Il prezzo dell’Oro si sta riprendendo grazie al consistente ribasso del dollaro americano, fortemente indebolito dal ribasso dei rendimenti obbligazionari.
Un inizio settimana positivo per il prezzo dell’Oro che ha beneficiato di un deciso ribasso del future del dollaro americano, conseguenze delle ultime dichiarazioni da parte della FED della scorsa settimana. Da lunedì l’indice DXY del dollaro USA è sceso di oltre l’1% mentre l’Oro è salito di oltre lo 0,20%. Sebbene il mercato abbia ormai scontato le proprie aspettative di tapering, sembra invece che l’aumento dei tassi non abbia sfociato lo stesso clamore.
Negli ultimi mesi è stato ampiamente discusso che per la FED l’obiettivo della piena occupazione negli Stati Uniti sia stato raggiunto, mentre quello dell’inflazione intorno al 2% non è stato (ovviamente) raggiunto. Tutto questo potrebbe essere dannoso per il prezzo dell’Oro poiché da qui in poi si dovrebbe registrare un aumento dei rendimenti nominali a seguito dell’aumento dei tassi della FED, inoltre, con la battaglia della Federal Reserve nei confronti dell’alto livello dell’inflazione, con le aspettative di lungo termine al ribasso potrebbe spingere i rendimenti obbligazionari al rialzo e di conseguenza influenzerebbe negativamente l’Oro.
Il consueto report settimanale Commitments of Traders (COT) della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) che fornisce un’analisi dettagliata delle posizioni nette degli istituzionali sui mercati dei futures mostra una novità riguardo la commodity.
Rispetto alla settimana precedente, le posizioni nette sull’Oro sono aumentate di oltre il 13%, passando da 194,2K a 220,2K.
Si ricorda che il report Commitments of Traders è considerato un indicatore di medio/lungo periodo per l’analisi del sentiment degli istituzionali e molti traders ne utilizzano i dati per capire la view di chi muove il mercato.
Da notificare il dato statistico sulla stagionalità. Febbraio è un mese ribassista per l’Oro. Negli ultimi 5 anni, è stato il terzo peggior mese dell’anno, con una perdita media dell’1,17%. Invece, negli ultimi 10 anni, è stato il sesto peggiore dell’anno, con una perdita media dello 0,14%.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro quota 1802,06 $, al di sopra del livello psicologico 1800 $, una zona di swing rialzista che suggerisce un possibile inizio di un movimento long.
Occorre attendere però una chiusura positiva al di sopra del livello psicologico 1800 $; se il movimento long sarà confermato l’unico concreto obiettivo del rialzo è la resistenza 1830 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.