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Durante la sessione asiatica, con gli investitori che attendono il documento della Fed, il dollaro si muove in ribasso

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Jun 15, 2016, 09:07 GMT+00:00

Nella giornata di mercoledì, la coppia AUD/USD ha mostrato una certa resistenza, chiudendo a quota 0,7365, in rialzo di 0,0008 punti ossia dello 0,11%.

Durante la sessione asiatica, con gli investitori che attendono il documento della Fed, il dollaro si muove in ribasso

Nella giornata di mercoledì, la coppia AUD/USD ha mostrato una certa resistenza, chiudendo a quota 0,7365, in rialzo di 0,0008 punti ossia dello 0,11%. Probabilmente, la riscossione degli utili e la chiusura delle posizioni in vista della decisione della Federal Reserve degli Stati Uniti sul tasso di interesse, che verrà pubblicata alle 18:00, sono alla base degli scarsi acquisti.

Un nuovo rapporto del Westpac ha mostrato, nel mese di giugno, un calo della fiducia dei consumatori, che pure aveva sperimentato un rimbalzo a seguito del taglio dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of Australia a maggio.

L’indice Westpac-Melbourne Institute della fiducia di consumatori registra una flessione dell’1% dal 103,2 di maggio al 102,2 di giugno. Lettura maggiori di 100 indicano che gli ottimisti superano i pessimisti.

Bill Evans, il capo economista di Westpac, scrive: “L’inatteso taglio dei tassi di interesse dello scorso mese da parte della Rba è stato il motore principale della ripresa di maggio e, sebbene la fiducia abbia subito un lieve calo a giugno, questo è un dato comune dopo un incremento provocato dalla manovra dei tassi di interesse.”

Dopo quattro sessioni caratterizzate da pressione di vendita, la coppia NZD/USD ha sperimentato un rimbalzo. L’ultima giornata di trading ha visto il kiwi muoversi in rialzo a quota 0,7012, con un apprezzamento di 0,0020 punti ossia dello 0,28%. Probabilmente, la riscossione degli utili e la chiusura delle posizioni in vista della decisione della Federal Reserve degli Stati Uniti sul tasso di interesse, che verrà pubblicata alle 18:00, sono alla base degli scarsi acquisti.

Secondo i dati ufficiali pubblicati nella giornata di martedì, nell’ultimo trimestre, il saldo del conto corrente della Nuova Zelanda è aumentato più delle aspettative. Un rapporto di Statistics New Zealand registra infatti un incremento destagionalizzato dai -2,61 miliardi del trimestre precedente a 1,31 miliardi. I trader si aspettavano una lettura di 1,05 miliardi.

Nel corso dell’anno, il disavanzo del conto corrente è stato di 7,5 miliardi di dollari, pari al 3% del Pil, a fronte di un deficit di 8 miliardi di dollari, ossia il 3,2% del Pil, nel 2015. Secondo Statistics New Zealand, all’origine di questo miglioramento vi sono un incremento del surplus del settore dei servizi e la riduzione del deficit delle rendite del settore primario.

Durante il primo trimestre, il saldo del conto corrente della Nuova Zelanda ha virato in positivo, registrando un avanzo grazie al turismo, che ha spinto il settore dei servizi, e grazie ai minori guadagni degli investitori esteri. Un membro dell’Ufficio Nazionale di Statistica afferma: “Le spese dei visitatori stranieri sono aumentate di 2,2 miliardi di dollari nell’anno concluso a marzo 2016, raggiungendo un massimo annuale storico” di 13,3 miliardi di dollari.

Nella giornata di mercoledì, la coppia USD/JPY si è mossa all’interno della propria gamma di oscillazione a causa dell’indecisione degli investitori e della volatilità in vista della pubblicazione del documento della Federal Reserve degli Stati Uniti sulla politica monetaria, prevista per la giornata di oggi, e della decisione della Banca del Giappone sulla politica monetaria, in calendario per la giornata di giovedì. Dopo questi eventi, l’attenzione tornerà a concentrarsi sulla Brexit, ossia sulla possibilità che il Regno Unito continui a far parte dell’Unione Europea. L’ultimo cambio ha raggiunto quota 106,185, in rialzo di 0,107 punti ossi dello 0,10%.

In attesa della riunione della Banca del Giappone di questa settimana, i trader affermano che la forte resistenza intorno a quota 105,50 ha impedito che lo yen si apprezzasse ai 100 dollari – quota che potrebbe costringere la Banca del Giappone a intervenire per arrestare il rialzo della valuta nipponica.

Al momento, i trader discutono della possibilità che, alla riunione di giovedì, la Banca del Giappone adotti delle misure che mirano a indebolire la valuta, mentre si ipotizza che il voto sulla Brexit della prossima settimana potrebbe far aumentare la domanda di yen come valuta rifugio su scala globale.

Nella giornata di mercoledì, la coppia EUR/JPY è rimasta praticamente invariata, dopo numerose sessioni di pressione di vendita, a quota 118,975, in rialzo di 0,098 ossia dello 0,08%. Nella giornata di martedì, lo yen ha raggiunto massimi sull’euro non registrati da più di tre anni. L’apprezzamento è stato provocato dalle crescenti possibilità che, al referendum della prossima settimana, la Gran Bretagna voti a favore del recesso dall’Unione Europea. Tale ipotesi spinge, infatti, gli investitori verso lo yen e altre valute rifugio. Nel cambio contro lo yen, l’euro ha, inoltre, subito la pressione dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, per la prima volta negativi a causa del timore per il voto britannico, qualora sia favorevole all’uscita del Regno Unito dall’UE. Nella giornata di martedì, il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni ha, per la prima volta, virato in negativo, spinto da diversi sondaggi che registrano i sostenitori della Brexit in netto vantaggio.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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