L'altcoin Cardano si conferma una delle più attive in termini di innovazione.
L’ecosistema di Cardano ha dovuto affrontare diversi problemi di congestione il mese scorso, a causa dell’implementazione sulla rete delle principali applicazioni decentralizzate (dApp).
Da allora, tuttavia, sono stati messi in campo sforzi accelerati per risolvere questi problemi di scalabilità, che rischiavano di minare la rapidità delle transazioni.
In questi giorni è stata annunciata una tabella di marcia incentrata sull’ottimizzazione delle prestazioni e sulla scalabilità, con vari miglioramenti che probabilmente sono stati inglobati nella nuova versione aggiornata a febbraio e divenuta operativa proprio oggi, 1° marzo.
Gli aggiornamenti di quest’ultima versione includono l’aggiunta dell’obbligo di firma multipla nelle cosiddette “transazioni in fasi incrementali”, che consentono alle due parti di firmare una transazione in momenti diversi anziché insieme.
Gli utenti del nodo saranno anche in grado di stimare con precisione il costo dell’esecuzione di uno script Plutus, che dovrebbe aiutare nell’esecuzione in catena dei nuovi “contratti intelligenti”. In base a quanto riferisce Github, la versione di Cardano “Node 1.34” è particolarmente vantaggiosa per gli operatori di pool stake, poiché ha aggiunto una serie di nuovi comandi e opzioni per una più facile accessibilità, come la possibilità di controllare il proprio programma di leadership e rivedere in anticipo i passi successivi.
In una recente intervista John Allan Woods, l’uomo che sta dietro all’architettura di Cardano, ha spiegato che, in definitiva, la versione di febbraio è stata creata per aumentare la facilità d’uso finale, in particolare diminuendo la quantità di dati necessari alla rete per elaborare le transazioni.
“Alle persone che eseguono Deadlus verrà richiesta minore capacità RAM perché siamo stati in grado di apportare ottimizzazioni più efficienti sulla struttura dei dati nella RAM stessa. In definitiva, il nodo richiede meno risorse di memoria agli utenti finali“. Queste funzionalità di ottimizzazione vengono lanciate come implementazioni di rilascio, che “raggruppano le nuove funzionalità per il nostro stack tecnologico in versioni periodiche più gestibili”.
La versione di febbraio è la prima delle tre importanti modifiche al codice già annunciate, che verranno rilasciate nel 2022 e che mirano all’aggiornamento della rete principale. Le altre due verranno rese operative fra giugno e ottobre.
Wood ha aggiunto che “questi aggiornamenti apporteranno miglioramenti sensibili su alcuni elementi chiave del nostro piano di ridimensionamento, come nuovi CIP Plutus, archiviazione su disco UTXO e Hydra, oltre ad una serie di nuovi prodotti e funzionalità”. Il mercato pare aver apprezzato la novità.
Anche se la tendenza di fondo è tuttora da considerare orientata al ribasso, ADA ha messo a segno da giovedì 24 febbraio scorso un recupero del 35% circa. Tecnicamente, si sono formati supporti a $ 0.9100 e $ 0.8100, virtualmente in grado di sorreggere un recupero fino a $ 1.1100 e $ 1.1890.
Lo scenario di recupero verrebbe meno solo in caso di violazione del secondo supporto, con una chiusura su grafico orario inferiore a $ 0.8100.
Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.