Azioni ed ETF tokenizzati. Quali le opportunità per un investitore al dettaglio e quali rischi bisogna tenere in considerazione prima di investire negli stock token?
Dopo i CFD e dopo le azioni frazionate, ecco arrivare azioni ed ETF tokenizzati grazie alla costante trasformazione di asset finanziari reali in versioni digitali.
Non bisogna confondere, però, gli asset finanziari tokenizzati con quelli reali perché (almeno per il momento) non sono la stessa cosa.
La tokenizzazione di azioni e fondi negoziati in borsa è iniziata da non molto, ma ha già portato il valore degli investimenti a 697,21 milioni di dollari al giorno 11 ottobre 2025, dai 3,39 milioni di dollari USA del 27 giugno 2023. Il balzo è significativo, per un metodo di investimento nato sul finire del 2022 (fonte: https://app.rwa.xyz/stocks).
I token di azioni e di ETF possono essere un’opportunità di investimento ulteriore per gli investitori al dettaglio? E quali rischi corre l’investitore retail quando con le personali riserve finanziarie crea un portafoglio di asset finanziari tokenizzati?
Proviamo a fare chiarezza sull’argomento per poter comprendere se questo strumento di investimento è ciò che stiamo cercando, oppure no.
Chi ha dimestichezza con le criptovalute si è più volte imbattuto nel termine tokenizzazione di un asset reale. In soldoni significa creare una copia digitale di un oggetto (ad esempio un’opera d’arte) o di un titolo finanziario, ma registrando tale copia digitale su una blockchain.
Nel caso della tokenizzazione delle azioni e degli ETF, un titolo azionario o una quota di un fondo negoziato in borsa vengono tokenizzati e registrati su blockchain.
L’investitore che acquista azioni tokenizzate, o ETF, non diventa titolare delle azioni comprate perché la titolarità non gli viene trasferita. Dunque si tratta di uno strumento di investimento derivato, e chi investe denaro nell’acquisto delle azioni tokenizzate si espone al prezzo del sottostante senza detenerne la proprietà.
A differenza dei CFD, i contratti per differenza, i token (almeno per il momento) permettono soltanto operazioni long e non acquisti allo scoperto (short selling).
Come per ogni tipo di operazione di acquisto di asset finanziari, anche quando compri azioni tokenizzate inserisci un ordine di vendita sulla piattaforma di trading del broker che offre tale servizio.
La piattaforma esegue l’ordine al prezzo limite da te imposto, oppure al mercato. Eseguito l’ordine, i token delle azioni vengono aggiunte al portafoglio sul conto personale aperto presso il broker di fiducia.
A questo punto detieni i token per tutto il tempo che lo ritieni opportuno. Quando decidi di vendere le azioni e gli ETF tokenizzati, collochi un ordine al mercato e attendi il raggiungimento del prezzo desiderato.
Potrebbe darsi che le azioni o le quote di fondi passivi da te acquistati distribuiscano un dividendo agli azionisti.
Quello che può accadere lo prendiamo da un caso concreto. Il broker Kraken, uno dei crypto exchange che ha aggiunto la possibilità di operare su questo strumento finanziario, spiega ai suoi clienti che, se una società riconosce il dividendo agli azionisti, i titolari dei token non riceveranno la somma in valuta locale. Riceveranno invece la somma sotto forma di ulteriori azioni tokenizzate.
Facciamo un esempio. Poniamo il caso che esista una versione tokenizzata del titolo Ferrari (RACE) e che l’azienda di Maranello decida di riconoscere un dividendo pari a 1€ al netto della ritenuta. Un investitore ha acquistato 100 azioni RACE tokenizzate e dunque dovrebbe ricevere 100€ netti, invece riceve una azione Ferrari frazionata di pari valore.
Parlando di distribuzione di dividendi, abbiamo affermato che è possibile ricevere anche azioni frazionate. In effetti la tokenizzazione degli asset finanziari offre anche questa possibilità, cioè di acquistare un “pezzo” di una azione e non tutta intera.
Si pensi al costo di una azione Ferrari, o a quella di una azione Nvidia (NVDA) o di Apple (AAPLE).
