro compromesso, l’Opec ha anche deciso all’unanimità di nominare il nigeriano Mohammed Barkindo come nuovo segretario generale del cartello dopo anni di attriti sulla questione. L’Arabia Saudita e i suoi alleati del Golfo hanno tentato di proporre all’Opec un nuovo tetto limite a settembre, cercando così di recuperare l’importanza del gruppo. Tuttavia, la riunione di giovedì non ha portato a nessuna nuova politica né tantomeno ad un limite della produzione sulla scia della resistenza mostrata dall’Iran.

Nonostante la battuta d’arresto, l’Arabia Saudita ha cercato supportare il mercato allontanando i timori che vedono il mancato raggiungimento di un accordo come un pretesto capace di spingere il più grande produttore Opec a pompare più greggio, già a livelli record, al fine di aumentare la produzione e punire i rivali assicurandosi maggiori quote di mercato.

Una discussione tra Arabia Saudita ed Iran ha ostacolato la possibilità di vedere l’Opec accettare eventuali vincoli sulla produzione durante la riunione di Vienna, già intaccata dalle riemerse preoccupazioni sulla domanda cinese.

Il battibecco tra i leader dell’Arabia Saudita e dell’Iran arriva proprio sulla scia delle preoccupazioni riguardanti la domanda della Cina. A tale proposito, Mihir Kapadia, amministratore delegato della Sun Global Investments ha dichiarato:”I membri Opec continuano ad osservare il mercato cinese poiché i deboli numeri mostrati dal rapporto sull’attività di fabbrica hanno segnalato una riduzione della domanda di greggio, scenario che potrebbe gravare sui prezzi del combustibile”.

Le vendite di automobili in Cina, un un indicatore importante per la benzina e, per estensione, per la domanda di greggio sono diminuite di quasi un quarto dalla fine del 2015 con 2,12 milioni di nuovi veicoli immatricolati nel mese di aprile. Nonostante il calo dei prezzi, i produttori a basso costo, soprattutto in Medio Oriente, si sentono meno inclini a frenare l’uscita poiché quest’anno le condizioni complessive del mercato delle esportazioni sono migliorate. “Con il rally postato dal mercato del greggio rispetto ad un tragico inizio dell’anno…. (OPEC) é improbabile che i delegati si vedano costretti ad un’azione estrema.”

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