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USA alle prese con riaperture necessarie, Cina con scorte di cibo

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: May 20, 2020, 06:27 UTC

Gli USA sono alle prese con le riaperture necessarie delle attività per far ripartire l'economia, mentre la Cina fa scorte di cibo timorosa per un secondo lockdown.

USA

Anche gli USA hanno bisogno di riaprire per far ripartire l’economia onde evitare danni permanenti. Un copione già visto in Italia e in Europa. In Cina, invece, è scattata la paura da seconda ondata di nuovo coronavirus e date le caratteristiche del loro sistema di approvvigionamento stanno facendo scorta di alimenti ora che costano meno.

L’economia mondiale è quindi “dilaniata” tra l’urgenza di dover riaprire e la paura di esser costretta a fermarsi per una seconda volta: davvero una situazione inedita.

Cosa succede negli USA

Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin lo ha detto a chiare lettere in audizione al Senato americano, se non s’interviene subito riaprendo le attività l’economia rischia danni permanenti.

Qualcosa di già visto e vissuto, ma è ora l’urgenza della prima economia del mondo.

Le sfide sono senza precedenti riconosce Mnuchin, tuttavia i lavoratori devono tornare a lavorare in sicurezza.

Il problema principale riguarda il mercato del lavoro, alla ripartenza non sarà il roseo 3,5% di disoccupazione ma nettamente di più. Mnuchin lo ha detto chiaramente, la disoccupazione aumenterà prima che la situazione migliori.

Bisognerà quindi trovare il modo di tenere le persone al lavoro, magari con gli aiuti governativi alle imprese che proprio Mnuchin aveva annunciato in precedenza. Il Governo degli Stati Uniti si accollerebbe i rischi legati all’erogazione di fondi alle imprese pur di farle ripartire: aiuti di stato come in Europa.

Jerome Powell pronto a fare di più

Anche lo US FED dovrà fare di più per l’economia statunitense e probabilmente non basterà più stampare altro denaro, ma bisognerà abbassare ulteriormente i tassi di interesse. Trump aveva chiesto a Powell di portarli in territorio negativo come ha fatto da tempo la BCE in Europa.

Anche per Powell è necessario mettere soldi in tasca a chi non ha il lavoro, perché il perdurare della disoccupazione crea danni che poi potrebbero diventare difficili da recuperare.

“Senza lavoro si perdono il network e le capacità” ha detto Powell citato da Teleborsa e di conseguenza rientrare sul mercato diventa più difficile.

E la California con la sua Task force di esperti composta dai top manager di Netflix, Disney e Salesforce, ha chiesto mille miliardi di dollari di aiuti a favore dei governi statali. Fondi aggiuntivi rispetto ai 2.200 miliardi che Trump ha già elargito all’economia.

O si riapre in sicurezza, o così non si regge.

La Cina e le scorte di beni

La Cina ha riaperto prima di tutti perché il virus lo aveva in casa e lo ha affrontato per prima, ed ora temono le seconde ondate e le seconde chiusure.

Una condizione che spaventa i cittadini e l’intera economia, tanto che si fanno scorte di beni e in particolare di cibo onde scongiurare un ammanco in caso di nuovo lockdown.

La Cina, infatti, sconta la scarsa presenza di terreni agricoli e per tale motivo è legata alle importazioni di alimenti primari.

L’economia cinese è dipendente anche dal petrolio estero, del quale ne è tra i principali consumatori mondiali e i segnali indicano che ne sta facendo ampie scorte ora che i prezzi sono bassi.

Rischi post pandemici: prezzi alti e disordini sociali

Ma se la domanda di cibo aumenta, come in Cina sta avvenendo in particolare nelle città con le maggiori difficoltà logistiche, ecco che anche i prezzi degli alimenti e in generale dei beni aumentano.

Quest’ultimo è un effetto noto agli italiani, basti vedere il caffè al bar aumentato attraverso accordi tra baristi (anche i bar ora fanno i cartelli).

Le conseguenze? Secondo Kaho Yu, senior Asia risk Analyst di Verisk Maplecroft, citato da Cnbc, c’è il rischio di disordini sociali associati a disoccupazione e rincari dei prezzi al consumo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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