I Titoli di Stato USA sono ancora un porto sicuro? Vediamo quanto la politica dei dazi di Donald Trump può causare danni al debito pubblico USA.
La strategia dei dazi di Donald Trump e della sua amministrazione ha messo in discussione gli equilibri globali, e non solo sotto il punto di vista economico. Tanto che ci si domanda se i Titoli di Stato USA siano ancora un porto sicuro per gli investitori che cercano rendimento e allo stesso tempo rifugio.
Basterà ricordare che la Bank of England ha richiesto il rientro dagli stati Uniti del 30% delle sue riserve auree lì depositate. Segno del venir meno della fiducia nei confronti degli Stati Uniti come partner affidabile sotto molti punti di vista.
Per capire se i Titoli di Stato USA sono ancora un porto sicuro per gli investitori e risparmiatori, è utile provare a capire quali sono gli obiettivi che Trump sta cercando di raggiungere con i dazi e quali le conseguenze.
In base a quanto scritto nelle ultime settimane dagli analisti attraverso i quotidiani online di economia, gli obiettivi di Donald Trump con i dazi sono molteplici e complessi, e possono essere riassunti nei seguenti punti principali:
Tuttavia, è importante notare che l’implementazione dei dazi comporta anche dei rischi e delle potenziali conseguenze negative, tra cui:
Una delle conseguenze dei dazi è la fuga dei capitali dagli Stati Uniti. I gestori di fondi e gli asset manager vedono un deflusso in corso verso l’Europa, e verso l’oro, che potrebbe proseguire ancora per molti mesi.
Di conseguenza anche i Titoli di Stato statunitensi, i Treasury, soffrono poiché cala la domanda facendo impennare i tassi di interesse. Tale dinamica rischia di mettere sotto stress eccessivo il già esplosivo debito pubblico statunitense.
Quest’ultimo è stato il motivo per cui Trump ha aperto a una moratoria di 90 giorni per l’applicazione dei dazi all’Europa e agli altri 60 paesi, con eccezione della Cina. Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, è riuscito nell’impresa di far ragionare Trump sul rischio di un debito pubblico gravato da tassi di interesse troppo elevati.
Quando i tassi di interesse sui titoli di Stato si alzano, per gli investitori esperti del settore è il momento di comprare per ottenere rendimenti più elevati.
Bisogna, però, essere consapevoli di altri rischi tra cui la svalutazione dei Treasury già in portafoglio.
In generali, infatti, quando i tassi di interesse sui Titoli di Stato di nuova emissione sono più elevati rispetto a quelli emessi in precedenza, questi ultimi si svalutano sul mercato secondario. Di conseguenza, in caso sia necessario vendere in anticipo i Titoli precedenti lo si dovrà fare perdendo parte del capitale.
Per un europeo che guarda ai Treasury c’è un’altra variabile di non poco conto da ponderare, ovvero il valore del dollaro rispetto alla moneta unica.
Com’è possibile verificare dal grafico dei prezzi EUR/USD, il tasso di cambio ha subito una brusca variazione negativa per il valore del dollaro. Da inizio 2025 e fino al 20 aprile, l’euro ha guadagnato il +9,5%.
Come abbiamo accennato in precedenza tra gli obiettivi dei dazi, uno di essi (forse uno dei principali) è la svalutazione del dollaro per riequilibrare la bilancia commerciale USA a favore dell’export.
Questo potrebbe tradursi in un ulteriore indebolimento del dollaro USA nei confronti dell’euro e non solo.
In breve, se il tuo obiettivo è acquistare i Treasury in questa fase per approfittare di tassi di interesse più alti che garantiscono un maggiore rendimento per il tuo investimento, dovrai tenere in conto il rischio cambio.
Potresti cioè perdere il guadagno accumulato con i Treasury in fase di rientro dell’investimento, ovvero quando convertirai dollari in euro.
C’è sempre una alternativa, però, reinvestire le cedole periodiche e il capitale in nuove emissioni di Treasury o in altri strumenti finanziari denominati in dollari, tra cui le azioni USA e gli ETF.
Il cambio da dollaro in euro viene così rinviato a quando i tassi di cambio saranno più favorevoli per il dollaro, e per il tuo investimento.
La Cina crede che l’Occidente sia in fase di declino e che loro siano il sole nascente di una nuova fase storica per l’umanità.
Tale narrazione, però, stride con la crisi immobiliare cinese le cui ceneri covano ancora sotto lo strato di yuan che il governo cinese ha utilizzato per coprirla. Inoltre, anche la Cina vive il suo inizio di declino demografico e questo certo non aiuta l’espansione di una nazione.
Non bisogna neppure dimenticare lo squilibrio della Cina tra esportazione e domanda interna. Infatti, se da una parte la Cina favorisce il consumo dei suoi prodotti nello scambio con i paesi esteri, continua ad avere una politica interna che stigmatizza il consumismo.
In definitiva, un Occidente debole non sarebbe il migliore degli scenari neppure per la Cina comunista che tarpa le ali ai consumi interni.
I Titoli di Stato USA restano quindi una opportunità interessante, ma non andrebbero dimenticati i trend emergenti.
Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.