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Elezioni Europee 2019: Composizione del Parlamento UE, Quote rosa, gli scenari

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: May 9, 2019, 13:07 UTC

Guida alle elezioni europee 2019. Per cosa si vota e perché, le quote rosa e i dati delle precedenti votazioni. Focus sull'astensionismo e un video del Parlamento europeo.

Elezioni Europee 2019

Dal 23 al 26 maggio 2019 i cittadini dell’Unione Europea sono chiamati ad eleggere i rispettivi rappresentanti al Parlamento Europeo. Una votazione, forse mai come in questo momento storico, cruciale per le sorti dell’unità europea.

E l’importanza del voto, che in Italia si svolgerà nella giornata del 26 maggio 2019 con le modalità consuete di una votazione elettorale, l’importanza dicevamo è stata sottolineata dalla lettera aperta scritta da 21 Capi di stato dell’UE a 28 (compreso il Regno Unito).

La migliore idea che abbiamo mai avuto

Questo il titolo della lettera – documento con cui 21 capi di stato invitano i cittadini europei ad andare a votare: “La migliore idea che abbiamo mai avuto”.

“Le elezioni del 2019 hanno un’importanza speciale: siete voi, cittadini europei, a scegliere quale direzione prenderà l’UE. Noi, Capi di Stato… (segue l’elenco), ci appelliamo ai cittadini che hanno diritto a farlo affinché partecipino”.

“L’integrazione europea – proseguono i capi di stato – ha aiutato a realizzare la secolare speranza di pace in Europa dopo che il nazionalismo sfrenato e altre ideologie estremiste avevano portato l’Europa alla barbarie di due guerre mondiali”.

Qui il testo integrale dell’appello congiunto al voto per le elezioni europee del maggio 2019.

Elezioni Europee maggio 2019: Per cosa si vota e come

In Europa si vota per il rinnovo del Parlamento europeo, la quale è l’unica istituzione UE i cui membri sono eletti direttamente dal popolo europeo.

Le elezioni europee si ripetono ogni 5 anni, quindi il mandato dei deputati eletti è a termine anche se rinnovabile in caso di nuova elezione.

Il voto è a suffragio universale e per partecipare è necessario avere la maggiore età.

Quella in fase di conclusione è l’ottava legislatura (2014 – 2019), ciò significa che sono 40 anni che si vota per eleggere il Parlamento europeo, le prime elezioni si sono tenute nel 1979.

Quando si vota?

Si vota dal 23 al 26 maggio 2019, ciascuna nazione sceglie una data diversa in questo spazio temporale nel pieno rispetto delle diversità, e norme politiche e sociali specifiche.

Sono attesi alle urne almeno 400 milioni di cittadini europei, senza contare i britannici che alla fine parteciperanno al voto.

Il 23 maggio si voterà nei Paesi Bassi, il 24 maggio in Irlanda, il 25 maggio in Lettonia, Repubblica Ceca, Malta e Slovacchia. Il 26 maggio voterà l’Italia e il resto dei paesi UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Chi può votare?

Possono votare tutti i cittadini europei aventi diritto al voto, in base alle leggi specifiche dei singoli stati.

Nota curiosa per noi italiani, in Belgio, Cipro, Grecia e Lussemburgo, recarsi alle urne per votare è un obbligo di legge, non è così nel resto dell’UE a 28.

Si vota se si hanno più di 18 anni eccetto che in Austria, dove la legge consente il voto dai 16 anni compiuti in poi.

Alcune regole valide per tutti

Gli eurodeputati sono eletti ogni 5 anni a suffragio universale diretto, quindi eletti direttamente dai cittadini (prima del 1979 non era così).

Gli eletti sono proporzionali alla popolazione di ciascuno stato, quindi al Parlamento europeo alcuni stati hanno più rappresentanti di altri stati.

Lo spoglio delle schede elettorali deve iniziare dopo il termine delle votazioni, quindi a seggi chiusi.

