Stamattina le piazze asiatiche viaggiano in territorio negativo, sospinte al ribasso dai dati statunitensi rilasciati ieri (in particolare, terziario e
Ieri il dollaro Usa ha guadagnato circa lo 0,3% per via di sentimenti di mercato complessivamente deboli a inizio sessione che hanno fatto impennare la domanda per le valute a basso rendimento. La banconota verde ha tratto inoltre giovamento dalle ultime dichiarazioni del presidente Fed Janet Yellen, secondo la quale il mercato del lavoro a stelle e strisce presenta ancora dei margini di miglioramento, prima che le letture sul settore terziario e sulle vendite di nuove abitazioni precludessero ulteriori guadagni all’indice DX. La divisa ha toccato un massimo di metà giornata a 82,69 e ha chiuso la sessione del lunedì a 82,59. Il forum della scorsa settimana a Jackson Hole, che ha riunito i principali banchieri centrali del globo, ha ribadito le diverse sfide che affrontano oggi le maggiori economie del pianeta, assieme alla necessità di un rafforzamento del dollaro statunitense. Il presidente Fed Janet Yellen ha così riconosciuto i recenti progressi registrati dal mercato del lavoro a stelle e strisce, pur mostrandosi più cauta rispetto agli ulteriori margini di miglioramento, al basso livello di partecipazione, all’elevata incidenza degli impieghi part-time e alla scarsa pressione salariale. Ciò detto, bisogna ammettere che il suo intervento si è rivelato meno accomodante di quanto preventivato, con i trader ben contenti di sentirle affermare che i tassi d’interesse dovranno essere rialzati in anticipo se la ripresa del mercato del lavoro Usa dovesse avvenire in tempi più rapidi di quanto immaginato inizialmente. Tutto ciò ha portato la banconota verde su livelli mai visti da un anno a questa parte.
Mentre il dollaro continuava la sua corsa al rialzo, l’euro crollava al di sotto del livello 1,32 sino a toccare un minimo (recente) a 1,3183. La divisa comune ha così toccato il valore più basso dell’ultimo anno nei confronti del dollaro mentre aumentavano le probabilità di un ulteriore allentamento monetario da parte della Bce alla luce di dati economici dell’Eurozona perennemente insoddisfacenti e dello scioglimento dell’esecutivo francese del primo ministro Valls. Le aspettative di business tedesche si sono infatti stampate al di sotto delle previsioni, lasciando l’amaro in bocca ai trader e rinnovando i timori circa le difficoltà apparentemente insormontabili dell’Eurozona. Nel mese di agosto l’indice Ifo di fiducia delle aziende tedesche si è contratto di 1,7 punti sino a 106,3 dopo esser lievitato a 108 a luglio. L’indice Nbb di fiducia delle aziende belghe si attesta invece a -7,3, in lieve miglioramento dal -7,5 di luglio.
Nella giornata di ieri la sterlina britannica si è mossa lateralmente, con i mercati del Regno Unito chiusi per la festività della Summer Bank, assestandosi in prossimità di 1,6599. Il vice-governatore della Banca d’Inghilterra Broadbent ha affermato che gli obiettivi di stabilità finanziaria del suo istituto non sono in conflitto con quelli inflattivi e di espansione economica, pur dovendo riconoscere l’esistenza di potenziali – benché non insormontabili – ‘conflitti coordinativi’ fra il Comitato di stabilità finanziaria della banca centrale e le altre funzioni dell’istituto.
Lo yen nipponico ha riguadagnato un certo slancio nei confronti del dollaro Usa dopo aver rotto la barriera dei 104. Il cross USD/JPY è così scambiato a 103,86. Ieri la divisa giapponese si era deprezzata dello 0,1% a fronte di un aumento dei sentimenti di mercato rialzisti che sono soliti portare a un declino delle divise a basso rendimento. Lo yen ha toccato un massimo di metà giornata a 104,43 prima di chiudere la sessione del lunedì a 104,03.
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