Il colosso irlandese si è deciso a fare il grande passo. Ma come ogni grande passo, necessita di condizioni da contestualizzare. Ryanair sembra aver
Il colosso irlandese si è deciso a fare il grande passo.
Ma come ogni grande passo, necessita di condizioni da contestualizzare.
Ryanair sembra aver invertito la rotta (a volte i giochi di parole calzano a pennello) riguardo la propria posizione sull’acquisto di Alitalia: adesso il gruppo guidato da Michael O’Leary potrebbe davvero acquisire l’intero pacchetto della compagnia aerea tricolore, non solo una sua parte.
Dal “feederaggio” alla riduzione di personale, sono diverse le opzioni o i diktat indicati da O’Leary per favorire l’acquisto di Alitalia o per indicarne le conditio sine qua non.
In primo luogo, Ryanair acquisterà la compagnia di bandiera italiana se e quando potrà effettivamente osservare un risanamento e una ristrutturazione concreti, la cui realizzazione non potrà prescindere dall’opera svolta dai tre commissari.
Da qui, la proposta del sopracitato “feederaggio”, meccanismo attraverso il quale Alitalia aumenterebbe il proprio traffico aereo tramite i voli a medio raggio irlandesi, che consentirebbero un volume e una produttività maggiori.
Tale sistema non deve distogliere dal focus principale: l’acquisto completo di Alitalia.
Il top manager ha chiarito come la propria compagnia esiga di rilevare una società in bonis e non un buco nero mangia capitali, ricordando come gli accordi internazionali con Air France-Klm ed Etihad costituiscano contratti di leasing dall’alto valore sperequativo per la compagnia italiana e per questo bisognosi di una rinegoziazione.
Più precisamente, il top manager irlandese auspica “l’uscita dagli accordi con Air France che limitano la crescita sul lungo raggio, nuovi accordi con i gestori aeroportuali e un cambiamento rispetto alla situazione attuale per cui bisogna pagare un affitto molto costoso per gli aeromobili”.
L’aspetto più arduo dell’analisi di O’Leary riguarda sicuramente la condizione più cogente, ovvero l’esigenza di riduzione del personale.
Così l’ad di Ryanair sul punto: “C’è troppo personale, anche se non so ancora quantificare quanta sia questa eccedenza”.
Detto fatto, risulta semplice riportare qualche dato: nell’anno passato Alitalia ha conosciuto un volume di clienti pari a 24 milioni di passeggeri, con un personale che si è attestato sulle 14.000 unità.
L’offerta di personale Ryanair è stata più bassa di 2.000 unità a fronte di un flusso di passeggeri pari a 120 milioni.
È vero, Ryanair è una compagnia low cost e Alitalia un’eccellenza, ma ormai l’ex colosso italiano non può più permettersi simili livelli di comfort.
Stringenti o no, le condizioni dettate da O’Leary sembrano ragionevoli, per quanto segnerebbero un ridimensionamento di Alitalia, ma la salverebbero inequivocabilmente.
Occorrerà tempo per valutare la proposta di Ryanair e soprattutto le posizioni degli altri soggetti interessati, ma la sensazione è che Alitalia possa risollevarsi, segnando però l’ennesimo passaggio di mano di una grande impresa italiana a un grande gruppo straniero.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.