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Bankitalia e Istat non inducono all’ottimismo

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jun 8, 2016, 14:43 GMT+00:00

Gli ultimi report di Istat e Bankitalia cristallizzano una situazione di profondo rallentamento in seno al Bel Paese. Nella propria nota mensile

Bankitalia e Istat non inducono all’ottimismo

Gli ultimi report di Istat e Bankitalia cristallizzano una situazione di profondo rallentamento in seno al Bel Paese.

Nella propria nota mensile sull’andamento dell’economia tricolore, l’Istituto Nazionale di Statistica, statuisce: “L’economia italiana continua a crescere con un ritmo moderato, caratterizzato dal consolidamento del contributo positivo della domanda interna alla crescita del prodotto interno lordo. Il principale motore della crescita è costituito dai consumi ai quali si accompagna anche un miglioramento degli investimenti. In presenza di alcuni segnali di debolezza delle attese delle imprese e degli ordinativi della manifattura, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato un’ulteriore discesa, suggerendo il rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine”.

Scendendo nel dettaglio, è Bankitalia a parlare di numeri, illustrando l’intero contesto nelle Proiezioni macroeconomiche per l’Italia di giugno: “Nel primo trimestre di quest’anno il Pil è aumentato dello 0,3% con un lieve rafforzamento rispetto alla fine del 2015 e le più recenti informazioni congiunturali indicano una crescita analoga per il trimestre in corso. In media d’anno, il Pil aumenterebbe dell’1,1% quest’anno per accelerare all’1,2% sia nel 2017 che nel 2018. La stima di crescita è stata rivista al ribasso riflettendo soprattutto un più debole andamento dell’economia mondiale”.

A gennaio le stesse valutazioni avevano portato stime di crescita dell’1,5% per il 2016 e 1,4% per il 2017.

È vero, sembrerebbero percentuali marginali, ma sono numeri figli di indicatori ben precisi che non possono essere sottovalutati.

Innanzitutto non possono essere ignorati i segnali negativi di maggio: dalla fiducia alle imprese alle già citate attese sull’economia.

Un calo si è registrato anche nella fiducia dei consumatori, seguendo con coerenza un trend iniziato a gennaio; di rilievo negativo anche gli incrementi delle retribuzioni contrattuali pro-capite che restano esigui ad aprile, attestandosi su un progresso di solamente 0,6 punti percentuali su base annua. Stesso discorso per le aspettative degli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione.

Un raggio di luce nel buio è costituito dal comparto servizi, in aumento rispetto a tutto il resto.

Riguardo all’inflazione, per l’Istat: ”Il ritmo di caduta annua dei prezzi risulta in attenuazione. In assenza di mutamenti sostanziali sullo scenario internazionale, l’inflazione dovrebbe rimanere appena negativa o vicina allo zero ancora nei mesi estivi con un possibile recupero a partire dall’autunno”.

Per Bankitalia, considerando il contributo della componente importata e quello dei prezzi interni, fortemente collegati dalla ripresa sistemica dei margini di profitto, l’inflazione sarà stabile intorno allo 0 nella media di quest’anno. Risalirà allo 0,9% nel 2017 e di altri 0,6 punti percentuale l’anno successivo.

Da Palazzo Koch aggiungono: “Al netto della componente energetica l’indice dei prezzi al consumo aumenterebbe dello 0,6% nel 2016, dell’1% nel 2017 e dell’1,5% nel 2018”.

Gli analisti di Bankitalia sottolineano come una simile contingenza di rallentamento sia dovuta a un momento di difficoltà generale: “Il quadro previsivo risente della debolezza dello scenario internazionale, che riflette soprattutto il rallentamento delle economie emergenti, in linea con le valutazioni più recenti delle organizzazioni internazionali”.

La nostra economia risente del complesso periodo storico ed economico mondiale: scusa o giustificazione che sia, aiuta ad attenuare un pessimismo che rischiava di essere un’ancora, mentre invece assurge dimensione di consapevolezza condivisa.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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