Il possibile nuovo asse Iran-Corea del Nord con la Cina spettatore interessato
Grandi manovre in ambito geopolitico.
Sì perché il meeting iraniano che ha visto protagonisti il ministro degli Esteri della Corea del Nord, Li Ehcho, e i vertici di Teheran potrebbe consolidare l’asse collaborativo tra questi due Paesi, specie in risposta alle sanzioni economiche volute dagli Stati Uniti d’America.
Secondo quanto emerso dall’incontro, potrebbe esserci un aggiramento delle sanzioni USA con la vendita di petrolio iraniano a Pyongyang, nell’ambito di una collaborazione commerciale che veicolerebbe flussi economici non indifferenti.
Fonti geopolitiche ribadiscono come “l’embargo sulle importazioni di petrolio iraniano, a cui da alleato partecipa la Corea del Sud, è stato avviato dall’ONU, USA e UE. E in precedenza, le sanzioni economiche, con cui gli USA hanno costretto l’UE, la Corea del Sud e altri alleati a rifiutare le importazioni di petrolio iraniano, hanno dato alla Cina significative preferenze”.
Stante quanto detto sopra, si evince come il quadro conseguente agevoli la Cina, acquirente privilegiato dell’Iran vistosi costretto a una fornitura petrolifera a prezzi agevolati, in una situazione che potrebbe rimescolare le carte in tavola.
L’Iran potrebbe trovarsi nella condizione di costituire un forte canale con Cina e Corea del Nord e affrancarsi da sanzioni che ne avrebbero minato alla radice le esportazioni.
Secondo un report geopolitico diffuso dall’’Istituto di studi politici Jang Ji-Hyang, quanto appena affermato sarebbe coerente con il contesto presente: “In una situazione in cui gli USA continuano a fornire pressione sanzionatoria contemporaneamente in Iran e in Corea del Nord con l’obiettivo della denuclearizzazione, questi Paesi sapranno solo rafforzare la cooperazione. Tuttavia, la Corea del Nord e l’Iran, a differenza di altri Paesi, non si aprono alla cooperazione e canali ufficiali, quindi tutto si limita alla dimostrazione simbolica di relazioni amichevoli. Inoltre, la Corea del Nord saprà astenersi da gesti che parlano di collaborazione attiva, perché questo può avere un effetto negativo sul suo rapporto con gli USA”.
D’altro canto, c’è anche chi sostenga come la questione investa anche il comparto militare, con la Corea del Nord e l’Iran intenti a realizzare uno sviluppo progettuale in tema di forniture militari che sarebbe mal vista dagli USA, specie se, come affermato da più parti, Teheran stia continuando ad armare i ribelli yemeniti non disdegnando una dissimulazione verso la vendita di tecnologia nucleare e missilistica. Questo potrebbe catalizzare gli accordi petroliferi descritti in calce specialmente nel mese di novembre, arco temporale di piena ricezione delle sanzioni diktate da Washington.
È vero però anche il contrario.
Il sotterfugi iraniano potrebbe anche non verificarsi se, come auspicato da molti, il presidente Trump si vedrà costretto a più miti consigli, distogliendo la propria attenzione dall’embargo e ponendosi aperto al dialogo in vista delle elezioni di medio termine proprio a novembre, evento in cui il n.1 dei repubblicani non può presentarsi in una situazione di crisi internazionale.
All’elemento di cui sopra si può aggiungere che se l’Iran è fermo sulla propria posizione di mantenimento di accordo nucleare, la Corea del Nord necessiterebbe di esordire con il completo sistema di autorizzazioni e concessioni affinché ogni adempimento fosse rispettato.
Con conseguenze temporali ed economiche.
Da qui il punto cruciale in seno agli USA: se i negoziati per un nuovo accordo nucleare dovessero interrompersi, la cooperazione petrolifera made in USA assurgerebbe a dimensione unica e cogente di slogan elettorale vincente per il partito repubblicano, che non potrebbe farsi trovare impreparato proprio in vista della denuclearizzazione internazionale.
In poche parole, Trump ha bisogno di consenso per il mid term. È possibile che la partita sul petrolio sia giocata proprio in virtù di un volano di apprezzamento che gli permetta poi di sedersi al tavolo del disarmo con un elettorato più forte e, quindi, dalla sua.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.