Durante la giornata di oggi, all'avvio di una settimana ricca di eventi, i mercati stanno cercando di trovare posizione. Sia in Europa sia negli Stati
Durante la giornata di oggi, all’avvio di una settimana ricca di eventi, i mercati stanno cercando di trovare posizione. Sia in Europa sia negli Stati Uniti, i dati odierni sono, infatti, di scarso rilievo.
I dati diffusi nel corso della sessione asiatica sono stati deludenti. L’indice dei direttori degli acquisti del settore privato della Cina per il mese di luglio ha mostrato un rallentamento della produttività sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi. Tuttavia, i risultati non sono stati tanto negativi da trascinare i mercati asiatici in ribasso. Durante la diffusione dei dati, l’Asx200 e il Csi300 sono, infatti, riusciti a mantenersi positivi.
Nella scorsa settimana, il Fmi aveva corretto in positivo le previsioni di crescita per la Cina. Per il momento, i mercati seguono tale ottimismo.
I dati sul credito al settore privato in Australia, pubblicati nella mattinata di oggi, hanno segnato un miglioramento, superando le aspettative. La lettura potrebbe avere effetti positivi sull’economia australiana, ma forse negativi per la Rba, la cui decisione sul tasso di interesse è prevista per la mattinata di domani. Il debito privato ha superato la crescita dei salari. Unito all’aumento del credito al settore privato, ciò è motivo di preoccupazione per la Rba, che ha escluso altre manovre espansive nonostante la scarsa inflazione. Dal primo al secondo trimestre, l’aumento dei prezzi al consumo ha, infatti, subito un rallentamento.
Si può ragionevolmente credere che la Rba ricorderà ai mercati gli effetti negativi dell’apprezzamento dell’AUD sull’economia australiana. Tale rialzo incide, infatti, sulla domanda di beni e materie prime dell’Australia, da cui l’economia dipende. Tuttavia, considerati i recenti dati relativamente positivi sull’economia australiana, per la Rba potrebbe essere difficile risospingere l’AUD a 0,76%-0,77$. Nelle prime ore della sessione asiatica, i dati deludenti sull’indice dei direttori degli acquisti della Cina hanno avuto scarso effetto sul dollaro australiano.
L’attenzione dei mercati si concentra sui dati preliminari sull’inflazione nel mese di luglio in Europa. Pubblicate nella mattinata di oggi, le vendite al dettaglio della Germania sono risultate superiori alle previsioni. Tuttavia, l’impatto della lettura è stato relativamente limitato: durante la prima parte della giornata, la propensione verso il dollaro ha, infatti, sperimentato un miglioramento.
Se i dati segnalassero un aumento dell’inflazione, l’euro troverebbe supporto. Il mutamento della politica monetaria della Bce dipende dall’inflazione. L’Eurotower continua, infatti, ad affermare la debolezza dell’inflazione corea e la necessità di politiche espansive per spingere l’indice generale del livello dei prezzi verso l’obiettivo del 2%.
Alla redazione di questo articolo, l’euro perdeva lo 0,12% per scendere a 1,1737$, trascinato dal rimbalzo del dollaro. L’andamento dell’euro dipenderà dai dati sull’inflazione dell’Eurozona.
Tra i dati sugli Stati Uniti in pubblicazione nel pomeriggio di oggi, vi sono quelli sulle vendite di abitazioni pendenti nel mese di giugno e l’indice dei direttori degli acquisti di Chicago del mese di luglio. Secondo le previsioni, i primi dovrebbero registrare un incremento dell’1%, recuperando dal declino subito a maggio. I secondi dovrebbero mostrare, invece, un lieve rallentamento della crescita. A ogni modo, i dati odierni sono di scarso interesse per i mercati, che attendono quelli sull’inflazione, sulla crescita dei salari, sulle buste paga dei settori non agricoli e l’indice nazionale dei direttori degli acquisti del settore privato. Tutti questi risultati verranno diffusi nel corso della settimana.
Difficilmente il dollaro invertirà la sua tendenza al ribasso. Il miglioramento dell’economia degli Stati Uniti nel secondo trimestre ha, infatti, fornito scarso supporto. Sul dollaro continuano a pesare le vicende che vedono coinvolto Trump e lo stallo del Congresso. Infine, i mercati hanno escluso un approccio maggiormente da falco da parte della Fed. La realtà è che Trump è incapace di attuare le promesse fatte durante la campagna elettorale.
Le borse sono perfettamente in grado di trascurare gli ultimi sviluppi politici negli Stati Uniti, ma il discorso è ben diverso per il dollaro. Attualmente, l’euro pare essere la valuta preferita dai mercati. Le prospettive di crescita dell’Eurozona rimangono positive e, dopo la vittoria di Macron, i vari movimenti populisti in vari Stati membri battono in ritirata.
Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot guadagnava lo 0,19%, salendo a quota 93,434. Il supporto è stato fornito dai trader più opportunisti che considerano il basso prezzo del dollaro. Tuttavia, con l’inchiesta sui presunti legami tra Trump e la Russia attualmente in corso, la valuta degli Stati Uniti potrebbe sempre crollare.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.