L'ennesimo rifiuto della SEC alla modifica del proprio regolamento inibisce la possibilità di tradare Bitcoin su ETF
Sembra non ci sia margine per l’entrata del Bitcoin nel segmento ETF (exchange-traded fund).
In seguito all’introduzione della criptovaluta più famosa al mondo nel mercato dei futures della città del vento, obiettivo subitaneo dei fratelli Winklevoss è stato quello di istituire un segmento ETF per il BTC, in modo da veicolare una diffusione sistemica della valuta digitale scommettendo sulla sua risalita.
Per questo motivo, l’interesse verso la costituzione del segmento di cui sopra si è concretizzata in una proposta alla SEC del proprio regolamento, al fine di permettere anche alla cripto nakamotiana di fluire attraverso il segmento ETF.
Tale proposta è stata formulata da Bats BZX Exchange, Inc. (BZX), società operante nel settore security exchange che faceva capo a BATS Global Markets, indice globale poi acquisito nel marzo 2017 da CBOE Holdings, il gruppo che detiene proprio il Chicago Board Options Exchange, l’indice su cui i gemelli Winklevoss hanno puntato per lanciare i futures del BTC.
Non può essere sottovalutato come BZX sia uno dei più grandi mercati di scambio negli Stati Uniti, il che aiuta a comprendere la portata di un’operazione congiunta che coinvolga il Bitcoin, espandendo i suoi volumi.
Esaurita la disamina del soggetto richiedente, appare opportuno tornare alla proposta.
La richiesta in questione è la seconda in ordine cronologico presentata dai gemelli Winklevoss, in quanto prende le mosse da quella formulata due anni or sono, con lo scopo di listare e commercializzare le azioni del Winklevoss Bitcoin Trust.
Nel marzo 2017, la SEC si esprime così per motivare il proprio diniego: “Quando il mercato non è regolamentato, devono esistere mercati di derivati regolamentati correlati all’asset sottostante, con i quali l’exchange può sottoscrivere un accordo di surveillance-sharing”.
Risulta palese la ratio all’origine del niet dell’ente di vigilanza statunitense: la natura non regolamentata del mercato cripto che non assicura un controllo efficiente sulle transazioni.
Quanto sopra ha una sua logica se inserito in un vuoto normativo in essere, ma è anche vero che il Legislatore stelle e strisce si sta muovendo per operare una stretta normativa che investirà non solo il BTC, ma tutto il comparto tecnofinanziario.
Nonostante quanto riportato sopra, si assiste a un nuovo rifiuto da parte della SEC di trattare una normazione ETF che permetta al BTC di essere tradato nel suddetto segmento. Infatti, riprendendo quanto affermato dai Winklevoss secondo cui i mercati cripto sono “eccezionalmente resistenti alla manipolazione”, l’ente di vigilanza finanziario statunitense attraverso un comunicato del 26 luglio contesta tale convinzione, statuendo che “i precedenti esaminati dalla Commissione non supportano tale ipotesi”.
L’impianto motivazionale contrario della SEC è arricchito da quanto segue: “La Commissione sta disapprovando la proposta di modifica al regolamento perché BZX non ha rispettato la prassi prevista dal regolamento della Commissione, che richiede di dimostrare che la proposta è conforme ai requisiti dell’Exchange Act. In particolare, non è stato dimostrato che le regole siano progettate per prevenire pratiche e atti fraudolenti e manipolativi”.
Da quanto sopra emerge come la SEC non entri nel merito del valore delle criptovalute o della loro utilità a livello di investimenti, né stia sindacando sulla blockchain come tecnologia futuribile, quello che preoccupa la Commissione è la localizzazione del trading BTC. Dal momento che questo si svolge in congrua parte su “mercati non regolamentati fuori dagli Stati Uniti”, è alquanto rischioso incentivare un modello d’investimento che è per sua natura incontrollabile.
La situazione appare di stallo, anche se sono diversi i soggetti interessati a una simile modifica del regolamento SEC che favorisca la comunione cripto con il segmento ETF (VanEck, SolidX e altri), per cui non è scontato che la telenovela finisca qui.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.