Abe vince in Giappone con le riforme fiscali e i referendum che guidano il dollaro e l’EUR

Questa mattina:

Le elezioni indette a sorpresa ripagano e il primo ministro Abe ha dimostrato come sfruttare un partito di opposizione in disordine non solo vincendo, ma avendo la maggioranza che ora permetterà al partito democratico liberale e alla coalizione Komeito di rivedere la costituzione e di consegnare riforme costituzionali, pur sostenendo la continua politica fiscale di Abenomics che ha portato l’economia giapponese fuori dalle tenebre e aumentando le prospettive di un altro mandato per il governatore attuale della Banca del Giappone Kuroda.

Sia il primo ministro Abe che il governatore della BJ Kuroda erano stati ampiamente criticati, con la popolarità del primo ministro non solo in caduta libera, ma minima all’inizio della campagna elettorale.

In risposta al risultato delle elezioni, il Nikkei ha proseguito la sessione di questa mattina, in rialzo dello 1,18% al momento della redazione, con lo Yen in ribasso dello 0,13% a 113,67 dollari contro il dollaro. Le aspettative sono per la politica monetaria e fiscale che continuano a sostenere l’economia giapponese.

Non vi sono stati dati rilevanti dall’Asia per i mercati, con i mercati che ora dovrebbe restituire l’attenzione verso gli Stati Uniti e il commercio, assieme al desiderio continuo del Presidente Usa per un dollaro americano più debole.

Per il resto della giornata:

Con le statistiche chiave dall’Europa limitate agli ordini industriale di tendenza del CBI di ottobre in Gran Bretagna, la focalizzazione rimarrà sulla Spagna durante la sessione europea in quanto i mercati cercano di vedere come il governo catalano risponderà alle minacce del governo spagnolo di rimuoverli i loro poteri.

Il primo ministro spagnolo Rajoy dovrà prestare attenzione, poiché il numero di coloro che sostengono l’indipendenza catalana sembra essere amentato durante il fine settimana, con gli elettori precedentemente non indipendenti che cambiano il loro pensiero, il che potrebbe fornire ancora più sostegno ai partiti populisti in tutta Europa prima dell’elezione generale italiana.

Un eventuale reazione politica violenta rimane plausibile nonostante i Paesi Bassi, la Francia e la maggioranza della Germania vorrebbero ottenere le elezioni quest’anno.

Al momento del rapporto, l’EUR era in ribasso di 0,12 %% a 1,1770 dollari, con rumori provenienti dalla Spagna, il fattore chiave che potrebbe guidare il mercato durante la giornata.

Con le statistiche meno rilevanti dalla Gran Bretagna è improbabile che siano influenti, la sterlina si lecca le ferite dopo i dati della settimana scorsa e alcuni commenti dei membri del comitato di politica monetaria della BoE che suggeriscono un aumento del tasso nel mese di novembre potrebbe non essere rassicurante come suggeriscono i mercati.

Nonostante un possibile cambiamento di sentimenti verso la politica monetaria, la sterlina è riuscita a rimanere costante prima all’apertura europea, in rialzo del 0,06% a 1,3198 dollari, sostenuta dalle notizie relativamente positive della riunione della settimana scorsa sulla Brexit sui progressi ei negoziati che entrano nella fase 2.

Oltreoceano, la direzione del dollaro sarà probabilmente dettata da aggiornamenti sulla presidenza della FED del 4 febbraio, con l’attuale presidente Yellen, membro di voto del FOMC Jerome Powell e Stanford, l’economista John Taylor apparentemente tutti e tre in corsa, con le implicazioni sulla politica certamente abbastanza contrastanti tra Stanford e i più anziani Yellen e Powell.

Al momento della redazione, l’indice Dollar Spot era in rialzo dello 0,05% a 93,751, senza statistiche previste per il rilascio degli Stati Uniti questo pomeriggio per distrarre i mercati dal discorso sulle riforme fiscali e su chi potrebbe divenire il prossimo presidente della FED, adesso si aspetta un annuncio sulla nuova presidenza della FED.