La soglia minima d’accesso è libera, ma non può superare il 5% dei voti validi, inoltre, è vietato il doppio mandato nazionale e europeo. Se un politico ha già un seggio nazionale, non può svolgere anche il mandato di eurodeputato.

Le soglie di sbarramento non sono comuni

Ciascun paese ha soglie di sbarramento diverse, ad esempio è del 5% in Belgio, Lettonia, Ungheria, Repubblica ceca, Polonia, Francia, Romania, Croazia, Lituania e Slovacchia.

In Italia, Austria e Svezia la soglia è del 4%, mentre in Grecia è del 3% e nella piccola Cipro dell’1,8%.

Gli altri paesi europei non hanno soglie di sbarramento.

Quanti eurodeputati deve eleggere l’Italia? E gli altri paesi?

Gli europarlamentari da eleggere sono 750 più un seggio per il presidente fanno 751. L’Italia elegge 73 eurodeputati, mentre la Germania 96, il Regno Unito 73 e la Francia 74.

La regola impone un numero non inferiore a 6 eurodeputati per nazione e non superiore a 96.

La Brexit ha però complicato la distribuzione dei seggi. Senza UK, i seggi sarebbero 705 con una parziale ridistribuzione dei seggi tra gli altri 27 stati membri. Ma il Regno Unito parteciperà alle prossime lezioni europee di maggio, quindi i cittadini britannici dovranno eleggere i loro 73 eurodeputati rappresentanti. Allo stesso tempo, resta in piedi la separazione che il Regno Unito ha chiesto all’Unione Europea (l’articolo 50 del Trattato europeo). In definitiva, verranno eletti ma, o non metteranno mai piede all’Europarlamento, o se ne andranno via molto in fretta (scenari alternativi sono possibili).

L’astensionismo alle elezioni europee

Le elezioni politiche europee sono sempre state poco partecipate in alcuni stati, mentre altri danno esempio di altissima partecipazione.

Il Belgio e il Lussemburgo fanno registrare le quote più alte, rispettivamente 89,64% e 85,55%, ma in questi paesi la legge impone di andare a votare, quindi non fa testo.

Da un punto di vista della partecipazione al voto, Malta è la più europeista di tutte: affluenza 74,08%.

Ultima la Slovacchia, dove solo il 13,05% degli aventi diritto si presenta ai seggi. La Germania e la Francia non hanno popolazioni europeiste pienamente convinte, rispettivamente: 48,01% e 42,43%.

L’Italia fa decisamente meglio, nel 2014 votarono il 57,22% degli aventi diritto.

Nel complessivo l’affluenza è scesa dal 42,97% del 2009 al 42,61% del 2014.

Quote Rosa nel Parlamento europeo

Tralasciando il discorso se è degno trattare le donne come se a loro bisognasse garantire una “riserva” in cui vivere, anche il Parlamento europeo non farà a meno delle “quote rosa”.

Il 36,4% del Parlamento europee attuale e composto da eurodeputate, nel 1979, prima legislatura europea eletta dai cittadini europei, Simone Veil, figura di spicco del femminismo francese, divenne la prima ed unica presidente donna dell’europarlamento. 40 anni fa, però, la presenza delle donne era del 15,2%.

Tra le prime italiane, non elette ma nominate a partecipare ai lavori dell’Europarlamento troviamo:

  • Erisia Gennai Tonietti (DC) nel 1961;
  • Nilde Iotti (PCI) nel 1969;
  • Tullia Carettoni Romagnoli (PSI-PCI) nel 1971;
  • Maria Cassanmagnago Cerretti (DC) e Vera Squarcialupi (PCI) nel 1976.

Concludendo

Dal 23 al 26 maggio 2019, si scrive, come accade ogni 5 anni da 40 anni, un pezzo di futuro dell’Unione Europea e dell’Europa che sarà.

Concludiamo con l’appello dei Capi di stato europei:

Le elezioni del 2019 hanno un’importanza speciale: siete voi, cittadini europei, a scegliere quale direzione prenderà l’UE.

Guarda il video qui sotto realizzato dal Parlamento Europeo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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