Il Bitcoin e le altre cripto si preparano ad arricchire le transazioni del Meridione
Nonostante il trend ribassista del Bitcoin, sembra che il Sud Italia sia pronto a scommettere sulla valuta nakamotiana.
Sì perché, se già si è registrato un interesse italiano per la divisa digitale più importante al mondo, la geografia di un simile fenomeno pare localizzata esclusivamente nel Nord Italia.
L’orientamento recente di due città italiane del Meridione vuole smentire un utilizzo cripto strettamente settentrionale, portando il Sud a porsi come interlocutore privilegiato in tal senso.
In primo luogo, appare utile osservare quanto stia accadendo a Napoli.
La provincia vesuviana è latrice di una riflessione importante sull’universo cripto.
Il sindaco napoletano, Luigi de Magistris, ha annunciato in tempi non sospetti la volontà di lanciare un progetto per l’affiancamento di una nuova valuta all’euro. Programma possibile solo attraverso la sperimentazione della blockchain, tecnologia all’avanguardia che potrebbe davvero costituire un fondamentale ausilio alle attività commerciali e allo sviluppo economico partenopeo.
Le convinzioni del primo cittadino sono coadiuvate dall’assessore al bilancio, al lavoro e alle attività economiche, Enrico Panini, che non ha nascosto come la scelta di una simile valuta alternativa ricadrà sul Bitcoin.
Dal momento che un simile proponimento non può che scontrarsi con problematiche d’emissione, con annesse criticità in termini di conformità e uffici preposti, l’ipotesi più probabile in seno al progetto di valuta alternativa sembra l’arrangiamento di una delibera che permetta di agevolare l’utilizzo del BTC nell’area urbana, cosicché la valuta nakamotiana possa costituire moneta differenziale e svolgere proprio la funzione per cui è nata.
Quanto illustrato sopra ricade in un’ottica di crescita della città, evidenziando ancora una volta come una criptomoneta sia volano di modernità e catalizzi la crescita di attività commerciali anche attraverso l’attrazione di nuovi clienti.
Un pensiero semplice che non lascia dubbi. Così Panini sul punto: “ “Filosoficamente usare Bitcoin è più vicino al nostro modo di pensare e fare politica, è più autonomo e non è necessario dipendere da banche centrali come per l’euro”.
Si percepisce come per Napoli sia solo questione di tempo per l’avvento del BTC.
Situazione simile ma più avanzata a Cagliari.
Il capoluogo sardo risponde alla capostipite Trento e a Milano, Torino, Alba, Verona e Firenze, dotandosi di un bancomat Chainblock ATM.
Come già accaduto per Trento, a Cagliari sarà presente un negozio di cambio contanti contro Bitcoin, con la novità che qui sarà possibile acquistare anche le altre principali monete virtuali presenti sul mercato.
Il negozio in questione è 100% Biodegradabile, in Via Ottone Bacaredda 60.
La postazione in questione è l’ottava sita in Italia, fornita proprio da Chainblock, azienda italiana leader nel Paese nel comparto tecnofinanziario.
La procedura è presto detta: registrazione di documenti (con scansione volto) e cambio valute.
Cagliari si pone come apripista per la fintech in Sardegna, territorio la cui domanda in tal senso è elevata, secondo quanto affermato più volte da rappresentanti di Chainblock.
Questo primo bancomat non potrà che essere volano per una permeazione capillare di BTC e affini nell’isola dei quattro mori che si preannuncia terreno fecondo per il germogliare dello sviluppo criptovalutario.
Il Nord è ben rappresentato, il Sud anche.
L’Italia attende segnali dal Centro.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.