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Rame, Analisi Fondamentale Terzo Trimestre – Metalli di base in sofferenza

Da:
Armando Madeo
Pubblicato: Oct 1, 2018, 14:06 UTC

I prezzi subiscono grosse pressioni di vendita, a causa dei dati sull'economia Cinese poco confortanti, e di acquisto, grazie alla carenza di rame fisico nei magazzini.

copper

I prezzi dei metalli di base sono diminuiti del 23,43% nel 2015, ma nel 2016 hanno registrato un apprezzamento del 26,77%. Nel 2017, il settore dei metalli industriali non ferrosi è stato il settore delle materie prime con le migliori prestazioni, con un + 21,99% per l’anno. Nel primo trimestre del 2018, una mossa correttiva rispetto ai massimi ha ridotto il settore dello 0,96%; nel secondo trimestre invece, il settore ha guadagnato appena lo 0,11%. Oggi primo Ottobre possiamo di certo affermare che il terzo trimestre tutti i metalli di base sono caduti sotto il peso della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina ed il settore ha perso il 10,39%. Le materie prime industriali hanno perso l’11,40% del valore nei primi nove mesi di quest’anno.

Tutti e sei i metalli di base scambiati sul London Metals Exchange sono diminuiti nel terzo trimestre rispetto ai prezzi fatti registrare alla fine del secondo trimestre. La materia prima con il miglior rendimento nel settore dei metalli di base nel 3 ° trimestre è stata l’alluminio che è diminuito solo del 3,45%. L’alluminio ha perso il 5,84% al ribasso.

I futures sul rame COMEX sono diminuiti del 4,95%, mentre il contratto a termine a tre mesi del LME ha registrato un calo del 7,01% nel trimestre. Il peggiore risultato lo ha ottenuto il piombo, che è diminuito del 17,25%. Lo Zinco ha registrato una perdita del 12,82%, mentre il nichel LME ha perso il 15,99% rispetto al periodo di tre mesi conclusosi lo scorso venerdì. Nel frattempo, il prezzo del minerale di ferro è aumentato del 6,18% nel terzo trimestre e l’indice Baltic Dry è aumentato del 14,67% negli ultimi tre mesi.

I prezzi dei metalli di base hanno subito un grosso scossone al ribasso anche a causa dell’aumento dell’indice del dollaro USA che è aumentato dello 0,41% nel terzo trimestre e del 3,17 al rialzo finora nel 2018. Un dollaro troppo forte rende più costoso l’acquisto di materie prime in valuta estera e questo unito al periodo di sofferenza causato dalle dispute commerciali ha mandato al tappeto il mercato. Durante il primo trimestre, il presidente Trump ha lanciato dazi del 10% sull’alluminio e una tariffa del 25% per l’acciaio straniero in arrivo negli Stati Uniti. Nel terzo trimestre, gli Stati Uniti hanno raggiunto accordi commerciali con l’UE, il Messico e la Corea del sud. I negoziati con il Canada erano in corso alla fine del terzo trimestre e sembrano essersi risolti quest’oggi con l’adesione del presidente Trudeau. Tuttavia, un accordo con la Cina rimane difficoltoso e la controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina si è intensificata durante il terzo trimestre.

Previsioni sul Rame

I prezzi del rame sono al ribasso quest’oggi dopo che i deboli dati manifatturieri della top consumer cinese hanno causato nervosismo sulla domanda, d’altro canto la caduta delle scorte di rame grezzo nei depositi ha contribuito a sostenere il sentimento di rialzo dai minimi dell’anno. Nella mattinata il benchmark di rame sul LME è sceso dell’1,5 percento a 6,162,50 dollari la tonnellata.

“C’è un braccio di ferro tra i dati cinesi, che mostra stallo della produzione e scorte di rameha detto un gestore di fondi presso un fondo per le risorse naturali. “Le scorte del LME hanno subito una diminuzione, scendendo al di sotto di 200.000 tonnellate”.

Nel mese di settembre la crescita del settore manifatturiero cinese si è arrestata a causa di un indebolimento della domanda esterna e interna, questo è quanto hanno mostrato due sondaggi Domenica; questo è un segnale che le tariffe degli Stati Uniti stanno infliggendo una pesante punizione all’economia cinese. La Cina rappresenta quasi la metà della domanda globale stimata in 24 milioni di tonnellate quest’anno. Le scorte di rame nei magazzini del LME a 199.125 tonnellate sono quasi dimezzate dalla fine di marzo e sono al minimo da dicembre dello scorso anno.

Dopo l’apertura di Wall Street il rame quotato al COMEX perde un punto percentuale, scambiando a 2,777 dollari la tonnellata. Il rame ha in queste ultime sedute sempre trovato supporto a 2,77 dollari, mentre 2,84 ultimo massimo toccato dai prezzi, non sembra essere una resistenza insormontabile, ne corrisponde ad un livello di fibonacci apprezzabile sui grafici giornaliero e settimanale.

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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