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Vendita auto diesel e benzina, stop nel Regno Unito dal 2030

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Nov 16, 2020, 08:43 UTC

Vendita auto diesel e benzina, stop nel Regno Unito dal 2030. Ma non è la sola. L'obiettivo non è solo ambientalista ma di scossa all'economia.

Vendita auto benzina e diesel

Il Regno Unito appare sempre più deciso a fermare la produzione e la vendita di auto a benzina e diesel nel paese e così, dopo aver fissato l’obiettivo al 2040, poi ridotto al 2035, ora Boris Johnson sarebbe pronto a fissare l’obiettivo al 2030.

La notizia dell’obiettivo anticipato di ben 10 anni, è stata rilanciata nel Regno Unito dal Financial Times ed è rimbalzata su autorevoli agenzie di stampa come la Reuters, ma anche sul quotidiano The Guardian.

Il primo ministro Boris Johnson dovrebbe annunciare già questa settimana la strategia di abbandonare i motori alimentati con i derivati del petrolio, per puntare su autovetture e mezzi di trasporto che utilizzano altri “carburanti”. Una iniziativa che rientra pienamente nel Piano Roosevelt di Johnson.

L’obiettivo dichiarato è ridurre le emissioni di gas nocivi nell’ambiente e di farlo quindi nel più breve tempo possibile. Già a febbraio Boris Johnson aveva annunciato l’anticipo dell’obiettivo al 2035, ma ora alza il livello della sfida e punta a farlo in soli 10 anni.

Nessuna preoccupazione, però, per le auto ibride che oltre a utilizzare benzina o diesel come carburante principale, utilizzano anche un motore elettrico secondario o metano o gpl. Per queste auto la vendita dovrebbe restare fino al 2035.

Vendita auto diesel e benzina, stop anche in Norvegia

Il Regno Unito non è l’unica nazione in Europa che si è data obiettivi ambiziosi, anche la Norvegia produttore di petrolio è sulla stessa lunghezza d’onda e addirittura si è dato come limite massimo il 2025.

Tuttavia va ricordato che la Norvegia è un mondo avanti anni luce rispetto al resto del mondo. In questa nazione la vendita di auto elettriche e ibride già oggi rappresenta il 70% del mercato, contro il 5,5% dell’Italia (ad esempio).

Ancora la Danimarca ha posto anch’essa il limite al 2030 per la vendita auto diesel e benzina, e al 2035 la vendita delle auto ibride.

Spagna e Francia, ancora, si orienterebbero per il 2040, mentre l’Italia come al solito pensa, resta a guardare, parla del 2030 ma non c’è concretezza alcuna.

Stop vendita auto diesel e benzina: perché non è solo una questione ambientale

Si potrebbe pensare che si tratti solo ed esclusivamente di una “conversione” ambientalista dei capi di Governo, magari spronati da Greta Thunberg la piccola attivista dell’ambiente di cui è stato pubblicato il film ‘I am Greta’ pochi giorni fa.

No, non è solo un fattore ambientalista puro che pure ha una valenza economica. La spinta verso autovetture che utilizzino motori esclusivamente a impronta zero, ha come obiettivo attrarre investimenti, uno sprone per la ricerca nell’automotive a compiere un balzo evolutivo per scopi economici e occupazionali.

In un contesto come quello attuale in cui la pandemia ha spezzato le gambe alle economie mondiali e l’emergenza climatica è evidente. I Governi hanno compreso che l’unico modo per dare una scossa decisa all’economia e farla ripartire alla grande, è investire nella transizione ad un mondo a emissioni zero perché richiederà ingenti investimenti, quindi la creazione di nuovi e numerosi posti di lavoro.

In definitiva, se fino a oggi le industrie dell’automotive hanno investito gradualmente risorse per migliorare i motori alternativi, oggi i Governi gli chiedono di abbandonare completamente lo sviluppo di nuovi motori diesel e benzina e di concentrare tutte le risorse sull’elettrico, e su motori alimentati da combustibili alternativi ed ecologici.

Una spinta evolutiva di questo tipo non potrà che aprire nuove opportunità anche agli investitori.

 

Per conoscere tutti gli eventi economici del giorno e della settimana in Italia e all’estero, leggi il nostro Calendario Economico completo con tutti gli eventi in programma.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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