Per le 15 di oggi è prevista una diretta nella quale il Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, darà la propria disponibilità nel rispondere a
Per le 15 di oggi è prevista una diretta nella quale il Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, darà la propria disponibilità nel rispondere a interrogativi su Alitalia e sulle questioni di responsabilità del management sia precedente che attuale.
Prendendo le mosse da tale contingenza, risulta opportuno osservare il quadro delineatosi intorno ad Alitalia, vero e proprio problema endemico in seno al Bel Paese.
Giova tristemente ricordare come non siano presenti trattative verso la prima compagnia aerea tricolore.
C’è molto lavoro per i tre commissari: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.
Investiti della fiducia di Calenda, che li ha definiti “un mix di professionalità”, i tre commissari avranno il compito di predisporre un programma che fotografi chiaramente la situazione di Alitalia così che in due settimane sarà possibile fruire delle manifestazioni d’interesse.
Al riguardo, l’orientamento del Ministro appare chiaro: Calenda è certo della necessità di costituire una sinergia con un’altra solida realtà del comparto aereo.
Sulle modalità, stante la procedura di amministrazione straordinaria, questa è valutata dal ministro come foriera di una “discontinuità economica” e comparando il caso con la vicenda dell’Ilva, ammette la possibilità di un acquisto della compagnia aerea nella sua totalità, ma non esclude che l’operazione possa essere eseguita “anche in un complesso più ridotto”, tale per cui maturerebbe una certa discontinuità.
Il concetto di discontinuità è visto con favore dal Ministro, specie considerando come più cordate potrebbero acquisire più asset, diversificare gli acquisti e coprire i buchi lasciati dai licenziamenti dei dipendenti.
È lapalissiano come l’obiettivo principale del Governo rimanga l’acquisizione del 100% di Alitalia “in un contesto in cui si possa rilanciarla”, quindi passando per la copertura di tutte le passività in modo tale da ripartire in maniera pulita e libera.
Sull’impatto che la criticità di Alitalia ha avuto sulle casse dello Stato, il Ministro non si è nascosto, affrontando proprio la questione del prestito ponte del valore di ben 600 milioni di euro: “I 600 milioni di euro del prestito ponte, servono a evitare una situazione peggiore dal punto di vista economico”.
Una sorta di spesa preventiva, un costo fisso da affrontare prima per scongiurare il rischio che diventi variabile, innalzandosi ancor di più.
La chiosa di Calenda è sulla possibilità che lo Stato entri nella compagnia, seppur parzialmente: “ Il Governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi, sono molto attenti a come vengono usati i loro soldi e noi dobbiamo essere molto attenti a come vengono usati”.
Espressioni politiche a parte, si evince come Alitalia non sarà partecipata dallo Stato, contrariamente a quanto auspicato dall’ex numero 1 dell’Esecutivo, Matteo Renzi.
Il successo alle primarie di quest’ultimo e il favore di cui ancora gode presso l’elettorato potrebbero cambiare le carte in tavola.
Tra quindici giorni sarà tutto più chiaro.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.