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USA, accordo sul tetto del debito: sospeso per due anni

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 23, 2019, 06:29 UTC

USA, raggiunto un accordo sul tetto del debito: sospeso per due anni, se ne riparlerà nel dopo elezioni presidenziali. Soddisfatto il presidente Trump.

tetto del debito

Gli Stati Uniti d’America potranno continuare a spendere per mandare avanti la macchina statale e le pubbliche amministrazioni federali, senza il rischio di nuovi shut down (ricordiamo tutti lo shut down durato oltre un mese ad inizio 2019).

Raggiunto quindi l’accordo bipartisan al Congresso della Casa Bianca che sospende il tetto massimo del debito per due anni. Non solo, l’accordo prevede anche l’aumento dei livelli di spesa per il Governo, così da consentire il proseguimento senza soluzione di continuità delle attività, scongiurando nuovi stop alla macchina amministrativa statunitense.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso la sua soddisfazione per l’accordo raggiunto attraverso un tweet:

“Sono lieto di annunciare che è stato raggiunto un accordo con il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, il leader della minoranza del senato Chuck Schumer, il presidente della Camera Nancy Pelosi e il leader della minoranza della Camera Kevin McCarthy – con un budget di due anni e un tetto massimo, senza pillole avvelenate”.

Potrebbe interessarti: Guida al debito pubblico italiano.

A settembre niente default

L’accordo raggiunto scongiura un nuovo default a settembre, quando cioè riprenderanno le scuole e le università e molte altre attività che durante i mesi estivi sono meno attivi.

Ma la sospensione del tetto del debito pubblico statunitense per due anni, si presta anche ad un’altra lettura. Nel novembre 2020 si svolgeranno negli USA le elezioni presidenziali, l’aver trovato un accordo per due anni, scavalca le elezioni e rimanda il problema al dopo voto, al luglio 2021 quando già da mesi i cittadini avranno eletto il nuovo presidente o confermato Donald Trump per un secondo e ultimo mandato.

Scongiurati i tagli automatici alla spesa pubblica

L’accordo scongiura anche i tagli automatici alla spesa pubblica frutto di un accordo del 2011 tra l’allora presidente USA Barack Obama e il partito dei repubblicani. I tagli automatici alla spesa pubblica sarebbero dovuti scattare a partire dal 2020.

Cosa prevede il compromesso fra Democratici e Repubblicani

Il governo americano potrà ora spendere 320 miliardi di dollari in più in due anni, che sono 30 miliardi di USD in meno rispetto a quanto i democratici speravano di ottenere dall’accordo. Anche i repubblicani hanno dovuto accontentarsi, perché l’accordo prevede 75 miliardi di USD di risparmi, mentre Trump ne chiedeva almeno il doppio.

Qual è il debito degli Stati Uniti d’America?

Eliminare il tetto al debito, o meglio, decidere con una legge di innalzarlo ulteriormente, significa avere un debito che grava sull’intera economia americana ancor più imponente.

Secondo il sito web Us Debt Clock, il debito degli USA ammonta a 22 mila miliardi di dollari USA ed è in costante ascesa. Un debito che, se ripartito tra i cittadini significano oltre 68 mila dollari pro-capite, cifra che aumenta a 183 mila USD pro-capite se la dividiamo solo per i cittadini che pagano le tasse (quindi escludendo i minori e i disoccupati).

Il sito web dove curiosare sui dati del debito pubblico degli USA è www.usdebtclock.org, esso fornisce un articolato tabellone di numeri in costante movimento, tra cui gli interessi sul debito che lo stato deve pagare ai creditori.

Il ricorso al debito

Il ricorso al debito non è mai la soluzione ideale per uno stato, ma nell’attuale economia è l’unica “strategia” più rapida e immediata per uscire dalle secche. Anche la Cina nel 2019 ha deciso di ricorrere al debito pubblico per superare le sue difficoltà.

E che dire del debito pubblico italiano, che nel mese di aprile aveva fatto registrare un nuovo record al rialzo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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