Nel pomeriggio di oggi, l'attenzione dei mercati virerà temporaneamente sull'Europa. La Bce annuncerà, infatti, la sua decisione sui tassi di interesse,
Nel pomeriggio di oggi, l’attenzione dei mercati virerà temporaneamente sull’Europa. La Bce annuncerà, infatti, la sua decisione sui tassi di interesse, che verrà seguita dalla conferenza stampa di Draghi.
L’effetto positivo della vittoria di Macron al primo turno delle elezioni presidenziali in Francia pare essersi esaurito . Le borse europee hanno aperto sotto pressione, con il Cac in ribasso dello 0,34% e il Dax che cede lo 0,28%. I mercati cominciano, infatti, a temere che la Bce possa modificare la politica monetaria nel breve periodo.
La pressione inflazionistica pare essere diminuite, con l’indice principale al di sotto dell’obiettivo della Bce, già ampiamente superato a febbraio. Al contempo, il rischio geopolitico pare essersi ridotto, mentre si attendono le elezioni in Germania.
Con i partiti populisti al momento in ritirata, Draghi può certamente cominciare a valutare una progressiva conclusione del programma di acquisto di titoli e, forse, un taglio dei tassi.
Per Draghi, la conferenza stampa di oggi sarà la prima occasione per incassare il successo di Macron e, forse, assumere toni più da falco sull’economia dell’Eurozona e le previsioni di crescita. In tal caso, i mercati potrebbero iniziare a considerare una modifica della politica monetaria della Bce nel breve periodo. Tuttavia, Draghi ha precedentemente affermato che la politica monetaria rimarrà estremamente accomodante fino alla fine dell’anno.
Ciò detto, la divergenza in politica monetaria dovrebbe notevolmente favorire la moneta unica europea fino alla fine dell’anno, specie se si considera che le previsioni sui tassi della Fed sono già state ampiamente scontate. L’esito delle elezioni presidenziali in Francia il 7 maggio dovrebbe spingere l’euro ulteriormente in rialzo, ma non è possibile escludere una vittoria a sorpresa di Le Pen.
Negli ultimi tempi, le posizioni di Draghi hanno trascinato l’euro in ribasso. Tuttavia, gli indicatori mostrano che l’economia dell’Eurozona va migliorando.
L’euro è riuscito a recuperare dal minimo intragiornaliero degli 1,0896$ per portarsi a 1,09063$. La moneta unica europea continua, infatti, a essere sostenuta dal risultato del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia. Tuttavia, l’incertezza che circonda la conferenza stampa di Draghi, prevista per il pomeriggio di oggi, potrebbe trascinare l’euro in ribasso.
I dati sull’Eurozona pubblicati nella mattinata di oggi hanno incluso quelli sulla fiducia dei consumatori tedeschi per il mese di maggio, che ha avuto effetti positivi sull’euro. L’indice Gfk del clima dei consumatori è, infatti, salito a 10,2 a fronte del 9,9 previsto. In Spagna, secondo i dati preliminari, il mese di aprile ha visto un’accelerazione del tasso di inflazione.
Negli Stati Uniti, la proposta di riforma del sistema tributario, presentata da Trump nella giornata di mercoledì, non è riuscita a spingere il dollaro in ribasso. Nella prima parte della giornata, l’indice del dollaro spot ha, infatti, perso lo 0,11%, toccando quota 98,935. Nelle prossime settimana, l’assenza di dati lascerà i mercati in attesa, alla ricerca di numerose risposte. Ancora una volta, l’amministrazione repubblicana ha dimostrato di mancare di esperienza e di dovere migliorare, se Trump intende fare approvare le misure promesse durante la campagna elettorale dal Congresso.
Un ulteriore fattore che ha pesato sul dollaro è stato rappresentato dalla mancanza di chiarezza sul Nafta da parte di Trump.
L’assenza di dettagli lascia supporre un nuovo rinvio della presentazione delle misure di stimolo, suggerendo che l’attuale sentiero dei tassi rimane corretto, in particolare se si osservano i recenti indicatori economici sugli Stati Uniti, che segnalano previsioni contrastanti per l’economia.
Durante la sessione statunitense, il dollaro dovrebbe continuare a muoversi in ribasso. I dati sugli Stati Uniti includono quelli sulle vendite di abitazioni pendenti nel mese di marzo, gli ordini di beni durevoli e quelli sulla bilancia commerciale dei beni. Se coerenti con le aspettative o inferiori a esse, i risultati dovrebbero aumentare la pressione sul dollaro.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.