L’andamento della curva dei futures potrebbe aiutare l’OPEC nell’arduo obiettivo di far salire il prezzo del petrolio. Se da parte dell’OPEC vi è
L’andamento della curva dei futures potrebbe aiutare l’OPEC nell’arduo obiettivo di far salire il prezzo del petrolio.
Se da parte dell’OPEC vi è l’intento di ridurre le scorte per raggiungere tal fine, è anche vero che di recente i futures del Brent si sono attestati in una situazione di backwardation, primo caso in diversi anni, che potrebbe suggerire una svolta nel riavvicinamento del mercato petrolifero verso il suo naturale riequilibrio.
È opportuno approfondire perché una simile situazione potrebbe permettere il rialzo del prezzo dell’oro nero.
Il fenomeno di backwardation (prezzo cash > prezzi futuri impliciti nei corrispondenti contratti futures) storicamente è stato accompagnato da un rimbalzo nel mercato petrolifero, mentre il suo opposto, il contango, ha luogo quando il detto mercato si blocca a causa di un eccesso di scorte.
Prendendo le mosse da quanto sopra, è possibile considerare come una curva dei futures in discesa renda sconveniente immagazzinare il petrolio, così il backwardation potrebbe accelerare la discesa delle scorte.
Ma non solo.
Il backwardation aumenta il livello di difficoltà nella copertura dei produttori di shale oil che a livello strategico potrebbero optare per piani di espansione più cauti.
Ultimo, ma non meno importante, tale fenomeno risulta essere un segnale di diminuzione delle scorte a breve termine.
Per tutti questi elementi il backwardation può considerarsi come un fattore rialzista del mercato petrolifero.
Questa disamina sul fenomeno appena descritto si inserisce in un contesto particolare, ricco di altri fattori rialzisti che potrebbero invertire un trend per lungo tempo in caduta.
In primo luogo, è cosa nota che gli Usa abbiano registrato un rilevante calo delle scorte, con un dato che supera i 60 milioni di barili dal mese di marzo, con IEA e OPEC che hanno prontamente aggiornato le stime sulla domanda.
Sul punto, si è espressa recentemente l’OPEC: “La crescita economica mondiale ha guadagnato slancio. Con la continua dinamica di crescita e con una dinamica continua prevista nella seconda metà del 2017, c’è ancora un certo margine per il rialzo”.
Al novero dei fattori rialzisti si aggiungono le previsioni di Wall Street, anche se non è certo che quest’insieme di elementi sia sufficiente per la svolta tanto attesa.
Se da una parte è noto come fondi di investimento e altri operatori abbiano scelto posizioni lunghe sul petrolio nell’ultimo mese, arrivando nella prima decade di agosto a scommettere sul Brent per 58 milioni di barili (dati Financial Times), dall’altra è alquanto probabile che tali scommesse long sui futures petroliferi non saranno volano di un innalzamento del prezzo del petrolio, o comunque non in misura considerevole.
Il backwardation sembrerebbe più veicolare un riequilibrio di un mercato difficilmente prevedibile che un innalzamento della soglia dei canonici 50 dollari al barile a cui l’oil ha tristemente abituato.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.