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I Dati relativi al Commercio e alla Produzione Andranno a Definire il Prezzo della Sterlina

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Aug 10, 2017, 10:59 UTC

Questo è un gran giorno per la sterlina, che possiamo definire un Mega Giovedì, in comparazione con il Super Giovedì della scorsa settimana, poiché i

I Dati relativi al Commercio e alla Produzione Andranno a Definire il Prezzo della Sterlina

Questo è un gran giorno per la sterlina, che possiamo definire un Mega Giovedì, in comparazione con il Super Giovedì della scorsa settimana, poiché i mercati sono i attesa dei dati sui prodotti manifatturieri e sulla produzione industriale riferiti entrambi al mese di giugno e che saranno resi noti nel corso di questa mattina, insieme ai dati sul commercio, anch’essi relativi al mese di giugno.

Ci sono stati numerosi discorsi sull’economia britannica e sugli effetti della Brexit in merito alle prospettive di crescita, ma l’economia deve ancora sprofondare in un abisso, nonostante il rallentamento che abbiamo visto nel secondo trimestre.

Mentre i dati relativi alla disoccupazione hanno mostrato una certa elasticità, con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 4,5%, la crescita salariale ha preso una batosta, che non è una buona notizia considerato che l’aumento dei prezzi al consumo sono saliti dopo il referendum sulla scelta di abbandonare l’Unione Europea.

Il Comitato per la Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra ha mostrato delle lacerazioni per la decisione dello scorso agosto su un allentamento della politica monetaria sul controllo dell’inflazione oppure se offrire un sostegno di politica monetaria all’economia britannica, mentre una sterlina più debole dovrebbe attirare gli investimenti esteri e offrire condizioni commerciali più favorevoli.

C’erano previsioni di una notevole riduzione del deficit della bilancia commerciale relativo al mese di maggio, ma i dati sono stati più che deludenti per i mercati e per la sterlina.

I dati relativi all’indice dei direttori degli acquisti riferito al settore manifatturiero e a quello dei servizi, suggeriscono previsioni ottimistiche sui dati commerciali per il mese di giugno, con i nuovi ordini interni ed esteri che rallentano sia a maggio che a giugno, dopo il picco mostrato in aprile. La debolezza di questi dati suggerisce che anche la produzione manifatturiera di giugno mostrerà altrettanta debolezza.

Numeri deboli, in aggiunta alle crescenti preoccupazioni sui consumi, derivanti dalle incertezze per la Brexit e dai prezzi al consumo in aumento, insieme a un minor incremento delle buste paga, daranno certamente conferma all’IMF e alla Banca d’Inghilterra sul recente declassamento. Probabilmente la sterlina riceverà una dura batosta se i dati saranno deludenti, ostacolando un possibile recupero nel breve periodo, quando i negoziati per la Brexit prenderanno in esame il settore dell’industria e l’attuale posizione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra, poiché il Comitato di Politica Monetaria ha modificato la propria posizione passando da una linea dura a una più morbida, segnalando altresì che non ci saranno innalzamenti dei tassi d’interesse almeno fino al terzo trimestre del prossimo anno. Non è passato molto tempo da quando tre membri con diritto di voto hanno mostrato il proprio dissenso per i discorsi del governatore della Banca d’Inghilterra e del capo economista su un possibile innalzamento dei tassi d’interesse.

Nel momento in cui scriviamo, la sterlina è in ribasso dello 0,18%, agli 1,298$, mentre livelli inferiori agli 1,29$ appaiono molto probabili se i dati di oggi avranno un peso negativo e, mentre abbiamo una previsione negativa, numeri positivi potrebbero certamente generare un rally di sollievo per il corso del breve periodo, sebbene le prospettive resteranno negative per il breve e medio termine.

Nel corso della giornata, sono previste anche le stime di NIESR sul PIL britannico, sebbene consideriamo che i dati sul commercio e sulla produzione che saranno resi noti questa mattina, saranno i numeri chiave.

Oltreoceano, i dati che verranno resi noti negli Stati Uniti riguardano il numero delle richieste per il sussidio di disoccupazione insieme ai dati sull’indice dei prezzi al consumo riferito al mese di luglio; probabilmente il dollaro mostrerà una reazione, con i dati economici statunitensi che hanno mostrato debolezza nel corso della settimana, sebbene il rialzo del dollaro abbia avuto più a che fare con la guerra di parole tra il Presidente Trump e quello della Corea del Nord Kim Jong Un, come dimostrano i dati.

E’ uscita la notizia che il leader nord coreano vuole sferrare un attacco all’isola di Guam e l’ultima di Trump riferisce che il regime di Kim Jong Un si troverà davanti a un attacco militare devastante se dovessero proseguire le minacce. L’avversione al rischio che ha colpito i mercati continuerà a offrire un sostegno al dollaro e l’indice del dollaro a pronti è salito dello 0,14%, a 93,688, nel momento in cui scriviamo, in gran parte grazie al sollievo ricevuto almeno da alcune banche centrali, inclusa la BCE, mentre soltanto la Banca del Giappone e la Banca Nazionale Svizzera sperano in una soluzione veloce, visto che la richiesta di beni sicuri persiste.

Il metallo aurifero è in rialzo, come pure lo yen e il franco svizzero, e ulteriori profitti potrebbero apparire all’orizzonte, nel caso che le tensioni dovessero mostrare un’escalation.

Senza alcun dato ufficiale previsto in uscita nell’eurozona in questa giornata, prevediamo che l’euro si prenderà una pausa dopo il recente rally; attualmente la moneta europea è in ribasso dello 0,2%, agli 1,1736$, con ragionevoli possibilità che raggiunga livelli inferiori agli 1,17$, nel caso che i dati previsti in uscita negli Stati Uniti questo pomeriggio dovessero rivelarsi eccezionali e le tensioni continuassero a crescere.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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