Alcune piattaforme permettono il trasferimento delle azioni tokenizzate acquistate, su un portafoglio custodito dal cliente. In questo caso l’investitore può decidere di trasferire i token anche presso un altro broker.
L’operazione di trasferimento avverrà attraverso la blockchain (ad esempio Ethereum) utilizzata per creare i token. Possono esserci costi di network.
Partiamo dalle azioni tokenizzate. Abbiamo detto che il token di una azione è la rappresentazione digitale di una azione fisica, ma che l’investitore non ne possiede pienamente i diritti.
Ciò nonostante il prezzo del token azionario si comporta proprio come il prezzo dell’azione fisica, dunque tutti i fattori che incidono sulla volatilità dell’asset reale comportano una fluttuazione anche del prezzo dell’asset tokenizzato.
Va aggiunto che non tutte le società che rendono disponibili token azionari hanno legato i token 1:1 con le azioni sottostanti, in alcuni casi si tratta di un’esposizione economica attraverso derivati.
Un altro problema evidenziato da un’analisi Reuters, riguarda l’integrità del mercato e la frammentazione della liquidità se lasciata senza controllo.
In sostanza, gli asset finanziari tokenizzati “assomigliano piuttosto a derivati più rischiosi”, scrive Reuters nella sua analisi.
Come sappiamo gli ETF sono fondi passivi che replicano un indice di azioni. Già di per sé è uno strumento di investimento più sofisticato delle azioni, poiché rappresenta un paniere di azioni e non soltanto una di esse. In un ETF, in aggiunta, possono essere incorporate attività di prestito titoli o di operazioni su derivati per coprire le spese e aumentare la redditività dello strumento.
Tutto ciò viene tokenizzato, ma anche in questo caso l’investitore non ha gli stessi diritti che avrebbe se investisse direttamente nell’acquisto delle quote di un ETF. Infatti, anche gli ETF possono distribuire dividendo ai titolari delle quote e possono indire un’assemblea aperta agli azionisti. Come possessore di token dell’ETF non hai diritto a partecipare alle assemblee e il dividendo lo riceverai in base alle regole fornite dal tuo broker (leggere esempio dedicato al dividendo delle azioni tokenizzate).
Va anche considerato il rischio d’insolvenza del fornitore dello strumento d’investimento. L’acquisto di stock token è un contratto tra investitore e piattaforma di trading dove quest’ultimo è il titolare del rapporto. Se il crypto exchange dovesse fallire, si potrebbe perdere quanto investito.
Quest’ultima è una differenza sostanziale rispetto all’azionista che ha comprato azioni, poiché anche se il broker dovesse fallire mantiene comunque tutti i diritti sulle azioni comprate.
I primi, e per ora gli unici, a offrire azioni ed ETF tokenizzati sono i crypto exchange. Per tali provider è più semplice ed economicamente vantaggioso aggiungere alla propria offerta quelli che nei fatti sono altri crypto asset, seppur legati a classi di attivo reali.
Tra le aziende che hanno già lanciato azioni tokenizzate in Europa troviamo:
Anche Charles Schwab e la startup Dinari hanno avviato o contano di avviare l’offerta di azioni tokenizzate ai propri clienti.
Il più delle volte non sono i crypto exchange direttamente a sviluppare il token e a emetterlo, ma società terze.
Ad esempio, Ondo Global Markets fornisce un servizio di tokenizzazione di azioni ed ETF per Gate, Bitget Wallet, Okx, Mexc, BitGo e molti altri wallet ed exchange di criptovalute che forniscono tale asset sintetico.
La già citata Dinari è una startup che sta crescendo nel business delle azioni tokenizzate collateralizzate 1:1 da azioni fisiche. La sua piattaforma dShares™ è utilizzata da Gemini.
La politica sul dividendo applicata da Dinari prevede una commissione del 5%, a cui va aggiunta la commissione della rete blockchain per ogni transazione.
Qui su Fxempire abbiamo deciso di fornire ai lettori tutte le azioni tokenizzate sviluppate dai vari fornitori. Troverai dunque quelle emesse da Ondo e da xStock.
Per trovare l’asset di tuo interesse, scrivi nel campo di ricerca del sito il nome dell’azione tokenizzata e seleziona tra versione Ondo e xStock.
Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.