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Gualtieri, Recovery Fund: Useremo fondi per misure concentrate non mille rivoli

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 7, 2020, 06:41 UTC

Roberto Gualtieri precisa sul Recovery Fund che i fondi saranno usati per misure concentrate che stimolino il PIL e non diviso in mille rivoli.

Crisi economica 2018 in Italia, recovery fund

Dal Forum Ambrosetti a Cernobbio il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri “detta” la linea d’utilizzo dei fondi che nei prossimi anni proverranno dal Recovery and Resilience Facility, il cosiddetto Recovery Fund.

“Abbiamo una chiara determinazione a utilizzare al meglio” i fondi del Recovery fund europeo dice Gualtieri, e fornisce anche delle chiare indicazioni: i fondi non saranno dispersi “in mille rivoli”, ma concentrati per usarli al meglio.

Ecco perché spiega, partecipando al Forum Ambrosetti, che il piano italiano di utilizzo di quell’enorme quantità di denaro “sarà incentrato sugli investimenti che hanno un forte impatto sul PIL, sulla crescita economica”, afferma Gualtieri.

Ed aggiunge che “questa massa di investimento a regime” fornirà lo spazio per “una riforma fiscale che strutturalmente si finanzierà con il contrasto all’evasione fiscale e con la riforma del sistema delle detrazioni della tassazione ambientale”.

Ciò significa che i fondi del Recovery fund non saranno utilizzati direttamente per fare le riforme fiscali, cioè per abbassare le tasse come chiesto da alcuni partiti, ma saranno le riforme strutturali a garantire il finanziamento.

Lo Stato non sarà solo arbitro

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli partecipando al Forum Ambrossetti dice che il tempo dell’IRI in cui lo Stato faceva l’imprenditore è finito, ma che lo Stato faccia solo da arbitro non è il ruolo che gli si addice.

Ecco perché Patuanelli crede che “lo Stato deve essere presente per dare le linee guida.” Uno Stato che indirizza e che modella la politica economica e anche lo sviluppo industriale del Paese.

Cioè la creazione di un piano industriale nazionale? Forse vorrà intendere questo il ministro Patuanelli, ma l’Italia non ha un piano industriale e raramente e timidamente qualche politico ha parlato di piano industriale Italia.

“Le grandi trasformazioni degli assetti produttivi devono essere indirizzate da una grande governance pubblica che dia le linee di indirizzo. Questo non significa che lo Stato fa l’imprenditore: lo Stato non può stare in Alitalia per 20 anni – chiarisce Patuanelli. Lo Stato nelle grandi trasformazioni dei settori produttivi deve esserci e deve essere guida”.

La ripresa del PIL

Secondo Roberto Gualtieri il PIL dell’Italia è destinato a rimbalzare nel terzo trimestre di quest’anno.

Rassicura che alla fine il PIL nazionale non farà registrare una caduta a due cifre. A fine settembre, con la pubblicazione della Nadef, ovvero della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, sarà reso noto con maggiore precisione la stima del PIL per il 2020.

Ma è anche vero, dice sempre Gualtieri, che si dovrà tenere conto delle incertezze che la pandemia potrebbe generare nel quarto trimestre dell’anno.

Ripresa anche del lavoro

Il lavoro da settembre mostrerà segnali di ripresa, questo il messaggio che lancia invece la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

La ministra afferma che dopo i 600mila posti di lavoro persi dagli stagionali a causa del lockdown e della lenta ripresa dei mesi successivi, ci sono già segnali positivi con 200 mila assunzioni registrate in questi mesi.

E sempre secondo la Catalfo, tra settembre e ottobre sono attese 310 mila nuove assunzioni.

“Registriamo e andiamo verso una ripresa dei settori produttivi e del lavoro”, conclude la ministra del Lavoro.

I problemi che hanno frenato la crescita

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco venerdì 4 settembre ha ricordato che l’Italia deve risolvere i “problemi che hanno frenato la crescita per circa 30 anni”, se non si risolvono i problemi strutturali sarà difficile per l’Italia garantire una ripresa durevole nel tempo, e che non sia solo un breve assaggio.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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