Le restrizioni, introdotte il 10 gennaio, stanno lasciando milioni di barili bloccati e rallentando le vendite verso Cina e India.
I prezzi del petrolio greggio WTI, quotato in dollari al Nymex, hanno raggiunto durante questa settimana un picco a 73.68 prima di flettere fino ai 70.22 raggiunti ieri, sui livelli più bassi dal 30 dicembre scorso.
Come evidenzia il grafico ad ampia scansione temporale, la settimana si sta avviando a concludere in territorio leggermente negativo nonostante un iniziale guadagno di poco inferiore al 4%. Si tratta di un evento tecnico che alimenta aspettative di ulteriore flessione durante le prossime 3-5 giornate almeno. Ci aspettiamo una stabilizzazione dei valori sotto quota 72.60, a favore di proiezione ribassiste fino a 69.32 e 68.32.
Dobbiamo comunque precisare che, attualmente, il livello di supporto principale valido fino al termine del mese di febbraio è da ricercare non prima di 66.60/67.15. Solo una chiusura daily superiore a 72.60 potrebbe imporre una revisione dello scenario. Passeremo in seguito allo studio dettagliato del grafico intraday per individuare i riferimenti operativi validi per il brevissimo periodo.
Le nuove sanzioni USA contro la Russia hanno bloccato il commercio di petrolio russo (scontato) verso Cina e India, facendo aumentare la domanda di petrolio da Medio Oriente e Africa, causando problemi nei trasporti marittimi e facendo salire i prezzi del petrolio.
Le restrizioni, introdotte il 10 gennaio, mirano a limitare le entrate di Mosca colpendo le petroliere che trasportano il suo petrolio. Questo ha lasciato milioni di barili bloccati e rallentato le vendite verso Cina e India, i due maggiori acquirenti.
La situazione ha sconvolto il mercato: il prezzo del petrolio Dubai (di qualità inferiore) è diventato per un periodo più caro del Brent (di qualità superiore), aprendo opportunità per paesi come Brasile e Kazakistan. Il petrolio brasiliano è aumentato fino a 5 dollari al barile sopra il Brent, rispetto ai 2 dollari del mese precedente, e la Cina sta importando per la prima volta dal 2024 il CPC Blend del Kazakistan.
La TotalEnergies, a causa dell’elevata richiesta di petrolio mediorientale, ha venduto tramite aste anziché negoziazioni private, con carichi destinati alle aziende cinesi CNOOC e Rongsheng Petrochemical. I prezzi del petrolio Oman, Dubai e Murban sono più che raddoppiati a gennaio, rimanendo sopra i 3 dollari al barile, nonostante la minore domanda stagionale delle raffinerie.
Su grafico a barre da 30 minuti vediamo come sia fallito, durante il pomeriggio odierno, il tentativo di recupero che poggiava sulla tenuta di quota 71.05/71.15. Il cedimento del livello ha generato resistenze valide fino all’intera sessione di lunedì prossimo 17 febbraio a quota 71.16/23 e 71.54/60.
Le proiezioni indicano obiettivi a 69.95 e 69.58 virtualmente raggiungibili entro la seduta di martedì. Il segnale tecnico è short sfruttando ogni eventuale riavvicinamento alle resistenze, preferibilmente da rilevazioni non inferiori a 70.95.
Un allarme va piazzato in eventuale violazione di quota 71.60, confermata da una chiusura su grafico a 30 minuti; a questa condizione diverrebbe indispensabile aggiornare i livelli con nuove analisi.
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Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.