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Criptovalute: la capitalizzazione del mercato cripto in cifre

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Dec 12, 2018, 14:30 GMT+00:00

Il Bitcoin mantiene la leadership sul mercato cripto

Criptovalute: la capitalizzazione del mercato cripto in cifre

Nel trend ribassista criptovaloriale, aggravatosi in maniera critica nel breve periodo, vale a dire l’ultimo mese, si assiste a un dato da una parte prevedibile, dall’altra sorprendente: il Bitcoin continua a monopolizzare il mercato.

La previsione di una simile caratterizzazione può ritrovarsi nella leadership che la cripto nakamotiana ha sempre rivestito nell’intero comparto fintech, sia per motivazioni di primigenia, sia di volumi nutriti da portafogli mai completamente differenziati.

Questa mancanza di disimpegno del BTC porta alla considerazione di sorpresa di una simile contingenza. Molto spesso, illustri economisti, esponenti portavoce delle istituzioni ed esperti vari  hanno suggerito, per non dire sentenziato, che la divisa digitale più importante al mondo sarebbe caduta presto in disgrazia, insistendo così sull’importanza di liberarsene il più presto possibile.

Il che, se da una parte è avvenuto, non ha comunque minato in maniera definitiva la fiducia sul Bitcoin, tanto che la stessa moneta digitale vanta una capitalizzazione che oltrepassi il 55% dell’intera MarketCap.

Per capirsi, quasi 60 miliardi di dollari tradotti in BTC.

Un ammontare davvero di rilievo, specie se paragonato ai due estremi di minimo e massimo fotografati dallo storico, per cui il minimo si attestava sul 33% del totale cripto nel mese di gennaio 2018, il massimo lo scorso anno per una percentuale equivalente.

Una simile vicenda impone più di una riflessione circa il traffico BTC attraverso la rete criptomonetaria.

In primo luogo, nonostante una crisi così netta e repentina, la criptovaluta di Satoshi Nakamoto mantiene una posizione forte sul mercato, malgrado le critiche relative a efficienza, sicurezza e rischio bolla.

In secondo luogo, ne escono ridimensionate le altre cripto, dal momento che nonostante una discesa così ripida del BTC, non siano state in grado di porsi come alternativa credibile o, quantomeno, sistemica, così come addetti ai lavori hanno più volte teorizzato.

Sebbene non si possa criticare tout court l’evoluzione delle maggiori criptovalute, è bene elencarle e analizzare la loro capitalizzazione.

Ripple occupa oggi il secondo posto nella MarketCap, con 11 punti percentuali. Precede infatti la cripto di Vitalik Buterin, Ethereum, superata il 15 novembre scorso, di 2,45 punti percentuali.

Al di fuori della top 3 sono presenti, tra le altre, Stellar, Tether, Bitcoin Cash, Eos, Bitcoin SV, Litecoin e Tron. Fuori dalla top ten Cardano, il cui sviluppo è comunque da non sottovalutare e Monero, la cripto molto criticata per il suo utilizzo da parte dell’economia sommersa.

Giova ricordare come il totale di capitalizzazione cripto oscilli tra i 100 e 110 miliardi, sebbene il rischio di scendere sotto tale quota sia tutt’altro che remoto.

Un simile valore è lontano da quello gonfiato dalla crescita esponenziale del Bitcoin prima (soglia 20.000 dollari un anno fa per 500 miliardi di dollari di MarketCap) e di Ripple ed Ethereum dopo (esattamente un mese dopo nel mese di gennaio per 820 miliardi di dollari di MarketCap).

Tuttavia, una simile flessione in termini di volumi complessivi ha permesso al BTC di mantenere una forte presa sul mercato e sulle altre monete, rinforzando la propria leadership sul mercato.

In conclusione, è palese come il BTC costituisca l’ago della bilancia delle criptovalute, un settore in cui il trend nakamotiano influenzi nel bene o nel male una grossa fetta delle oscillazioni del mercato. Anche se, non va sottovalutato come il MarketCap non possa costituire una misura completamente obiettiva in termini di valore specifico, perché un’estensione così capillare del Bitcoin si deve anche a quel picco di 20k raggiunto a dicembre che ha decuplicato aspettative e speranze veicolando un interesse (=investimenti massivi) di rilievo che a oggi non è ancora venuto meno.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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