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Boris Johnson e il piano ‘Roosevelt’ per rilancio del Regno Unito

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 29, 2020, 10:06 UTC

Boris Johnson e il piano ‘Roosevelt’ per rilancio dell'economia del Regno Unito. Un nuovo New Deal britannico.

boris johnson

In questo articolo:

I paesi di tutto il mondo sono alle prese con le scelte di politica economica da mettere in campo per stimolare l’economia interna e rimetterla in carreggiata dopo la pesantissima batosta di questi mesi.

Una sorta di denominatore comune sembra porre, almeno in Occidente, le maggiori economie nella stessa direzione: approntare piani di spesa pubblica che prevedono il potenziamento delle infrastrutture e della sanità pubblica.

Ed anche Boris Johnson nel Regno Unito vuole essere ricordato come colui che ha fatto risorgere il suo paese dopo la pandemia con opere infrastrutturali e investimenti in nuove tecnologie. Così al piano da 1 miliardi di sterline già annunciato lunedì per la ristrutturazione degli edifici scolastici, si aggiungeranno presto altri annunci di spese “faraoniche” per rilanciare l’economia UK alle prese con la Brexit, i suoi strascichi economici e il futuro fuori dall’UE da inventare.

C’è chi come Conte si è rifatto a Winston Churchill per trovare conforto “nell’ora più buia” e chi come Johnson si è gettato oltre l’Atlantico per ispirarsi a Franklin Delano Roosevelt, il presidente degli USA che tirò fuori dalla Grande Crisi del 1929 gli Stati Uniti con il ‘New Deal’.

Il New Deal britannico di Boris Johnson

Già il New Deal, queste paroline magiche le ha usate anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – ben prima della pandemia – a proposito della transizione energetica nostrana da compiersi attraverso un grande piano economico a favore dell’industria ecocompatibile.

Il New Deal di Johnson vuole tirare fuori dalla notte oscura il Regno di sua maestà, sfruttando appunto l’opportunità che la crisi stessa in qualche modo offre.

“Investire in infrastrutture, trasporto, banda larga”, ha detto Johnson alla radio.

Sì investire e non il ritorno all’austerity di 10 anni fa, perché sarebbe un errore afferma in un momento in cui il prodotto interno lordo del Regno Unito è dato in caduta del -10,2% nel 2020 e in recupero del +6,3% nel 2021. Numeri non dissimili da quelli dell’Italia del resto.

Martedì annuncerà nuove informazioni sul suo piano che prevede una spesa maggiorata in ospedali, case e infrastrutture, intanto alcune anticipazioni le ha riferite al Daily Mail domenica 28 giugno.

Decine di miliardi da spendere

Al Daily Mail Boris Johnson ha raccontato che intende spendere decine di miliardi di sterline per recuperare l’economia di sua maestà.

Accanto a progetti infrastrutturali i cui cantieri sarebbero già pronti ad iniziare i lavori a breve, il primo ministro britannico promette un sostegno attraverso garanzie del lavoro e dei lavoratori che hanno perso il contatto con il mondo del lavoro a causa del terremoto economico.

E “la lezione è agire veloci” dice Johnson al quotidiano britannico, non bisogna perdersi in progetti solo immaginati e che restano solo nell’ambito delle discussioni politiche (ogni riferimento alla politica italiana è voluto).

Tuttavia un po’ come ha fatto anche Conte, Johnson annuncerà sempre martedì una sua Task Force che si occuperà del piano di rilancio del Regno Unito, il ‘Project Speed’, basato su linee internet veloci, strade scorrevoli e linee ferroviarie ad alta velocità.

A questo punto viene da domandarsi chi sarà il primo nel mondo occidentale a passare dalla Task Force ai fatti?

Prezzo della Sterlina Britannica

Al momento una sterlina vale 1,09414 euro, uno scivolone significativo rispetto agli 1,10 di domenica 28 giugno ma in linea con l’andamento ribassista degli ultimi mesi.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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