Questa mattina: Questa mattina i dati macroeconomici provenienti dalla sessione Asiatica includevano i valori dell'inflazione e i numeri su larga scala
Questa mattina:
Questa mattina i dati macroeconomici provenienti dalla sessione Asiatica includevano i valori dell’inflazione e i numeri su larga scala dell’inflazione dell’Australia.
I numeri inflazionistici del Giappone hanno mostrato un piccolo spostamento verso l’obbiettivo della BoJ, con un’inflazione di base invariata rispetto allo 0,7% riportato a settembre. Lo scenario supporta la teoria che vede la BoJ impossibilitata a cambiare la sua politica monetaria da un momento all’altro, sulla scia di un costo di produzioni ancora da trasmettere al consumatore e un incremento della pressione sui prezzi.
Lo yen ha mostrato una scarsa risposta ai numeri riportati registrando un calo dello 0,14% e stabilizzandosi su quota 111.14¥ contro il dollaro statunitense, mossa guidata principalmente dal rimbalzo registrato dalla valuta statunitense nella sessione di giovedì.
Per il dollaro australiano è stata una giornata nera; i numeri dell’indice dei prezzi di produzione ha riportato un calo rispetto al mese precedente stanziandosi al di sotto delle aspettative e innescando un calo della valuta che passa dagli 0.76508$ precedenti agli attuali 0.7649$. Le cifre forniscono una lieve speranza di accumulo della pressione sui prezzi.
Al rilascio della notizia, il dollaro australiano posta un calo dello 0,22% raggiungendo quota 0,7643$, tuttavia, nel corso della giornata recupera dai minimi infragiornalieri registrati al livello degli 0,7626$ a seguito della sentenza emessa dalla Corte Superiore australiana contro il primo ministro Joyce e altri quattro funzionari. Sembrerebbe, infatti, che il primo ministro Joyce e altri quattro funzionari non abbiano il diritto di mantenere la carica a causa dello status di doppia cittadinanza.
Non è stata una settimana particolarmente positiva per i rialzisti australiani; la valuta infatti posta un calo del 2,24%, sebbene la RBA possa sperare in un ulteriore ribasso nelle settimane avvenire.
Per quanto riguarda le principali borse asiatiche, il Nikkei chiude in rialzo segnalando un incremento dell’1,24$.
Ricordiamo come nella sessione di mercoledì abbia registrato il suo unico ribasso delle ultime 19 sessioni. Sempre nella sessione di mercoledì anche l’Hang Seng e il CSI registrano un calo insieme all’ASX200 che si muove in ribasso a seguito della sentenza emessa dalla Corte d’Appello restituendo i guadagni registrati ad inizio sessione. Le dimissioni di Joyce si tradurrebbero in un posto in meno nella coalizione di governo.
Per il resto della giornata:
Non sono previsti rapporti dall’Eurozona; i mercati continueranno a leccarsi le ferite della crisi registrata giovedì dall’Euro in risposta al programma di acquisto asset mostrato dalla BCE per il prossimo anno. I mercati hanno certamente avviato la “ricalibrazione”, come l’ha chiamata il presidente della BCE, mostrando un tono dovish nel lasciare la porta aperta ad un possibile aumento di acquisti nell’anno venturo e cercando di mantenere invariati i tassi fino alla conclusione del programma.
Mentre la Federal Reserve pensa ad un ultimo incremento dei tassi per la fine dell’anno, la ripresa dell’Eurozona sembra seguire quella degli Stati Uniti; i differenziali di rendimento probabilmente favoriranno il dollaro statunitense, soprattutto se le riforme fiscali dovessero trovare accoglimento, scenario che mostrerebbe la vittoria della BCE nella sua gestione di supporto dell’euro, compiendo così un passo in avanti verso la normalizzazione delle politiche.
Al momento della scrittura, l’euro mostra un calo dello 0,09% raggiungendo quota 1,1640$.
Dopo il crollo di giovedì la sterlina britannica non sembra mostrare uno scenario migliore, pertanto, in assenza di nuovi dati di supporto, non prevediamo una sessione particolarmente brillante per oggi. La Brexit continua ad essere un elemento chiave per i mercati e la notizia che l’Unione Europea si stia preparando a un evento “privo di accordo” non sembra essere smentita, riducendo così l’ottimismo fornito la scorsa settimana dalla possibilità di assistere alla chiusura di una trattativa per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Al momento del rapporto, la sterlina posta un ulteriore calo dello 0,23% raggiungendo quota 1,3131$, il ribasso viene registrato nonostante l’elevata possibilità, l’80% circa, di assistere ad un possibile innalzamento dei tassi nel mese di novembre.
Probabilmente, sarà un’altra giornata particolarmente impegnativa per la sterlina britannica poiché questo pomeriggio gli Stati Uniti dovrebbero rilasciare la prima stima sui rapporti inerenti al PIL del terzo trimestre congiuntamente ai numeri relativi al sentimento dei consumatori nel mese di ottobre.
Come avvenuto nel corso della settimana, ci aspettiamo che i numeri abbiano una certa influenza sul dollaro, tuttavia, avremo bisogno di vedere una divergenza rispetto alle stime per poter assistere ad una mossa significativa. Detto questo, l’attenzione continuerà ad essere incentrata sul futuro presidente della Federal Reserve e sui progressi relativi alle riforme fiscali.
Giovedì la Camera dei Rappresentanti che ha adottato la risoluzione di bilancio ha incrementato ulteriormente le prospettive delle riforme fiscali, sebbene alcuni membri del Partito Repubblicano si siano opposti. La chiave del bilancio consiste nel consentire al Senato di approvare le riforme fiscali con una maggioranza semplice rispetto alla consueta maggioranza dei 60 voti, scenario che cambierebbe completamente le redini del gioco.
Al momento della scrittura, l’indice Dollar Spot registra un incremento dello 0,20% raggiungendo quota 94,801, la debolezza dell’euro e della sterlina britannica hanno consentito al dollaro di riprendere vita.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.