Pubblicita'
Pubblicita'

Cresce la paura sul Forex

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 14, 2016, 13:37 GMT+00:00

La paura domina il mercato e, sfortunatamente per il settore manifatturiero giapponese, lo yen è la meta di questa corsa ai ripari. La valuta nipponica

Cresce la paura sul Forex

La paura domina il mercato e, sfortunatamente per il settore manifatturiero giapponese, lo yen è la meta di questa corsa ai ripari. La valuta nipponica continua, infatti, a muoversi in rialzo su tutte le controparti. La coppia USD/JPY viene negoziata a quota 106, dopo aver toccato il massimo a quota 105,8 nella giornata di ieri. Contro l’euro, lo yen raggiunge quota 119,69. In attesa della riunione della Federal Reserve, che avrà inizio oggi e durerà due giorni, il dollaro viene negoziato a quota 94,46. Il Financial Times scrive che Fitch Ratings ha corretto al ribasso le sue previsioni sul paese più indebitato del mondo, portandole in negativo. Fitch ha affermato di dubitare dell’impegno del governo nipponico al risanamento delle finanze pubbliche.

Questa variazione delle prospettive fa di Fitch la prima agenzia di rating a modificare la propria posizione sul Giappone a seguito della decisione del primo ministro Abe di ritardare l’aumento dell’imposta sui consumi, previsto per l’aprile del prossimo anno.

La mossa Fitch mette in evidenza un acceso dibattito sull’interpretazione del rinvio dell’imposta. Secondo alcuni analisti, Abe ha rinunciato a riportare il bilancio in pareggio. Secondo altri, il rinvio aiuterà il Giappone a uscire dalla deflazione e ad accrescere le proprie finanze nel lungo periodo.

Fitch dichiara: “La revisione delle prospettive riflette, anzitutto, la minore fiducia di Fitch nell’impegno delle autorità giapponesi al risanamento del bilancio. Fitch non si aspetta più un aumento dell’imposta sui consumi.”

Secondo Fitch, il rapporto tra debito pubblico e Pil continuerà ad aumentare di 1 o 2 punti percentuali all’anno fino al 2024, invece di raggiungere un picco del 247$ nel 2020, come precedentemente previsto.

Al forum per gli investimenti in Asia del 2016, svoltosi a Nomura il 7 giugno, il ministro delle Finanze del Giappone, Sakai, ha dichiarato che, contrariamente a quanto sostenuto dai critici, l’Abenomics sta funzionando. Sakai ha inteso difendere la strategia a tre livelli attuata dal primo ministro Abe a partire dal 2012 al fine di far uscire l’economia giapponese da anni di contrazione.

Sakai ha affermato che l’Abenomics è riuscita a tirare fuori il Giappone dalla deflazione e ha cambiato la mentalità estremamente “avversa al rischio” di consumatori e aziende. Non solo sono gli utili societari sono aumentati di oltre il 40% dal 2012 a un livello storico di 65 miliardi di yen (829 miliardi di dollari) nel 2015, ma il Pil è cresciuto da appena 30 miliardi a più di 500 miliardi di yen e la disoccupazione è diminuita del 3,2%.


Lo yen è sostenuto da un’accresciuta avversione al rischio derivante dai timori per la Brexit e per la possibile elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Il dollaro ha rotto quota 106, perdendo circa l’1% per scendere a quota 105,81, toccata per l’ultima volta il 3 maggio. Nella giornata di oggi, il dollaro è rimasto a 105,90 yen, con un ribasso dello 0,9%. I mercati attendono la riunione della Banca del Giappone sulla politica monetaria. I trader si aspettano che la banca centrale nipponica non modificherà la politica monetaria. Tutavia, queste aspettative potrebbero mutare qualora il dollaro scendesse al di sotto dei minimi degli ultimi 18 mesi di quota 105,55, toccata il 3 maggio.

L’euro è sceso a quota 1,1232, il minimo dal 3 giugno, perdendo più della metà dei guadagni conseguiti dalla pubblicazione, nello stesso giorno, del deludente rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti. Tuttavia, la moneta unica europea ha registrato un lieve rialzo, apprezzandosi dello 0,1% per venire negoziata a quota 1,1291 in condizioni di mercato di avversione al rischio. Il cambio continua a muoversi in rialzo, avvicinandosi al massimo giornaliero di quota 1,13. La coppia dovrebbe essere spinta da una maggiore fiducia del mercato, in assenza di dati macrofondamentali in mercati sottili.

Con gli investitori che esitano a prendere posizioni notevoli a causa dei timori per la Brexit e in attesa delle riunioni delle banche centrali previste per questa settimana, il dollaro australiano è rimasto stabile. L’Aussie ha registrato un rialzo dello 0,2% per venire negoziato a quota 0,7398, allontanandosi dal minimo di quota 0,7369 toccato nelle prime ore della sessione. Per quanto concerne il cambio con l’euro, il trading è stato limitato dalla chiusura dei mercati australiani per la celebrazione del compleanno della regina. Nella mattinata di oggi, il kiwi è stato fortemente influenzato dall’avversione al rischio, muovendosi in ribasso di 36 punti per venire negoziato a quota 0,7026.

Sull'Autore

Pubblicita'