Tradotto con IA
L’Indice del Dollaro USA (DXY) si è mantenuto nei pressi di 97,96 nella sessione asiatica di venerdì, protraendo una tendenza ribassista, mentre i mercati attendono una riduzione dei tassi da parte della Fed per settembre. La visione accomodante ha oscurato i dati macroeconomici statunitensi migliori del previsto, limitando i guadagni.
L’Indice dei Prezzi alla Produzione USA (PPI) di luglio è aumentato del 3,3% su base annua, superando sia il 2,4% di giugno sia le previsioni pari al 2,5%. Il PPI core è salito al 3,7% da 2,6%, ben oltre il consenso del 2,9%. Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione settimanali sono scese a 224K, superando le attese di 228K. I dati positivi hanno temporaneamente sostenuto il dollaro, ma non sono riusciti a invertire la debolezza generale.
L’strumento CME FedWatch mostra una probabilità del 92% di un taglio di 25 punti base da parte della Fed a settembre, in aumento rispetto all’85% della settimana precedente. La ferma convinzione che la Fed darà la priorità alla crescita rispetto all’inflazione continua a limitare il rialzo del DXY.
I mercati attendono i dati di Vendite al Dettaglio di luglio, previsti in crescita dello 0,5% su base mensile. Una lettura più forte potrebbe contribuire a stabilizzare il dollaro, mentre dati più deboli potrebbero rafforzare le previsioni di taglio dei tassi.
L’indice preliminare del Sentiment dei Consumatori dell’Università del Michigan sarà monitorato attentamente per ulteriori indicazioni sull’andamento dell’economia.
L’Indice del Dollaro USA (DXY) è in contrazione nei pressi di 97,96 dopo aver incontrato resistenza intorno a 98,31, in linea con la media mobile esponenziale a 50 periodi (50-EMA) a 98,09. L’azione del prezzo resta limitata da una linea di tendenza discendente risalente a fine luglio, confermando un orientamento ribassista nel breve termine.
Un calo sostenuto al di sotto di 97,62 potrebbe esporre i successivi livelli di supporto a 97,37 e 97,12. Sul fronte rialzista, il recupero di 98,31 aprirebbe la strada verso 98,63 e la media mobile esponenziale a 100 periodi (100-EMA) a 98,23. L’RSI si è invertito dal livello medio dei 50, suggerendo un indebolimento del momentum rialzista.
L’GBP/USD è scambiato nei pressi di 1,3550 dollari, mantenendosi all’interno di un canale ascendente sul grafico a 2 ore. La coppia rimane al di sopra della 50-EMA a 1,3513 e della 100-EMA a 1,3466, segnalando un momentum rialzista nonostante la recente fase di consolidamento. L’RSI a 54 indica un sentiment neutro con lievi tendenze rialziste.
Un movimento sostenuto al di sopra di 1,3592 potrebbe puntare a 1,3652 e 1,3711, mentre un calo al di sotto di 1,3518 rischia una discesa verso 1,3455 e 1,3398.
L’EUR/USD è scambiato a 1,1676 dollari, mantenendosi al di sopra della linea di tendenza ascendente tracciata all’inizio di agosto. La 50-EMA (1,1663) e la 100-EMA (1,1645) agiscono come supporti dinamici, con un importante supporto orizzontale a 1,1632. Una ripresa da questo livello potrebbe spingere il cambio verso 1,1700 e 1,1731, mentre un’inversione superiore potrebbe aprire la strada a 1,1785.
Al ribasso, una discesa sotto 1,1632 comporta il rischio di raggiungere 1,1588 e 1,1531. L’RSI, posto intorno a 53, mostra un momentum neutro, lasciando spazio a movimenti in entrambe le direzioni. Il bias a breve termine resta cautamente rialzista purché la linea di tendenza rimanga intatta.
Arslan è un MBA in finanza e possiede anche una laurea MPhil in finanza comportamentale. Esperto in analisi finanziaria e psicologia degli investitori, Arslan utilizza il suo background accademico per offrire preziose intuizioni sul sentiment di mercato e sulla probabilità che gli strumenti siano sovraacquistati o sovrasvenduti.