Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano già in fase di recupero e potrebbe proseguire al rialzo; il gas naturale non è invece riuscito a rimontare.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano in netto recupero dopo i minimi relativi di ieri, adesso a quota 63,50 dollari al barile circa. Ancora una volta, il ribasso di ieri è bilanciato dal rimbalzo delle scorse ore, all’interno di una cornice laterale piuttosto ampia ma assolutamente solida.
Il gas naturale, invece, non è riuscito a riprendere quota in maniera convincente e rimane ancora sotto pressione a 2,850 dollari circa. Ulteriori arretramenti potrebbero susseguirsi fino al raggiungimento del supporto a 2,7 dollari tondi, ma ritengo più plausibile una stabilizzazione sul target attuale o un lento e graduale recupero.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 63,43 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,847 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI si muove attualmente su un livello intermedio, in avvicinamento al target principale di 64 dollari al barile, corrispondente al margine superiore della fascia laterale di consolidamento. Un eventuale superamento di questa soglia potrebbe aprire la strada a ulteriori rialzi, con resistenze tecniche localizzate tra 64,4 e 64,6 dollari, dove convergono medie mobili significative (EMA e SMA).
Il ritorno in una chiara configurazione rialzista sarà confermato soltanto da un’estensione oltre i 65 dollari al barile, livello già raggiunto l’ultima volta il 2 settembre.
Eventuali arretramenti seguiranno invece la traiettoria già tracciata più e più volte: un primo ribasso sotto i 64 dollari potrebbe agevolare le prese di profitto fino ai supporti di 62,5 e 62 dollari e, da lì, mirare ai 60 dollari tondi.
Il prezzo del gas naturale sta cercando di consolidarsi in una zona chiaramente ribassista, attorno ai 2,85 dollari. Questo livello, pur rappresentando un tentativo di stabilizzazione, si colloca all’interno di una fascia di debolezza tecnica che lascia spazio a ulteriori flessioni. I target intermedi successivi, individuabili a 2,80 e 2,77 dollari, potrebbero essere raggiunti già nel brevissimo termine, soprattutto in assenza di catalizzatori rialzisti o di segnali di inversione.
Tuttavia, ritengo plausibile un temporaneo rimbalzo tecnico, favorito da condizioni di ipervenduto su alcuni oscillatori e da possibili ricoperture di posizioni short. Un ritorno sopra quota 2,90 dollari potrebbe fungere da primo segnale di recupero, ma solo il superamento deciso della soglia dei 3 dollari confermerebbe un cambio di passo più strutturale.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.