L'incertezza dell'oro è strettamente collegata alla situazione negli Stati Uniti d'America
I fondi d’investimento non sono mai stati così pessimisti riguardo l’oro.
Investitori e stakeholder vari stanno facendo la più grande scommessa di sempre, ma i prezzi potrebbero dar loro torto. Una situazione in evoluzione che arriva dopo cinque settimane di perdite per i futures dei lingotti, il più grande strappo in più di un anno. Gli investitori stanno disimpegnando l’oro su più fronti, come per esempio le partecipazioni in exchange-traded fund in calo con le posizioni aperte per i futures.
Il trend negativo dei lingotti ha preso le mosse dalle azioni statunitensi e così il dollaro ha aumentato i guadagni, frenando la domanda di asset alternativi. Allo stesso tempo, si è diffusa la voce che la FED avrebbe mantenuto alti e crescenti i tassi d’interesse.
Interrogato sul punto, il chief market strategist di Newbridge Securities Corp (società operante in investment banking e servizi finanziari), così si è espresso: “I tassi d’interesse maggiori sono l’anatema per l’oro perché questo non paga interessi”.
Breve, ma ben focalizzato sul punto. Uno spunto che non può essere sottovalutato alla luce della disarmante veridicità dei contenuti.
Per comprendere meglio la situazione risulta utile soffermarsi sul focus attuale dei trader, come i flussi dei sopracitati ETF, il contesto USA e il trading successivo.
Riguardo i flussi degli exchange-traded fund, va detto che le partecipazioni negli Spiders (fondi SPDR gestiti da State Street Global Advisors), le cui esposizioni ammontano a un terzo di asset in lingotti d’oro presso i suddetti ETF, la scorsa settimana hanno raggiunto un minimo toccato solo nel 2006. Il segmento ETF ha assistito a un deflusso netto di 1,96 miliardi di dollari solamente quest’anno.
Il contesto di cui sopra è strettamente collegato con il dato situazionale americano.
Non può sottovalutarsi come la stabilità made in USA giochi un ruolo nevralgico all’interno del mercato aureo.
Se da più parti si individua nel presidente Trump un ruolo di catalizzatore di tensioni con diversi colossi del comparto trading, la crescita interlocutoria del Paese sta portando il trading aurifero vicino al suo punto più basso nel relativo indice S&P 500 dai tempi della crisi dei subprime.
Di qui si sviluppa un pessimismo tra la platea di investitori.
Preparata al peggio.
Questo quadro negativo influenza il disimpegno, facendo registrare nella settimana precedente un boom di sell, innalzando una tendenza ribassista che, stando ai dati della Commodity Futures Trading Commission, non aveva luogo dal periodo di archiviazione dati inaugurata proprio nel 2006.
Lo scivolone dell’oro potrebbe portare gli investitori a sottovalutare tale commodity, dal momento che si sta sviluppando una crescente intolleranza circa l’incertezza economica che veicolerebbe un circolo vizioso autoalimentato assolutamente rischioso per il determinarsi del cross del nobile metallo.
Sono diversi gli analisti che si interrogano sulla durata di un simile periodo d’incertezza, perché la perdita dell’oro come simbolo di bene di rifugio sarebbe un forte traino verso un pessimismo sistemico che si riverserebbe anche su altri mercati, influenzando anche altri tipi d’investimenti.
Solo la questione temporale potrà essere dirimente in un’ottica d’incertezza di difficile lettura.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.